TRASFERIMENTO ALL’ESTERO, AIRE e Residenza

Dicembre 20, 2023

Il Trasferimento all’Estero e l’AIRE

Negli ultimi decenni, il fenomeno del trasferimento all’estero è diventato sempre più comune tra gli italiani. Lavoro, studio, o semplicemente la ricerca di nuove opportunità, sono solo alcune delle ragioni per cui le persone decidono di lasciare il proprio paese d’origine. In questo contesto, l’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) svolge un ruolo fondamentale. In questo articolo, esploreremo cosa significa trasferirsi all’estero per gli italiani, quali sono le implicazioni dell’AIRE, e come navigare attraverso questo processo.

 

Trasferimento all’Estero: Motivazioni e Sfide

Le motivazioni che spingono gli italiani a trasferirsi all’estero possono variare ampiamente. Alcuni lo fanno per perseguire nuove opportunità di lavoro o di studio, mentre altri cercano una migliore qualità della vita. Le sfide che accompagnano il trasferimento all’estero, tuttavia, non vanno sottovalutate. Il distacco dalla famiglia e dagli amici, la necessità di adattarsi a una nuova cultura e lingua, e l’instabilità che può derivare da un cambiamento così significativo, sono solo alcune delle sfide che gli espatriati italiani possono incontrare.

 

L’AIRE: Cosa è e Perché è Importante

L’AIRE, o Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, è un registro istituito dal governo italiano che tiene traccia degli italiani residenti all’estero. Questo registro è stato creato per garantire una connessione continua tra gli italiani che si trasferiscono all’estero e il loro paese d’origine. Essere registrati presso l’AIRE è importante per vari motivi:

  1. Conservare la cittadinanza italiana: Essere registrati presso l’AIRE non influisce sulla cittadinanza italiana. Molti paesi richiedono che gli espatriati siano registrati come residenti all’estero per evitare la doppia imposizione fiscale.
  2. Accesso ai servizi consolari: Essere registrati presso l’AIRE è un prerequisito per accedere ai servizi consolari forniti dalle ambasciate e dai consolati italiani all’estero. Questi servizi possono essere fondamentali in situazioni di emergenza o per l’ottenimento di documenti ufficiali.
  3. Diritto di voto: Essere registrati presso l’AIRE consente agli italiani all’estero di partecipare alle elezioni italiane. Questo diritto è importante per mantenere un legame attivo con la politica e la vita pubblica in Italia.
  4. Facilità nell’ottenere documenti italiani: La registrazione presso l’AIRE semplifica il processo di ottenere documenti italiani come il passaporto o la carta d’identità.

 

Come Registrarsi presso l’AIRE?

La registrazione presso l’AIRE è un processo relativamente semplice, ma è importante farlo correttamente.

Ecco i passi da seguire:

  1. Contatta il tuo consolato locale: La registrazione presso l’AIRE avviene presso il consolato italiano nella tua giurisdizione. Contatta il consolato per ottenere informazioni specifiche sul processo e i documenti necessari.
  2. Compila il modulo di iscrizione: Dovrai compilare un modulo di iscrizione, che richiede informazioni personali come nome, data di nascita, e indirizzo all’estero. Assicurati di avere tutti i documenti richiesti, come il certificato di residenza.
  3. Verifica della documentazione: Una volta compilato il modulo, il consolato verificherà la tua documentazione. È importante presentare tutti i documenti richiesti in modo accurato.
  4. Firma e consegna: Dopo aver completato il processo di registrazione, dovrai firmare il modulo di iscrizione e consegnarlo al consolato.
  5. Aggiornamenti periodici: Assicurati di mantenere il tuo status presso l’AIRE aggiornato, specialmente se cambi indirizzo o situazione lavorativa.

 

Considerazioni Fiscali e L’AIRE

Uno degli aspetti importanti da tenere in considerazione quando si è registrati presso l’AIRE è la situazione fiscale.

Quando si parla di considerazioni fiscali e AIRE, ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione.

  1. Residenza fiscale: Essere iscritti all’AIRE non significa automaticamente che un cittadino italiano sia esentasse in Italia. La residenza fiscale è determinata da vari fattori, tra cui il luogo in cui si risiede effettivamente, la durata della permanenza all’estero e i legami familiari e finanziari in Italia. La residenza fiscale influenzerà come una persona è tassata.
  2. Tassazione all’estero: Molti paesi applicano le proprie leggi fiscali ai residenti, e ciò può comportare il pagamento di imposte in quel paese. Dovresti essere consapevole delle leggi fiscali del paese in cui risiedi e assicurarti di rispettarle.
  3. Convenzioni contro la doppia imposizione: L’Italia ha firmato accordi con molti paesi per evitare la doppia imposizione sul reddito. Questi accordi stabiliscono come il reddito dovrebbe essere tassato in caso di residenza fiscale in un paese diverso da quello di origine.
  4. Dichiarazione dei redditi: Anche se sei iscritto all’AIRE, potresti dover presentare una dichiarazione dei redditi in Italia, in particolare se hai entrate da fonti italiane.
  5. Assistenza fiscale: È consigliabile cercare assistenza fiscale da un professionista esperto quando si tratta di considerazioni fiscali e AIRE, poiché la legislazione fiscale può essere complessa e soggetta a modifiche.

 

In generale, le considerazioni fiscali e AIRE richiedono una valutazione accurata della tua situazione personale e della legislazione fiscale nei paesi coinvolti. Consultare un consulente fiscale può aiutarti a gestire al meglio la tua situazione fiscale quando si vive all’estero come cittadino italiano iscritto all’AIRE.

 

 

 

Quadro RL

Dicembre 15, 2023

Il Quadro RL del Modello Redditi Persone Fisiche

Quando si detiene un conto trading estero è sempre obbligatorio inserirlo nella dichiarazione dei redditi. I quadri interessati ai redditi derivanti dal trading online, criptovalute sono i seguenti:

QUADRO RL

QUADRO RM

QUADRO RT 

QUADRO RW

In questo articolo vedremo il quadro RL.

Il Quadro RL del Modello Redditi Persone Fisiche rappresenta un aspetto cruciale nella compilazione della dichiarazione dei redditi, offrendo un dettaglio prezioso sulle detrazioni fiscali che i contribuenti possono richiedere. Questo quadro, che si colloca all’interno della complessa architettura della dichiarazione dei redditi, è fondamentale per chi desidera ottimizzare la propria situazione fiscale, garantendo al contempo la conformità alle normative vigenti.

Contestualizzazione del Quadro RL

Il Quadro RL è concepito per raccogliere informazioni riguardanti i redditi da lavoro dipendente e assimilati, pensioni, redditi diversi e detrazioni fiscali. Attraverso una serie di sezioni ben definite, il contribuente è tenuto a fornire dettagli precisi riguardo a ogni fonte di reddito e ad attestare gli oneri deducibili a suo favore.

La sezione relativa ai redditi da lavoro dipendente è di particolare rilevanza. Qui, il contribuente è chiamato a indicare il proprio datore di lavoro, la tipologia di lavoro svolto e il totale dei compensi percepiti nel corso dell’anno fiscale. Inoltre, vengono riportate eventuali somme erogate a titolo di contributi previdenziali e assistenziali.

Il Quadro RL include anche una sezione dedicata alle pensioni e ad altre entrate assimilabili. I pensionati devono dichiarare i redditi derivanti dalla pensione, specificando l’istituto previdenziale erogante e l’importo totale percepito. Allo stesso modo, vengono inclusi eventuali redditi diversi, come quelli derivanti da locazioni, proventi da capitale e altro.

Il Quadro RL nei conti Trading

Il quadro RL deve essere compilato in presenza di bonus e/o plusvalenze da ETF non armonizzati. In questo caso, questi redditi subiranno un’imposta in base allo scaglione di reddito di appartenenza. Inoltre per i redditi derivanti dalle criptovalute, quali redditi da staking, mining, altri interessi fino al 2022 rientravano nel Quadro RL che si è adattato per includere anche queste nuove forme di investimento.

A partire dal 2023 invece i redditi da staking andranno nel quadro RT e concorreranno alla franchigia di €2.000.

Aliquote del quadro RL

A partire dal 2022, le aliquote sono le seguenti:

  1. Prima Fascia di Reddito (fino a 15.000 euro): Aliquota del 23%.
  2. Seconda Fascia di Reddito (da 15.001 euro a 28.000 euro): Aliquota del 25%.
  3. Terza Fascia di Reddito (da 28.001 euro a 55.000 euro): Aliquota del 35%.
  4. Quarta Fascia di Reddito (oltre 55.000 euro): Aliquota del 43%.

Detrazioni Fiscali

Una parte cruciale del Quadro RL è rappresentata dalle detrazioni fiscali. Qui, il contribuente ha l’opportunità di ridurre il proprio carico fiscale attraverso la dichiarazione di spese detraibili, come ad esempio quelle mediche, universitarie o relative a lavori di ristrutturazione edilizia. La compilazione accurata di questa sezione richiede la conoscenza approfondita delle normative vigenti e delle condizioni necessarie per beneficiare delle detrazioni.

Gli Exchange Traded Fund (ETF) richiedono una valutazione individuale al momento della chiusura di ogni trade. È importante considerare le dinamiche specifiche di tassazione per le minusvalenze e plusvalenze generate da tali strumenti finanziari.

  • Le minusvalenze derivanti dagli ETF devono essere dichiarate come redditi diversi, e hanno la possibilità di compensare altri redditi diversi, come ad esempio quelli provenienti da azioni, opzioni e futures.
  • Le plusvalenze da ETF, a seconda della loro natura, vanno dichiarate in modo differenziato. Nel caso degli ETF armonizzati, le plusvalenze sono considerate redditi di capitale, mentre per gli ETF non armonizzati, queste possono essere dichiarate come redditi ordinari.

Per gli ETF non armonizzati, la tassazione segue le regole della tassazione ordinaria e varia in base allo scaglione di reddito di appartenenza del contribuente, con aliquote comprese tra il 23% e il 43%.

I proventi derivanti da ETF non armonizzati vengono sommati agli altri redditi (lavoro autonomo, dipendente, affitti…). Si possono utilizzare per detrarre le varie spese (esempio spese mediche, assicurative, per ristrutturazione, ecc.), se i redditi a tassazione ordinaria non compensano interamente le detrazioni. Chiudendo plusvalenze da ETF non armonizzati si recuperano le detrazioni.

Quadro RL

Ecco un esempio degli ETF non armonizzati nel quadro RL.

Quadro RM

Dicembre 7, 2023

QUADRO RM – Redditi soggetti a tassazione separata e ad imposta sostitutiva e proventi di fonte estera, rivalutazione del valore dei terreni

Un altro quadro della dichiarazione dei redditi che può essere compilato se si detiene il conto all’estero è il quadro RM.

La norma precisa che: “in questo quadro devono essere indicati i redditi soggetti a tassazione separata indicati nell’art. 7, comma 3, art. 15, comma 1, lett. f), e art. 17 del TUIR, nonché alcuni redditi di capitale percepiti all’estero, ai quali si applica la disposizione dell’art. 18 del TUIR, i redditi di capitale di cui all’art. 4 del D.Lgs. 1° aprile 1996, n. 239, sui quali non è stata applicata l’imposta sostitutiva, i valori dei terreni di cui all’art. 67, comma 1 lett. a) e b) del TUIR rideterminati ai sensi dell’art. 2 del decreto-legge 24 dicembre 2002,n. 282, e successive modificazioni, i valori dei beni sequestrati da parte del curatore giudiziario, i compensi da lezioni private e ripetizioni sui quali è applicata l’imposta sostitutiva e i redditi per i quali è possibile esercitare l’opzione prevista dall’art. 24-ter del TUIR.”

Ma cosa vuol dire? Sostanzialmente nel quadro RM vi rientrano 4 tipologie di redditi:

  1. redditi da dividendi
  2. redditi da cedole
  3. redditi da interessi (positivi)
  4. redditi da ETF armonizzati

Chi è tenuto a compilare il Quadro RM?

La compilazione del Quadro RM è obbligatoria per tutti i contribuenti italiani che hanno percepito redditi da fonti all’estero durante l’anno fiscale. Questo include sia i cittadini italiani residenti all’estero che i cittadini stranieri residenti in Italia. Le persone fisiche, le società, e le associazioni non commerciali che soddisfano questa condizione devono compilare il Quadro RM.

Qual è l’aliquota marginale del Quadro RM?

Nel quadro RM, i redditi sono soggetti a una tassazione fissa al 26%. Questo regime differisce da quello del quadro RT, in quanto nel quadro RM non è possibile compensare eventuali perdite con i profitti. In altre parole, nel quadro RT, i redditi possono essere combinati con plusvalenze o minusvalenze, e solo sulla parte in cui si verifica un profitto si applica il tasso fisso del 26%. Nel quadro RM, invece, i redditi sono tassati direttamente senza la possibilità di dedurre eventuali perdite.

Quadro RM esempio pratico:

Quadro RM 1

Come vediamo nell’esempio si compila la sezione V.  Nella Sezione V del quadro RM vanno indicati i redditi di capitale di fonte estera, percepiti direttamente dal contribuente senza l’intervento di intermediari residenti. Tali redditi sono soggetti ad imposizione sostitutiva nella stessa misura della ritenuta alla fonte a titolo di imposta applicata in Italia sui redditi della stessa natura (art. 18 del TUIR).

  • Nella colonna 1, la lettera corrispondente al tipo di reddito secondo l’elencazione riportata in APPENDICE alla voce “Redditi di capitale di fonte estera soggetti ad imposta sostitutiva”. Esempio: la lettera G corrisponde agli interessi positivi percepiti.
  • nella colonna 2, il codice dello Stato estero in cui il reddito è stato prodotto. Per maggiori informazioni sui codici clicca qui.
  • nella colonna 3, l’ammontare del reddito, al lordo di eventuali ritenute subìte nello Stato estero in cui il reddito è stato prodotto.
  • nella colonna 4, l’aliquota applicabile;
  • nella colonna 6, l’imposta dovuta.

Ad esempio nel Quadro RM riportato vediamo interessi positivi derivanti da un conto inglese (codice estero 031) per un importo di 64€. Questi vengono tassati al 26%. L’imposta da pagare ammonta a €17.

Maggiori informazioni Sito dell’Agenzia Entrate

Fare da soli è rischioso e si rischia di commettere errori. Affidati a Tasse Trading, Professionisti del settore per evitare di pagare maggiori imposte o dover pagare sanzioni per importi riportati non corretti. 

 

Tassazione cripto-attività: novità

Novembre 6, 2023

Tassazione cripto-attività: Circolare n.30/E del 27 ottobre 2023

 

ll 27 ottobre 2023 è stata emessa la Circolare n. 30/E con l’obiettivo di chiarire il trattamento fiscale delle cripto-attività in Italia. Con la Legge di bilancio 2023, infatti, ha disciplinato il regime di tassazione delle “cripto-attività” introducendo una nuova categoria di redditi diversi soggetti a tassazione con aliquota del 26%.

Nuova introduzione della lettera c-sexies al comma 1 dell’articolo 67:

Introduce una nuova categoria di cripto-attività definita come  «una  rappresentazione  digitale  di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga».

Questa categoria copre tutte le attività che generano reddito attraverso la detenzione, il rimborso e i trasferimenti di valori e diritti. Inoltre le  plusvalenze  realizzate  e  gli  altri  proventi  percepiti  per  effetto  di operazioni  aventi  ad  oggetto  dette  cripto-attività,  comunque  denominate,  sono imponibili,  in  capo  alle  persone  fisiche.

Le plusvalenze e altri guadagni derivanti da operazioni con cripto-attività, indipendentemente dalla loro denominazione, sono soggetti a un’imposta del 26% per le persone fisiche.

1.1 Inquadramento delle cripto-attività in ambito europeo 

A livello europeo, le cripto-attività non rientrano nelle normative MiFID. Il regolamento Markets in Crypto Assets (MiCA) definisce tre categorie di cripto-attività:

(i) gli “e-money token”, un tipo di cripto-attività che mira a mantenere un valore stabile facendo riferimento al valore di una valuta ufficiale; 

(ii) gli “asset-referenced token”, un tipo di cripto-attività che non è un token di moneta elettronica e che mira a mantenere  un  valore  stabile  facendo  riferimento  a  un  altro  valore  o diritto o a una combinazione dei due, comprese una o più valute ufficiali; 

(iii) e le cripto-attività diverse dagli “e-money token” e dagli “asset-referenced token”, categoria residuale che comprende un’ampia gamma di  cripto-attività  (quali,  ad  esempio,  gli  utility  token),  diverse  dagli strumenti  finanziari  o  da  altri  prodotti  già  disciplinati  da  altri  atti dell’Unione europea

La loro qualificazione, stante la natura ibrida dell’attività, non può che avvenire in concreto e caso per caso, tenuto conto delle caratteristiche funzionali e del concreto utilizzo.  

Il legislatore decide di tassare tuttele tipologie reddituali e le inserisce nell’art. 67 del tuir

Regime fiscale ante legge di bilancio 2023 

La Risoluzione 72/E del 2016 equiparava le criptovalute alle valute estere, questa equiparazione è stata in vigore fino al 31 dicembre 2022.

Punti chiave: 

  • Le operazioni di acquisto e vendita “a pronti” di criptovalute non sono soggette a rilevanza fiscale se la giacenza rimane al di sotto di 51.645,69€.
  • Le operazioni “a termine” di criptovalute, invece, sono sempre soggette a tassazione.
  • Il valore in euro della giacenza media in cripto-valuta va calcolato secondo il cambio di riferimento all’inizio del periodo di imposta, e cioè al 1° gennaio dell’anno in cui si verifica il presupposto di tassazione.
  • Resta  inteso  che,  qualora  non  risulti  integrata  la  condizione precedentemente individuata, non si rendono deducibili neppure le minusvalenze eventualmente realizzate.
  • I redditi derivanti dallo staking delle criptovalute rientrano nella categoria dei “Redditi di capitale” e devono essere dichiarati nel Quadro RL del Modello Redditi.
  • Non vi è imposta di bollo (IVAFE)

Regime fiscale post legge di bilancio 2023

Il documento affronta anche il trattamento fiscale dei redditi derivanti dallo staking e fornisce dettagli sulle operazioni fiscalmente rilevanti in seguito all’entrata in vigore della legge di bilancio 2023. Viene introdotta una nuova franchigia di 2000 euro per i redditi derivanti da cripto-attività con la stessa funzionalità economica. L’articolo distingue tra “e-money token” e “asset-referenced token,” specificando che il primo è rilevante fiscalmente, mentre il secondo non lo è. Viene spiegato come distinguere tra di loro.

La nuova norma, in vigore dal 1° gennaio 2023, contiene una definizione fiscale di cripto-attività, analoga a quella contenuta nel regolamento MiCA

Cinque operazioni cripto-attività fiscalmente rilevanti:

  1. La cessione a pronti, il rimborso o la permuta di cripto-attività con diverse caratteristiche e funzioni (la cessione di cripto-attività con la stessa funzione non è rilevante dal punto di vista fiscale, ad esempio BTC-ETH)
  2. La cessione a titolo oneroso di utility token, ovvero dei rapporti da cui deriva il diritto di acquistare a termine il prodotto o il servizio. Questo è rilevante dal punto di vista fiscale.
  3. L’attività di staking.
  4. La cessione a “termine” di cripto-valute.
  5. La cessione di NFT già “emessi”.

I redditi sono considerati diversi in base alla lettera c-sexies) sono redditi diversi se percepiti dalle persone  fisiche  «le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso  o  cessione  a  titolo  oneroso,  permuta  o  detenzione  di  cripto-attività, comunque denominate, non inferiori complessivamente a 2.000 euro nel periodo d’imposta. (…) Non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante la permuta tra cripto-attività aventi eguali caratteristiche e funzioni».

STESSA FUNZIONALITA’ ECONOMICA

In sostanza, lo scambio tra cripto-attività con la stessa funzionalità economica non è rilevante dal punto di vista fiscale, in quanto sono considerate “aventi eguali caratteristiche e funzioni”.

Per quanto riguarda la permuta tra cripto-valute e stablecoin, è necessario fare una distinzione seguendo l’approccio definito dal regolamento MiCA:

  • e-money token” (con garanzia sottostante): è un tipo di cripto-attività che mira a mantenere un valore stabile facendo riferimento al valore di una valuta ufficiale. Questo è rilevante fiscalmente.
  • asset-referenced token“: è un tipo di cripto-attività che non è un token di moneta elettronica e mira mantenere un valore stabile facendo riferimento a un altro valore o diritto o a una combinazione dei due, comprese una o più valute ufficiali. Questo non è rilevante fiscalmente.

➡️ E’ possibile scaricare qui la circolare 

_________________________________________________________________________________________________

Hai superato la soglia di €2.000 di redditi da criptovalute?

La soglia di €2.000 è cumulativa per TUTTI i redditi percepiti di TUTTI i conti criptovalute.

Come si calcola la soglia?

  • Sommare plusvalenze/minusvalenze da criptovalute per l’interno anno 2023 per tutti i conti criptovalute
  • Sommare i redditi da staking, mining e altri interessi

👉 Se il risultato è inferiore a €2.000 dovrai dichiarare le criptovalute solo nel quadro RW e pagare l’IVAFE. Ritorna sul nostro preventivo e spunta la casella “non hai superato €2.000 di redditi…”.

👉 Se il risultato è superiore a €2.000 dovrai dichiarare anche i redditi da criptovalute e versare il 26% sul totale della plusvalenza, oltreché compilare il quadro RW e pagare IVAFE. Ritorna sul nostro preventivo e non spuntare la casella.

Esempio:

Conto Binance: P&L ➡️ +1000
Conto Binance: Staking ➡️ +1500
Conto Coinbase: P&L ➡️ -1000
Conto Coinbase: Staking: ➡️ +600

TOTALE REDDITI: 2100 (quindi ho superato la soglia)


 

 

 

Quadro RT

Ottobre 30, 2023

QUADRO RT – Plusvalenze di natura finanziaria

Il Quadro RT costituisce un componente essenziale del Modello Redditi PF, ed è finalizzato a fornire una dichiarazione accurata delle plusvalenze percepite durante l’anno fiscale, derivanti da transazioni finanziarie.

Nel contesto del Modello Redditi PF, il Quadro RT richiede la dichiarazione delle plusvalenze e delle minusvalenze di natura finanziaria risultanti dalla cessione di partecipazioni, sia qualificate che non qualificate, conformemente all’articolo 67, comma 1, lettere da c)-bis a c)-quinquies del TUIR.

Il regime di dichiarazione relativo alle plusvalenze e alle minusvalenze di natura finanziaria è caratterizzato dalla tassazione nel contesto della dichiarazione dei redditi diversi di natura finanziaria. Le attuali disposizioni fiscali per la tassazione delle plusvalenze e minusvalenze finanziarie differenziano il trattamento fiscale per le persone fisiche non impegnate in attività imprenditoriali, in base al fatto che le plusvalenze siano soggette a un’imposta sostitutiva (al 20% o al 26%) o contribuiscano (totalmente o parzialmente) al reddito complessivo.

Chi Deve Compilare il Quadro RT

Il Quadro RT deve essere compilato da persone fisiche per tutte le entrate derivanti da operazioni finanziarie, a condizione che tali entrate siano generate al di fuori delle attività imprenditoriali. Al momento della compilazione del Quadro, è essenziale inserire i dati riepilogativi delle operazioni finanziarie realizzate nell’anno. Pertanto, è importante che il contribuente conservi documentazione adeguata per confermare le informazioni fornite nel Modello Redditi PF.

Chi normalmente presenta il Modello 730 non troverà il Quadro RT incluso in esso. Pertanto, coloro che ricevono queste tipologie di reddito devono compilare il Modello Redditi PF oppure possono optare per l’integrazione successiva del Modello 730 con il Quadro RT del Modello Redditi PF.

Come Compilare il Quadro RT

Il Quadro RT va compilato con informazioni specifiche relative alle plusvalenze o minusvalenze registrate nel corso dell’anno. Questa sezione della dichiarazione dei redditi è suddivisa in diverse parti, ciascuna dedicata a tipi specifici di informazioni da inserire. Ecco una panoramica generale su come completare il Quadro RT:

  • Sezione I: Plusvalenze soggette a un’imposta sostitutiva del 20% – In questa sezione, è necessario dichiarare le plusvalenze e i redditi diversi di natura finanziaria realizzati dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014, soggetti a un’imposta sostitutiva del 20%. Questa categoria comprende la cessione a titolo oneroso di partecipazioni non qualificate, la cessione a titolo oneroso o il rimborso di titoli non partecipativi come obbligazioni e titoli di Stato, contratti derivati in cessione a titolo oneroso e crediti pecuniari non rappresentati da titoli.
  • Sezione II: Plusvalenze soggette a un’imposta sostitutiva del 26% – Qui è necessario indicare le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate, realizzate da investitori non istituzionali tramite la cessione a titolo oneroso di quote di partecipazione a fondi immobiliari, anche di diritto estero.
  • Sezione III: Plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate.
  • Sezione IV: Plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in imprese o enti residenti localizzati in Stati o territori con un regime fiscale privilegiato, e dalla cessione di quote di partecipazioni in OICR immobiliari di diritto estero non conformi alla direttiva 2011/61/UE, gestite da soggetti non sottoposti a forme di vigilanza.
  • Sezione V: Minusvalenze non compensate nell’anno – In questa sezione, si devono dichiarare le minusvalenze residue che non sono state ancora compensate.
  • Sezione VI: Riepilogo Importi a Credito – Qui vanno inseriti i residui d’imposta sostitutiva risultanti da dichiarazioni precedenti, l’eccedenza compensata e, se del caso, il credito residuo.

Come leggere un quadro RT compilato?

Quadro RT

Si compila la sezione II del quadro RT (plusvalenze assoggettare a imposta sostitutiva del 26%).
In RT21 si inserisce il totale dei corrispettivi e in RT22 il totale dei costi.
Se il conto è in perdita si compila il rigo RT23 1, se invece è in profitto si compila il rigo RT23 2.
Il profitto o la perdita è data dalla differenza tra il totale dei corrispettivi e il totale dei costi.
Nell’esempio riportato vediamo una plusvalenza di 2.090 che viene tassata al 26% e pertanto e imposte da versare ammontano a €543.

Spesso accade che il totale dei corrispettivi e dei costi risulta molto più elevato rispetto al valore del conto. Questo è normale poiché lo stesso capitale può essere stato utilizzato per più operazioni di acquisto/vendita.

Perché non compilare da solo il quadro RT?

La compilazione autonoma della dichiarazione dei redditi può risultare complessa e rischiosa, con il potenziale di commettere errori che possono essere costosi. Compilare da soli il quadro RT significa di rischiare di pagare più imposte, oppure di pagarne meno e rischiare quindi sanzioni.

Affidarsi a Professionisti è la chiave per una gestione fiscale accurata ed efficiente.

 

Quadro RW

Ottobre 26, 2023

QUADRO RW – Investimenti e attività finanziarie all’estero, monitoraggio

Quando si tratta di dichiarare i redditi in Italia, ci sono diversi quadri e sezioni da compilare per garantire che tutte le tue attività finanziarie siano correttamente dichiarate. Uno di questi quadri importanti è il Quadro RW. In questo articolo, esploreremo cos’è il Quadro RW, come funziona e cosa devi sapere per compilare correttamente questo aspetto della tua dichiarazione dei redditi.

Cos’è il Quadro RW?

Il quadro RW deve essere compilato, ai fini del monitoraggio fiscale, dalle persone fisiche residenti in Italia che detengono investimenti all’estero e attività estere di natura finanziaria a titolo di proprietà o di altro diritto reale indipendentemente dalle modalità della loro acquisizione e, in ogni caso, ai fini dell’Imposta sul valore degli immobili all’estero (IVIE) e dell’Imposta sul valore dei prodotti finanziari dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (IVAFE).

L’obbligo di monitoraggio non sussiste per i depositi e conti correnti bancari costituiti all’estero il cui valore massimo complessivo raggiunto nel corso del periodo d’imposta non sia superiore a 15.000 euro (art. 2 della Legge n. 186 del 2014); resta fermo l’obbligo di compilazione del quadro laddove sia dovuta l’IVAFE.

Chi Deve Compilare il Quadro RW?

Il Quadro RW è destinato a chi è residente in Italia ma possiede beni e attività finanziarie all’estero. Queste attività possono includere:

  1. Conti correnti o depositi all’estero.
  2. Titoli, azioni o investimenti in fondi esteri.
  3. Immobili situati all’estero.

Come leggere un quadro RW compilato?

Quadro RW

Quadro RW – esempio

RW1: Inserire il tipo di titolo di possesso relativo all’attività finanziaria estera (ad esempio: proprietà, usufrutto, ecc.).

RW3: Indicare il codice di individuazione del bene oggetto della dichiarazione, al fine di identificarlo in modo univoco.

RW4: Specificare il codice dello stato estero in cui ha sede il broker o intermediario finanziario coinvolto nell’attività.

RW5: Indicare la quota di possesso relativa all’attività finanziaria estera.

RW6: Selezionare il codice che rappresenta il criterio utilizzato per determinare il valore dell’attività (ad esempio: valore di mercato, valore nominale, ecc.).

RW7: Indicare il valore dell’attività finanziaria all’inizio del periodo d’imposta o al primo giorno di detenzione.

RW8: Indicare il valore dell’attività finanziaria al termine del periodo di imposta o al termine del periodo di detenzione.

RW10: Inserire il numero di giorni di detenzione per i beni per i quali è dovuta l’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero).

RW11: Riportare l’importo dell’IVAFE dovuta in relazione all’attività finanziaria estera dichiarata.

RW15: indicare l’IVAFE dovuta pari alla differenza tra l’imposta calcolata (colonna 11) e il credito d’imposta spettante (colonna 14);

RW18: deve essere indicato un codice per indicare la compilazione di uno o più quadri reddituali conseguenti al cespite
indicato oggetto di monitoraggio ovvero se il bene è infruttifero. In particolare, indicare:
1 Compilazione quadro RL;
2 Compilazione quadro RM;
3 Compilazione quadro RT;
4 Compilazione contemporanea di due o tre quadri tra RL, RM e RT;
5 Nel caso in cui i redditi relativi ai prodotti finanziari verranno percepiti in un successivo periodo d’imposta ovvero se i predetti prodotti
finanziari sono infruttiferi. In questo caso è opportuno che gli interessati acquisiscano dagli intermediari esteri documenti o attestazioni
da cui risulti tale circostanza;

Qui puoi trovare maggiori informazioni da parte dell’Agenzia Entrate (link)

Perché non compilare da solo il quadro RW?

Compilare autonomamente la dichiarazione dei redditi può risultare complesso e rischioso, con la possibilità di commettere errori costosi.

Tuttavia, con l’aiuto di Tasse Trading, puoi avere la certezza che tutte le operazioni, i cambi-valuta, gli interessi, le transazioni societarie, i trasferimenti e le assegnazioni di opzioni saranno elaborati in conformità con la normativa fiscale italiana.

Il nostro strumento è l’unico in Italia a offrire un calcolo preciso delle tasse da dichiarare nel modello redditi, semplificando notevolmente il processo e riducendo i rischi di errore.

Affidarsi a Professionisti è la chiave per una gestione fiscale accurata ed efficiente.

9. Vantaggi Fiscali con Criptovalute nel 2023

Ottobre 26, 2023

9. Come puoi ottenere vantaggi fiscali con le criptovalute

Criptovalute: come si dichiarano e vengono tassate? – Forbes Advisor Italia

La Nuova Normativa in vigore dall’anno fiscale 2023 :

A partire dall’anno fiscale 2023 in poi, il calcolo per l’imposizione fiscale del 26% per le criptovalute, ha subito un’importante novità. Infatti, sparisce la soglia dei 51.645.68€ sulla giacenza di valute estere per lasciar spazio a quella dei 2.000€ sui profitti/perdite su cripto.

Cosa vuol dire?

Tutte le plusvalenze di criptovalute superiori a 2.000€ assumeranno reddito imponibile, mentre tutte plusvalenze inferiori a questa cifra non saranno fiscalmente rilevanti.

E’ bene notare che questa soglia vale anche per le minusvalenze. Se hai ottenuto una minusvalenza superiore a 2.000€ potrai infatti dichiararla e sfruttarla per i 4 anni successivi.

E per i valori inferiori a 2.000€?
No, in questo caso è vero che una plusvalenza inferiore a questa soglia non sarà tassata al 26%, ma è altrettanto vero che anche una minusvalenza inferiore a tale soglia non sarà dichiarabile.

Ecco allora che può essere utile pensare a delle strategie per sfruttare al meglio questa nuova normativa, specialmente se sei un trader che movimenta poco il proprio conto e che non investe cifre elevate per la propria attività di trading.


Vediamo alcune fattispecie:

Per semplificare prendiamo in considerazione un solo  Exchange (Binance, Coinbase, Kraken)

CASO 1:

Valore Posizione Cripto all’acquistoal 05.05.202310.000€
Valore Posizione Criptoal 05.12.202313.000€
Valore P&L Cripto Mark To Marketal 05.12.202313.000-10.000 = +3.000€

Supponiamo che tu abbia posizioni aperte in criptovalute con un P&L Mark-To-Market* di 3000€, in data 05.12.23

(*E’ la plus/minus che otterresti se decidessi di chiudere la posizione il 05.12.23)

Strategia 1: può esser utile tenere la posizione aperta fino a fine anno 2023, per “rimandare” il pagamento dell’imposta al futuro.

Strategia 2: può esser conveniente chiudere la posizione, se hai minusvalenze pregresse di 4 anni fa (2019) che puoi sfruttare prima di perderle del tutto*

(* E’ il caso in cui hai un conto trading / exchange cripto aperto negli anni precedenti per cui vuoi sfruttare le minus e abbassare l’imposizione fiscale)

 

CASO 2: 

Valore Posizione Cripto all’acquistoal 05.05.202313.000€
Valore Posizione Criptoal 05.05.202310.000€
Valore P&L Cripto Mark To Marketal 05.12.202310.000-13.000 = -3.000€

Supponiamo tu abbia posizioni aperte in criptovalute con un P&L mark-to market di -3000€, in data 5-12-23.

Strategia: può esser strategico chiudere le posizioni e dichiarare la minusvalenza di 3.000€ per sfruttarla fino ai prossimi 4 anni fiscali.


CASO 3: 

Valore Posizione Cripto all’acquistoal 05.05.202311.500€
Valore Posizione Criptoal 05.12.202310.000€
Valore P&L Cripto Mark To Marketal 05.12.202310.000 -11.500 = -1.500€

Supponiamo tu abbia posizioni aperte in cripto, il cui P&L Mark-To Market registra minusvalenza di 1500€, in data 5-12-23.

Strategia: è sicuramente conveniente NON chiudere le posizioni, perché altrimenti si avrebbe una minusvalenza di 1500€ (NON dichiarabile, dato che è sotto la soglia dei 2000€) e quindi si perderebbe la possibilità di sfruttarle.

Hai un wallet fisico o un exchange come Binance, Coinbase o Kraken? Con le giuste strategie potresti ottimizzare la tua tassazione!

 

 

Seguici sui nostri social per rimanere sempre aggiornato alle strategie fiscali, alle scadenze e a mondo della fiscalità dei conti trading:

Youtube: iscriviti al nostro canale

Instagram: segui la nostra pagina

Facebook: segui la nostra pagina 

 

*I contenuti della presente pagina non costituiscono consulenza fiscale e i contenuti non possono sostituire la consulenza individuale di esperti per i singoli casi concreti

 

 

 

Paesi Black List

Ottobre 25, 2023

Paesi in black list

Le “black list” dei paesi, spesso chiamate anche “paradisi fiscali“, sono un argomento di crescente preoccupazione nel mondo della finanza internazionale e della politica economica. Questi elenchi identificano paesi o giurisdizioni che vengono considerati problematici in quanto facilitano l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e altre attività finanziarie illecite. Questo articolo esplorerà il concetto di “paesi black list”, le implicazioni che comportano e come i governi e le organizzazioni internazionali cercano di affrontare questa questione.

Organizzazioni internazionali come l’OCSE e i governi compilano tali elenchi.

Ad esempio, molti paesi adottano misure punitive nei confronti delle giurisdizioni incluse nelle black list, come l’applicazione di tasse aggiuntive o restrizioni sulle transazioni finanziarie. Ciò può avere effetti destabilizzanti sull’economia del paese messo sotto accusa e può minacciare la sua stabilità finanziaria.

Paradisi Fiscali e le Loro Caratteristiche

I paradisi fiscali sono nazioni o giurisdizioni che attraggono individui e imprese grazie a un regime fiscale agevolato. Le principali caratteristiche di questi paradisi includono:

  1. Basse Aliquote Fiscali: Questi paesi offrono bassi livelli di tassazione sul reddito personale e aziendale, spesso vicini allo zero.
  2. Manca Scambio di Informazioni Fiscali: La mancanza di trasparenza e cooperazione fiscale internazionale è un altro tratto distintivo. Questi paesi di solito non condividono informazioni finanziarie con altre giurisdizioni, rendendo difficile il monitoraggio delle attività finanziarie.
  3. Segretezza Bancaria: Spesso, i paradisi fiscali offrono segretezza bancaria rigorosa, proteggendo l’anonimato dei titolari di conti e degli investitori.
  4. Facilità nella Creazione di Aziende: Creare e gestire un’azienda in queste giurisdizioni è spesso semplificato e privo di oneri burocratici.

La Black List in Italia

In Italia, la black list è stata utilizzata come strumento per attivare l’inversione dell’onere della prova riguardo all’effettiva residenza fiscale dei cittadini italiani emigrati nei Paesi indicati nella lista. Questa disposizione è contenuta nell’articolo 2, comma 2-bis del Testo Unico. In pratica, i cittadini italiani che dimostrano di risiedere in uno dei Paesi elencati sulla black list devono affrontare una procedura specifica per dimostrare la loro effettiva residenza fiscale in Italia. Questa normativa ha lo scopo di impedire a individui e imprese di sfruttare i benefici fiscali dei paradisi fiscali, se non possono dimostrare di risiedere effettivamente in tali Paesi.

Paesi Black List 2

Impatto Fiscale

L’inclusione di un paese in una black list può comportare un aumento delle tasse e delle sanzioni imposte alle transazioni finanziarie con quel paese. Ciò può ridurre l’attrattiva di una giurisdizione per le imprese e gli investitori stranieri, portando a un calo degli investimenti esteri diretti e dell’attività economica.

Reputazione

Essere inseriti in una black list può danneggiare gravemente la reputazione di un paese sul piano internazionale. Questo può influenzare negativamente il turismo, la percezione dell’affidabilità del sistema giuridico e finanziario del paese e la sua capacità di attrarre investimenti e partner commerciali.

Maggiore Sorveglianza

I paesi inclusi in una black list spesso subiscono una maggiore sorveglianza da parte delle organizzazioni internazionali e degli altri paesi. Questo può includere un aumento delle richieste di rendicontazione finanziaria e delle indagini sulle attività finanziarie all’interno del paese.

Riduzione delle Opportunità Commerciali

Le aziende con sede in paesi black list possono trovare difficoltà nell’accedere ai mercati internazionali o nel fare affari con partner commerciali in paesi che applicano sanzioni o restrizioni alle transazioni con giurisdizioni problematiche.

Problemi Economici Interni

L’etichetta di “paradiso fiscale” può anche creare tensioni all’interno del paese, poiché i cittadini possono percepire l’ingresso nella black list come un segno di cattiva gestione economica o di corruzione da parte del governo.

Come Vengono Scelte le Giurisdizioni da Includere nelle Black List?

La scelta delle giurisdizioni da includere in una black list è un processo complicato e spesso oggetto di dibattito. Le organizzazioni internazionali come l’OCSE si basano su criteri specifici per valutare i paesi, tra cui la trasparenza finanziaria, il livello di tassazione e la cooperazione internazionale in materia di informazioni finanziarie.

Tuttavia, vi è spesso una percezione che la selezione sia influenzata da fattori politici ed economici. Alcuni sostengono che i paesi più piccoli e meno influenti possono finire nelle black list più facilmente rispetto a quelli più grandi e potenti. Ciò solleva domande sulla giustizia e l’equità del processo di identificazione delle giurisdizioni problematiche.

Gli Sforzi Internazionali per Combattere le Black List

Le organizzazioni internazionali e i governi stanno lavorando per affrontare il problema delle giurisdizioni problematiche.

L’OCSE ha sviluppato uno standard globale per lo scambio automatico di informazioni finanziarie tra paesi, noto come Common Reporting Standard (CRS). Questo standard mira a migliorare la trasparenza finanziaria e a ridurre l’evasione fiscale internazionale.

Leggi qui l’articolo sui paesi in white list

 

 

 

Tassazione conti trading

Ottobre 24, 2023

Dichiarare il Tuo Conto di Trading Estero in Italia: Quali sono le imposte nel trading?

 

La tassazione dei conti di trading è un aspetto fondamentale della gestione finanziaria. Mantenere la conformità fiscale è cruciale per evitare problemi futuri. In questo articolo, ti guideremo dandoti informazioni su quando e come dichiarare correttamente il tuo conto di trading estero in Italia e ti forniremo informazioni essenziali sulle aliquote fiscali applicabili.

Quando dichiarare il tuo conto trading?

 

Sempre se sei residente fiscalmente in Italia e hai un conto trading all’estero.

E’ obbligatorio:

 1. dichiarare i redditi (ovvero le plusvalenze, dividendi, interessi, ecc.)

2. dichiarare il conto inserendolo nel quadro RW ai fini del monitoraggio fiscale

Con un conto di trading estero, è importante sapere che è obbligatorio inviare la dichiarazione dei redditi compilando il quadro RW per  il monitoraggio fiscale e pagare l’imposta IVAFE. Inoltre, se si sono conseguiti anche dei redditi, è necessario compilare anche i quadri RT, RM e/o RL.

 

Come funziona la tassazione dei conti trading?

 

Nel Regime Dichiarativo le imposte si applicano sulle plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze realizzate.

Aliquote principali per la tassazione degli strumenti finanziari:

 

26%Azioni, opzioni, futures, cfd, forex, obbligazioni, ETF armonizzati, dividendi o cedole, nonché valuta estera (oltre i €51.645,69)
12,50%Obbligazioni nazionali o sovranazionali
dal 23% al 43%*ETF non armonizzati, i redditi da staking, mining, altri interessi da cripto, bonus
0,2%Imposta IVAFE sul saldo del conto detenuto all’estero

*scaglioni IRPEF/Tassazione ordinaria:

Gli ETF non armonizzati, i redditi da staking, mining, altri interessi da cripto, bonus, ecc. sono tassati dal 23% al 43%, a seconda dello scaglione di reddito.

  • 23%: fino a €15.000;
  • 25%: da €15.001 a € 28.000;
  • 35%: da 28.001 a €50.000;
  • 43%: oltre €50.000.

 

Scadenze per la dichiarazione del conto Trading

 

⇒ 30 giugno: 1° scadenza pagamento imposte

Le tasse sul conto trading vanno pagate entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento (ad esempio, il 30 giugno 2023 per l’anno fiscale 2022).

⇒ 30 luglio: 2° scadenza pagamento imposte

La seconda scadenza per versare eventuali imposte con un tasso d’interesse dello 0.4%, è il 30 luglio.

⇒ 30 settembre: invio dichiarazione dei redditi (a partire dall’anno fiscale 2023).

Per il Modello Redditi 2024, riferito all’anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate deve essere fatta entro il 30 settembre. Prima del 2023 la scadenza per l’invio della dichiarazione era il 30 novembre.

 

Perché non fare da solo?

Dichiarare autonomamente un conto di trading può essere complesso e comporta il rischio di errori. I report rilasciati dai broker esteri spesso non sono conformi alla normativa italiana e richiedono rielaborazione. Tasse Trading è composta da professionisti esperti nel settore, pronti ad assisterti nella dichiarazione dei tuoi conti di trading in modo accurato e in piena conformità con le leggi italiane.

 

Cosa ti consegna Tasse Trading?

Riceverai un modello di dichiarazione dei redditi precompilato con i quadri RT, RM, RL, RW da copiare nella dichiarazione e un dettagliato report di calcolo.

Affidandoti a noi, avrai la certezza di una gestione precisa e professionale delle tue dichiarazioni fiscali relative al trading. Scegliendo Tasse Trading, hai la sicurezza di una gestione precisa e professionale delle tue dichiarazioni fiscali relative al trading, permettendoti di risparmiare tempo ed evitare potenziali errori, e assicurandoti che il tuo adempimento fiscale sia accurato e in conformità con le leggi vigenti.

Assicurati di rimanere informato e di rispettare le scadenze per mantenere la tua conformità fiscale.

 

 

Paesi in White List

Ottobre 23, 2023

L’Importanza dei Paesi in White List:

Viviamo in un mondo sempre più interconnesso, dove i confini nazionali spesso sembrano dissolversi, soprattutto quando si parla di viaggi, commercio e finanza. Tuttavia, dietro questa apparente globalizzazione, esistono meccanismi e regolamentazioni che gli Stati applicano per tutelare i propri interessi e i propri cittadini. Uno strumento di vitale importanza in questo contesto è rappresentato dall’elenco dei “Paesi in White List” o “Lista Bianca”. In questo articolo, esploreremo il significato e l’importanza di questi Paesi in White List e come influenzino le politiche internazionali e le relazioni diplomatiche.

La White List e la Black List: Una Differenza Chiave

I Paesi in White List si differenziano nettamente da quelli inclusi nella Black List per un motivo fondamentale: la loro volontà di promuovere lo scambio di informazioni finanziarie con altri Stati attraverso l’adesione a specifiche convenzioni internazionali. Questo approccio all’apertura e alla trasparenza finanziaria è il cardine che distingue i paesi virtuosi dalla lista nera, spesso considerati reticenti a condividere informazioni finanziarie con altri Stati.

L’elenco dei “Paesi in White List” è un meccanismo ampiamente utilizzato per regolare i flussi di persone, merci e denaro attraverso i confini nazionali.

La White List è un elenco di nazioni o giurisdizioni che vengono riconosciute dagli Stati membri come rispettose di specifici standard e criteri. Questi standard possono variare notevolmente da un paese all’altro, ma solitamente riguardano questioni legate alla stabilità politica ed economica, alla sicurezza, alla trasparenza finanziaria e al rispetto dei diritti umani. Il principale obiettivo di questi elenchi è semplificare i processi di viaggio e commercio tra i paesi, riducendo le restrizioni e semplificando le procedure di ingresso e uscita.

Cooperazione Internazionale e Relazioni Diplomatiche

Essere inclusi in un elenco di Paesi in White List spesso rappresenta un segno di cooperazione internazionale e di buone relazioni diplomatiche tra le nazioni coinvolte. Questi paesi tendono a condividere obiettivi comuni e valori condivisi, il che può portare a una maggiore cooperazione su questioni di politica estera, sicurezza e diritti umani.

Gli elenchi dei Paesi in White List variano da un paese all’altro e nel tempo. Tuttavia, alcune organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), mantengono elenchi di paesi che rispettano standard specifici in termini di trasparenza finanziaria e cooperazione internazionale. Questi elenchi spesso influenzano le politiche di molti paesi membri.

Alcuni esempi di Paesi in White List noti includono la Svizzera, il Lussemburgo, Singapore e la Nuova Zelanda. Questi paesi sono spesso considerati luoghi ideali per gli affari e i viaggi, grazie alla loro stabilità politica ed economica, alla trasparenza finanziaria e alla bassa criminalità.

In conclusione, i Paesi in White List svolgono un ruolo fondamentale nelle relazioni internazionali e nell’economia globale. Sebbene questi elenchi offrano numerosi vantaggi in termini di facilitazione dei viaggi e agevolazioni commerciali, è essenziale riconoscere che sorgono anche critiche e sfide legate alla loro applicazione. L’equilibrio tra agevolare la cooperazione internazionale e proteggere gli interessi nazionali rappresenta una questione chiave nelle politiche internazionali.

La White List in Italia: Quali Sono i Paesi White List per l’Italia?

L’Italia, come molti altri paesi, mantiene un elenco dei paesi che garantiscono un adeguato scambio di informazioni finanziarie ai fini fiscali. Questo elenco è contenuto nel Decreto del Ministro delle Finanze del 4 settembre 1996. La legislazione prevede sanzioni significative per i paesi che, nella pratica, non rispettano gli accordi di scambio di dati. Questi paesi rischiano di essere rimossi dall’elenco. L’aggiornamento degli stati inclusi nella lista avviene con cadenza annuale, e ciò comporta l’ingresso di nuovi paesi che stipulano accordi con l’Italia, così come l’uscita di paesi che non rispettano gli obblighi.

Cosa Significa Essere in Questa Lista?

Sotto il profilo fiscale, l’Amministrazione finanziaria italiana ha individuato una serie di giurisdizioni che garantiscono uno standard adeguato nello scambio di informazioni finanziarie ai fini fiscali con l’Italia. Questa lista comprende oltre 120 paesi che si sono impegnati a garantire standard informativi che promuovono la compliance internazionale e la trasparenza finanziaria.