4. Recupero detrazioni fiscali

Aprile 30, 2021

Come compensare i redditi da trading con le detrazioni fiscali?

Si apre la quarta strategia di ottimizzazione fiscale

 

I profitti derivanti da trading possono essere utilizzati per detrazioni fiscali?

Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo distinguere la varie tipologie di redditi derivanti dall’attività di trading:

    • Profitti da azioni, opzioni, futures, cfd, forex, valute: Redditi Diversi – tassazione separata del 26%
    • Profitti da ETF armonizzati, cedole, dividendi e interessi: Redditi di Capitale – tassazione separata del 26%
    • Profitti da ETF non armonizzati: Redditi Ordinari – tassazione ordinaria

Questa premessa è fondamentale per spiegare la quarta lezione di strategie fiscali.  Gli unici strumenti che possono essere utilizzati per recuperare le detrazioni fiscali sono le plusvalenze da ETF non armonizzati.

In questa quarta lezione di ottimizzazione fiscale vediamo come RECUPERARE LE DETRAZIONI FISCALI

 

Le plusvalenze da ETF Non armonizzati vanno a tassazione ordinaria

Puoi detrarre spese mediche, assicurative, di ristrutturazione, ecc. compensandole con PLUSVALENZE da ETF NON ARMONIZZATI

 

Gli ETF devono sempre essere valutati singolarmente ad ogni chiusura di trade:

  1. Le minusvalenze da ETF vanno dichiarate come redditi diversi e possono compensare altri redditi diversi quali le azioni, opzioni e futures.
  2. Le plusvalenze da ETF andranno dichiarate come redditi di capitale (ETF armonizzati) o come redditi ordinari (ETF non armonizzati).

Gli ETF non armonizzati vanno a tassazione ordinaria e vengono tassati in base allo scaglione di reddito di appartenenza (dal 23% al 43%).

I proventi derivanti da ETF non armonizzati vengono sommati agli altri redditi (lavoro autonomo, dipendente, affitti…). Si possono utilizzare per detrarre le varie spese (esempio spese mediche, assicurative, per ristrutturazione, ecc.), se i redditi a tassazione ordinaria non compensano interamente le detrazioni. Chiudendo plusvalenze da ETF non armonizzati si recuperano le detrazioni.

Attenzione, questa strategia non può funzionare per chi investe in “CFD” su ETF (ad esempio, tramite piattaforme come Vantage, AvaTrade o un Plus500), ma solo con broker che offrono investimento in ETF veri come Interactive Brokers, Trading212 o DeGiro.

Può essere conveniente investire in ETF non armonizzati per due motivi:

    • Finendo a tassazione ordinaria vengono tassati in base all’aliquota dello scaglione di reddito di appartenenza

SCAGLIONI DI REDDITO

Fino a €15.000 → 23%
Da €15.001 a €28.000 → 25%
Da €28.001 a €50.000 → 35%
Oltre €50.001 → 43%

Se non si detengono redditi al di sopra di €15.000 l’aliquota è del 23% (al di sotto di quella del 26% presente per tutti gli altri redditi).

    • Se si detengono molte spese, come ad esempio spese mediche, assicurative o di assicurazione ma allo stesso tempo non si detengono abbastanza redditi per compensarle potrebbe essere convivente investire in ETF NON ARMONIZZATI. Le plusvalenze di questi strumenti andranno in compensazione con queste spese e diminuiranno o talvolta azzereranno le imposte da pagare.

 

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*I contenuti della presente pagina non costituiscono consulenza fiscale e i contenuti non possono sostituire la consulenza individuale di esperti per i singoli casi concreti

 

3. Non perdere minusvalenze

Aprile 27, 2021

Terza lezione di strategia fiscale trading:

Come trarre vantaggio dalle minusvalenze nei conti trading

 

In questa terza lezione ci concentreremo sull’importanza delle minusvalenze nei conti trading e su come utilizzarle al meglio per ottenere vantaggi fiscali.

Proseguiamo con le nostre strategie fiscali per i trader, che mirano a ottimizzare la tassazione e ridurre l’impatto fiscale. Come già visto, le imposte sono inevitabili, ma si possono adottare tecniche che ne riducono l’impatto sul proprio conto trading.

Le prime tre lezioni di questa guida fiscale si concentrano su strategie che bilanciano profitti e perdite.

Bilanciamento di profitti e perdite nelle prime lezioni

Prima lezione: “Bilanciare le plusvalenze” – Qui abbiamo sottolineato l’importanza di analizzare la situazione del proprio portafoglio, chiudendo eventuali posizioni in perdita per ridurre le plusvalenze e ridurre le tasse da pagare a fine anno.

Seconda lezione: “Bilanciare le minusvalenze” – Abbiamo valutato la situazione opposta, ovvero la chiusura di posizioni in profitto per ridurre le minusvalenze e prolungarne la scadenza.

L’importanza delle minusvalenze

In questa terza lezione vedremo perché è fondamentale non sottovalutare la scadenza delle minusvalenze per ridurre il carico fiscale sul proprio conto trading.

Perché sono così importanti le minusvalenze?

Devo dichiarare le minusvalenze?

Se il conto trading è in perdita devo comunque dichiararlo?

In regime dichiarativo non è obbligatorio dichiarare le minusvalenze, ma se non si inseriscono nel Modello Redditi si perde il vantaggio di poterle compensare con le plusvalenze successive entro 4 anni, per questo motivo è preferibile dichiararle soprattutto in un’ottica di continuità dell’attività di trading. Anche se decidi di non inserire le minusvalenze in dichiarazione, sarà comunque obbligatorio dichiarare il conto, se estero, nel quadro RW per il monitoraggio fiscale e il pagamento dell’IVAFE.

Quattro concetti fondamentali da ricordare

  1. Le imposte si pagano sulle plusvalenze realizzate, al netto delle minusvalenze realizzate.
  2. Per realizzare una plusvalenza o una minusvalenza è necessario chiudere una posizione aperta.
  3. In regime dichiarativo, i conteggi fiscali si effettuano dal 1° gennaio al 31 dicembre.
  4. È fondamentale valutare la propria situazione del portafoglio prima della fine dell’anno per ottimizzare la tassazione.

In questa terza lezione di ottimizzazione fiscale vediamo come

NON PERDERE LE MINUSVALENZE

 

Le MINUSVALENZE durano 4 anni

se correttamente inserite in dichiarazione dei redditi

Non fare scadere le minusvalenze senza utilizzarle

Le minusvalenze hanno una durata di 4 anni per poter essere compensate con le plusvalenze. Decorsi questi 4 anni se non utilizzate, scadranno.

Minusvalenze e regime amministrato

Le minusvalenze possono derivare anche da conti in regime amministrato ma solo nei seguenti due casi:

  1. Trasformazione del conto in regime dichiarativo: questo avrà validità a partire dal 01.01 dell’anno successivo
  2. Chiusura del conto in regime amministrato: avrà validità da subito.
Verrà rilasciata dall’Istituto una certificazione (certificazione ai sensi dell’art. 6 comma 5 D.Lgs. 461/97) che attesta le minusvalenze (con relative scadenze) che potranno poi essere inserite in dichiarazione dei redditi per compensare plusvalenze in regime dichiarativo. Solo con questa certificazione ufficiale è possibile utilizzare la minusvalenza.

Come procedere quando le minusvalenze rischiano di scadere?

Per coloro che hanno realizzato negli anni precedenti minusvalenze o sono in possesso della certificazione delle minusvalenze realizzate con conti in regime amministrato estinti (cd. zainetto fiscale) e tali minusvalenze rischiano di scadere senza essere utilizzate, come è conveniente procedere?

Sicuramente non è ottimale fare scadere le minusvalenze senza utilizzarle, pertanto è opportuno verificare se si detengono posizioni aperte con plusvalenze teoriche. In caso affermativo è opportuno chiudere posizioni in plusvalenza latente. Nella prossima dichiarazione dei redditi risulterà una plusvalenza che verrà compensata con le minusvalenze precedenti, ovvero non si pagheranno imposte sulle plusvalenze e non si perderanno le minusvalenze.

Esempio pratico

Situazione al 31.12 

→ Certificazione di minusvalenze (derivante da un conto in regime amministrato estinto): -5.000 
→ Plusvalenze teoriche (non chiuse): +5.500 

Se le minusvalenze scadono nell'anno è conveniente chiudere €5.000 di plusvalenze
per non perdere le minusvalenze e per non pagare imposte sui profitti.

 Per sfruttare le minusvalenze per la tua dichiarazione

 

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2. Bilanciare le minusvalenze

Aprile 27, 2021

Seconda lezione di strategia fiscale sui conti trading:

Come bilanciare le minusvalenze

 

In questa seconda lezione di strategie fiscali sui conti trading, esploriamo come trarre vantaggio dalle perdite da trading. Se nella prima lezione ci siamo concentrati su come bilanciare le plusvalenze, in questa trattiamo la situazione opposta: cosa fare quando le minusvalenze realizzate superano le plusvalenze, e allo stesso tempo ci sono posizioni aperte in profitto.

 

Perché sono importanti le minusvalenze?

Le minusvalenze giocano un ruolo cruciale nella gestione fiscale del tuo portafoglio. Ma cosa si può fare quando si è in perdita? E perché è così importante prestare attenzione a queste perdite? In questa lezione risponderemo a queste domande e ti spiegheremo come bilanciare le minusvalenze con le plusvalenze.

Quattro concetti fondamentali

Prima di proseguire con la strategia, è essenziale avere chiari alcuni concetti base:

  1. Le imposte vengono pagate sulle plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze.
  2. Per realizzare una plusvalenza o una minusvalenza è necessario chiudere una posizione.
  3. In regime dichiarativo, i conteggi fiscali vengono effettuati dall’1 gennaio al 31 dicembre.
  4. Per ottimizzare la tua tassazione, è utile valutare la situazione del portafoglio prima della fine dell’anno.

In questa seconda lezione di ottimizzazione fiscale vediamo

BILANCIARE LE MINUSVALENZE

 

Se prima della fine dell’anno

Il portafoglio è in MINUSVALENZA (realizzata)

e si hanno POSIZIONI APERTE CON PLUSVALENZE NON REALIZZATE

Potrebbe essere conveniente CHIUDERE queste PLUSVALENZE LATENTI

così facendo potrai posticipare il termine di scadenza della minusvalenza

 

Le minusvalenze eccedenti, se inserite nella dichiarazione dei redditi, possono essere compensate con le plusvalenze realizzate nei 4 anni successivi. Pertanto compensarle con le plusvalenze e non farle emergere in dichiarazione fa si che non gli venga attribuito un termine. Questo concetto lo chiariremo maggiormente nella prossima lezione.

Esempio pratico

Vediamo un esempio per chiarire la strategia, ad esempio su un conto eToro oppure per chi investe in criptovalute nel exchange Binance:

Situazione a fine anno

→ Plusvalenze realizzate: +1.000
→ Minusvalenze realizzate: -5.000
→ Plusvalenze teoriche (non chiuse): +3.000

Se non effettui nessuna operazione entro il 31 dicembre, non pagherai imposte, poiché i 1.000 € di plusvalenze realizzate verranno compensati con le minusvalenze di 5.000 €. Porterai così in dichiarazione 4.000 € di minusvalenze, che scadranno tra quattro anni.

Cosa potrebbe essere conveniente fare?

Chiudendo le plusvalenze latenti per un valore di 3.000 €, riuscirai ad azzerare il risultato netto, evitando così di pagare imposte e riducendo allo stesso tempo le minusvalenze da dichiarare. Questo ti permetterà di utilizzare 1.000 € di minusvalenze l’anno prossimo e nei successivi quattro anni. In questo modo, non attribuirai un termine alle perdite e ottimizzerai la tua situazione fiscale.

Non ti è chiara la strategia? 

 

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1. Bilanciare le plusvalenze

Aprile 26, 2021

Prima lezione di fiscalità sui conti trading

Com’è possibile avere un minor impatto fiscale del proprio conto trading quando si hanno plusvalenze?

Apriamo la nostra rubrica di strategie fiscali che permettono di ottimizzare la tassazione. E’ davvero possibile pagare meno tasse? Quali sono le strategie che mi consentono di versare meno imposte?

In quest’articolo e nei prossimi otto risponderemo a queste domande. Al termine della nostra guida fiscale conoscerete tutte le informazioni utili per ottimizzare la tassazione del vostro conto trading.

Siamo soliti valutare le performance di portafoglio in base alle posizioni chiuse in profitto, ma in realtà adottando le nostre guide si può migliorare la performance del nostro conto trading riducendo l’impatto fiscale e in alcuni casi azzerarlo.

IL REGIME DICHIARATIVO

Le strategie riportate sono applicabili al solo Regime Dichiarativo, ovvero quel regime dove è il contribuente a dover calcolare le imposte e riportare i risultati nella sua dichiarazione dei redditi.

Negli articoli precedenti abbiamo visto come il regime dichiarativo sia realmente più vantaggioso del regime amministrato. Se ti sei perso questo articolo vedi subito i vari vantaggi del regime dichiarativo.

Innanzitutto il Regime Dichiarativo permette di ricevere i PROFITTI LORDI e di pagare le imposte solo l’anno successivo (entro il 30/06). Questo processo permette al trader di reinvestire interamente i profitti e di avere più marginalità sul conto e dunque più leva finanziaria.

Aprendo un conto con sede in Italia di default il regime scelto sarà quello amministrato (con possibilità di optare per il dichiarativo, solo su richiesta e se l’istituto lo permette).

Il Regime Dichiarativo invece è valido per TUTTI I BROKER con sede all’ESTERO, che spesso offrono commissioni nettamente inferiori, nonché la possibilità di investire in più strumenti finanziari attraverso piattaforme efficienti. Ricordiamo inoltre che investendo all’estero si può diversificare il rischio paese.

Oltre a questi vantaggi che permettono di avere una migliore performance di portafoglio vi sono almeno 8 strategie fiscali, assolutamente legali che permettono al trader di risparmiare.

Tasse Trading propone 8 strategie fiscali che permettono al trader di ottimizzare la tassazione e di ridurre l’impatto fiscale del tuo conto trading!

 

Prima di spiegare la strategia è opportuno chiarire 4 concetti fondamentali:

    1. Le imposte si pagano sulle plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze realizzate.
    2. Per realizzare una plusvalenza o una minusvalenza è necessario chiudere una posizione aperta.
    3. In regime dichiarativo i conteggi vengono effettuati dal 01.01 al 31.12
    4. Per ottimizzare la tassazione è opportuno valutare la propria situazione del portafoglio prima della fine dell’anno.

In questa prima lezione di ottimizzazione fiscale vediamo come

BILANCIARE LE PLUSVALENZE

 

Se prima della fine dell’anno

Il portafoglio è in PLUSVALENZA (realizzata)

e si hanno POSIZIONI APERTE CON MINUSVALENZE NON REALIZZATE

Potrebbe essere conveniente CHIUDERE queste MINUSVALENZE LATENTI

Se desiderato si potranno poi riaprire subito le posizioni chiuse ripartendo da un costo di carico minore.

 

Bilanciare le plusvalenze conto trading

Come bilanciare le plusvalenze di un conto trading?

Nell’esempio vediamo un portafoglio, per esempio di un conto AvaOptions alla fine dell’anno (prima del 31 dicembre).

Primo grafico 

→ Plusvalenze realizzate: +10.000

→ Minusvalenze non realizzate (non chiuse): -10.000

Senza effettuare altre operazioni pagherò le imposte su €10.000, ovvero €2.600 (26%).

A gennaio il mio portafoglio sarà in minusvalenza di €10.000 
e avrò guadagnato l'anno precedente €10.000 ma pagato imposte per €2.600.

Secondo grafico (adottando la strategia fiscale) 

→ Plusvalenze realizzate: +10.000

→ Minusvalenze non realizzate (non chiuse): -10.000

Chiudendo queste perdite per €10.000 potrò compensare le plusvalenze AZZERANDO LA TASSAZIONE. 
Il mio risultato netto sarà zero e avrà RISPARMIATO €2.600.

Inoltre, una volta chiuse potrò poi riaprirle subito dopo ad un prezzo di carico minore.

Si tratta di analizzare prima della fine dell'anno la propria situazione finanziaria
 e cercare di ottimizzare la tassazione. Questo piccolo trucchetto mi permetterà un risparmio di €2.600.

 

Hai dubbi a riguardo? 

 

 

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eToro: guida alla risoluzione dei problemi più frequenti

Aprile 21, 2021

Le problematiche più comuni su eToro e come risolverle

 

In questa guida vedremo quali sono i problemi e i dubbi che possono sorgere più frequentemente utilizzando eToro e come affrontarli

Accesso negato

Se non si riesce ad accedere al proprio account di trading eToro, i motivi più comuni potrebbero essere l’inserimento errato del nome utente o della password.

Password dimenticata

Se non riesci ad accedere perché hai dimenticato la password, allora sarà necessario reimpostarla. Quando inserisci una password sbagliata, eToro ti offrirà l’opzione “Password dimenticata?”. Clicca su di essa e inserisci l’e-mail associata al tuo account e cliccare su “invia”. Riceverai con una mail contenente un link per reimpostare la password. Ricorda che il link è valido solo per 24 ore e può essere utilizzato una sola volta.

Altri problemi di accesso

Se hai inserito correttamente il nome utente e la password ma continui ad avere difficoltà ad accedere, prova i seguenti passaggi:

    • Cancella la cache del browser.
    • Riprova ad accedere.
    • Usa un altro browser.
    • Controlla la tua connessione internet.
    • Assicurati di non essere già connesso in un’altra finestra o dispositivo.

Non riuscire a visualizzare i fondi prelevati

Dopo aver richiesto un prelievo di denaro su eToro, è necessario un giorno lavorativo affinché la richiesta venga esaminata ed elaborata. Riceverai un’email di conferma una volta completato il processo, specificando il metodo di pagamento. I fondi possono richiedere fino a 8 giorni lavorativi per essere visualizzati nell’estratto conto.

Se dopo 8 giorni lavorativi i fondi non sono ancora visibili, apri un ticket nel Centro di Assistenza Clienti e allega una copia dell’estratto conto che mostri tutte le transazioni in entrata e in uscita dal momento della richiesta di prelievo fino al giorno di apertura del ticket. Assicurati che siano visibili il tuo nome, le date e i dettagli del metodo di pagamento.

Transazioni chiuse automaticamente

Le transazioni su eToro possono chiudersi automaticamente quando vengono attivati strumenti di gestione del rischio come Stop Loss o Take Profit. Questi strumenti servono a chiudere automaticamente le transazioni, quando il mercato sposta un determinato importo a favore o contro la tua posizione, in maniera tale da assicurarti i profitti o da limitare le perdite.

Perdita immediata all’apertura di una posizione

Quando si apre una posizione, il tasso mostrato è quello a cui la posizione verrebbe chiusa.
Ad esempio, quando apri una posizione ACQUISTA, la apri al prezzo ACQUISTA ma la chiudi al prezzo VENDI. Viceversa, quando apri una posizione VENDI, la apri al prezzo VENDI ma la chiudi al prezzo ACQUISTA.
La differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita è chiamata spread e contiene una commissione che viene addebitata su ogni transazione (se vuoi saperne di più, puoi leggere l’articolo sulle commissioni di eToro).
La perdita che vedi all’apertura della posizione è quindi dovuta allo spread.

Visualizzare una posizione in attesa

Se apri una posizione mentre il mercato è chiuso, questa apparirà come “in attesa”. eToro eseguirà la transazione non appena il mercato riaprirà, al primo tasso disponibile. Puoi consultare gli orari di apertura dei mercati direttamente sulla piattaforma di eToro.

Dichiarare il conto eToro al Fisco italiano

L’estratto conto di eToro è utile per monitorare gli investimenti, ma non è un documento fiscalmente valido e ha bisogno di essere rielaborato. Consulta la nostra pagina sulla tassazione del conto eToro per maggiori informazioni sulla dichiarazione del tuo conto eToro.

Come contattare eToro

Puoi contattare eToro aprendo un ticket di supporto attraverso il loro Servizio clienti oppure attraverso la loro live chat, entrambi sono disponibili 24 ore su 24.
Per contattare eToro devi utilizzare l’indirizzo e-mail con il quale ti sei registrato nella piattaforma così da accedere al Centro Servizi Clienti

 

Hai bisogno di aiuto? visita la pagina dedicata alle Tasse eToro sul nostro sito!

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Cosa sono gli ETF?

Aprile 21, 2021

Gli ETF (Exchange Traded Funds) fanno parte insieme agli ETN e agli ETC degli ETP (Exchange Traded Product) che si caratterizzano per replicare la performance di un sottostante (Benchmark) in modo passivo e per essere quotati in tempo reale su mercati regolamentati

Gli ETF appartengono alla categoria dei prodotti OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) e non sono altro che dei particolari fondi d’investimento che possiedono le caratteristiche degli ETP, ovvero replica passiva e quotazione in tempo reale su mercati regolamentati.

Vediamo ora quindi questa prima caratteristica degli ETF: la replica passiva.

Come funzionano?

Gli ETF replicano in modo passivo la composizione di un benchmark di riferimento, cercando di copiare la performance e il profilo rischio-rendimento di quest’ultimo. 

Gli ETF non replicano il benchmark però tutti allo stesso modo. Infatti, possono avere due tipi di replica passiva: quella fisica, che si divide a sua volta in completa oppure a campione, e quella sintetica, che si divide a sua volta in funded oppure unfunded. 

Con la replica fisica, l’ETF acquista direttamente e materialmente gli strumenti finanziari (obbligazioni o azioni) che compongono il paniere di riferimento del benchmark. 

Se la replica fisica è completa, l’ETF acquista tutti contenuti all’interno dell’indice da replicare con lo stesso peso percentuale. 

Se la replica fisica è a campione, l’ETF acquista solo una parte dei titoli che compongono l’indice di riferimento. Quest’ultima modalità di replica è di solito adottata per indici da copiare particolarmente numerosi o poco liquidi, per cui una replica completa sarebbe difficoltosa. 

Con la replica sintetica invece, l’ETF replica il paniere del sottostante in maniera indiretta, attraverso degli strumenti derivati (Swap). Questo tipo di replica viene utilizzato quando l’indice da replicare è particolarmente numeroso o poco liquido oppure di difficile accesso, come, ad esempio, gli indici azionari dei paesi esotici. 

Se la replica sintetica è unfunded, l’ETF acquista un paniere sostitutivo, contemporaneamente alla sottoscrizione di un contratto swap con una controparte. In questo modo, la controparte riconosce all’emittente dell’ETF la performance del benchmark di riferimento in cambio della performance del paniere sostitutivo. Il paniere sostitutivo è composto da titoli diversi ma correlati a quelli del benchmark.

Se la replica sintetica è funded, l’ETF non acquista il paniere sostitutivo, ma trasferisce i fondi della sottoscrizione alla controparte swap, in cambio della performance del benchmark di riferimento.

Cosa sono gli ETF? 1 

Quali sono i rischi?

Per quanto riguarda gli ETF a replica fisica, i rischi sono principalmente due: il rischio di mercato, ovvero il rischio che l’ETF si deprezzi, come conseguenza di una diminuzione dei titoli che compongono il suo indice di riferimento, e il rischio dato dal prestito titoli. Quest’ultimo può venir attivato dal gestore dell’ETF e consiste nel prestare a un esterno alcuni titoli detenuti dall’ETF, in cambio di una remunerazione da parte della controparte. 

Il prestito titoli rappresenta sia un vantaggio, la remunerazione data dalla controparte che diminuisce i costi e il tracking error (Differenza tra la performance dell’ETF e quello del suo benchmark di riferimento) dell’ETF, sia una fonte di rischio, nel caso la controparte fallisca e l’ETF non si veda restituiti i titoli oggetto del prestito. 

Per aggirare questo rischio, gli emittenti chiedono alla controparte di mettere dei titoli in una banca depositaria come collaterali a garanzia del prestito. Se fallisce così la controparte, il gestore dell’ETF potrà rivalersi sui titoli depositati.

La replica sintetica invece, presenta una terza fonte di rischio, ovvero il rischio controparte dato dal contratto swap. In caso di fallimento della controparte del contratto swap infatti, il patrimonio dell’ETF viene esposto a una perdita monetaria a causa del mancato adempimento del contratto.

La normativa europea UCITS tutela però l’investitore, ponendo un limite all’investimento in strumenti derivati da parte dell’ETF e mitigando così il rischio controparte. 

Ulteriori criticità possono insorgere quando ci si imbatte in ETF poco liquidi e poco scambiati. Inoltre, è necessario prestare particolare attenzione al, già citato, tracking error dei singoli ETF.

Tipologie

Esistono varie tipologie. Sono generalmente classificati in base all’asset class che viene replicato.

Possiamo trovare: 

  • ETF Monetari: non sono un vero e proprio strumento d’investimento ma hanno lo scopo di gestire la liquidità presente nel conto corrente. Questa tipologia replica un paniere composto da obbligazioni, generalmente titoli di stato, a breve e brevissima scadenza. Il loro obiettivo non è tanto quello di aumentare il rendimento del portafoglio, ma quello di dare un minimo di remunerazione alla liquidità
  • ETF Obbligazionari: replicano panieri composti da obbligazioni. Vengono divisi in base ai seguenti livelli:
    • geografico: in base all’area geografica
    • emittente: le obbligazioni possono essere titoli di stato oppure corporate, cioè emesse da società private. Queste, a loro volta, si dividono in: corporate, con rating investment grade, e in high yield, con rating speculative grade. Le seconde hanno un grado di rischio superiore rispetto alle prime
    • scadenza: può essere breve, media, lunga oppure a tasso variabile
    • valuta: può essere in euro, dollaro USA, valuta locale o con copertura del cambio
    • distribuzione delle cedole: ad accumulo, quindi le cedole vengono reinvestite nell’ETF, o a distribuzione, quindi le cedole vengono distribuite agli investitori
  • ETF Azionari e Immobiliari: gli ETF azionari replicano gli indici azionari e anch’essi si possono dividere in base ai seguenti livelli:
    • geografico: cioè in base all’area geografica, ad esempio, globale, paesi emergenti, luoghi geografici specifici, ecc.
    • settoriale: cioè in base al settore economico o industriale
    • tematico: cioè in base al tema, come, ad esempio, quello ambientale
    • valuta: cioè in base alla valuta o se posseggono la copertura di cambio (hedged) oppure sono soggetti al rischio di cambio
    • legato alla volatilità: come gli ETF che replicano l’indice della paura, il VIX
    • non armonizzati: cioè ETF che non sono conformi alle norme europee e non sono quotati sulle borse europee
    • distribuzione dei dividendi: ad accumulazione, cioè i dividendi sono reinvestiti nell’ETF, o a distribuzione, cioè i dividendi sono distribuiti agli investitori
  • ETF Smart beta: ETF “speciali” che tendono a forme di gestione attiva o a replicare panieri costruiti in base a criteri di analisi fondamentale e statistica. Sono ulteriormente divisi in:
    • equal weight: attribuiscono lo stesso peso percentuale a ogni titolo che compone il benchmark
    • dividend weight: privilegiano le società che erogano dividendi elevati in termini di dividend yield (prezzo/dividendo)
    • value: selezionano titoli azionari in funzione dell’analisi fondamentale
    • growth: selezionano titoli azionari che si caratterizzano per elevati tassi di crescita
    • momentum: selezionano i titoli in funzione della tendenza, della forza relativa o della minore volatilità
    • ibridi: hanno caratteristiche sia value sia momentum
    • multiasset: sono composti contemporaneamente da obbligazioni e azioni

Gli ETF immobiliari vengono spesso trattati come un asset class a parte, ma in realtà appartengono alla categoria degli ETF azionari settoriali e replicano panieri composti da azioni di società immobiliari e REIT (Real Estate Investment Trust).

  • ETF Strutturati: sono degli ETF particolari che replicano strategie complesse o non lineari rispetto all’andamento del benchmark di riferimento. Essi si dividono al loro volta in:
    • short: permettono all’investitore di vendere allo scoperto e assumere una posizione inversa rispetto al sottostante. In sostanza, quando il prezzo del sottostante diminuisce, l’ETF short aumenta di valore. Quando invece, il prezzo del sottostante aumenta, l’ETF short perde di valore. Gli ETF short possono essere utilizzati con o senza leva e possono replicare sia sottostanti azionari sia obbligazionari. Vengono utilizzati di solito per fini speculativi o di copertura. Se tenuti per più di un giorno, gli ETF short possono differire in modo significativo rispetto al benchmark di riferimento
    • leveraged: permettono di amplificare, attraverso la leva finanziaria, la performance del benchmark. Amplificano però anche le perdite, per questo sono prodotti a carattere speculativo. 

ETN ed ETC

Come detto in precedenza, gli ETN (Exchange Traded Notes) e gli ETC (Exchange Traded Commodities) fanno parte degli ETP.

Gli ETN sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati, emessi da banche a fronte dell’investimento diretto nel sottostante. Condividono insieme agli ETF il fatto di essere a replica passiva, di non avere scadenza e di essere negoziati in tempo reale su un mercato regolamentato. A differenza degli ETF però, non hanno il tracking error e sono soggetti al rischio insolvenza in caso di default dell’emittente, poiché non sono strumenti OICR e non prevedono la separazione del patrimonio. Gli ETN investono in sottostanti come materie prime, cross valutari o altri asset. 

Gli ETN che hanno come sottostante una materia prima sono chiamati ETC e possono avere replica fisica oppure sintetica. 

Costi

Gli ETF vantano costi abbastanza bassi, di solito compresi intorno allo 0,20-0,40% annuo. Questo è dovuto al fatto che non presentino costi di entrata, di uscita o di performance.  

Gli ETF hanno due tipologie di costo: i costi bancari, relativi alle commissioni di negoziazione che si pagano all’atto dell’acquisto o della vendita, e le commissioni di gestione annua, sintetizzati nel dato del TER (Total Expense Ratio) che, come detto prima, sono abbastanza bassi (0,20-0,40% annuo).

Un altro costo che può essere presente è dato dallo spread, differenza percentuale tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita.

 

E’ possibile investire in ETF attraverso Interactive Brokers, DeGiro, Trading212 e altri broker. Se hai un conto Mexem noi ti possiamo aiutare con la fiscalità del tuo conto trading. Ti basterà inviarci i dati e riceverai subito il miglior preventivo!

Hai bisogno di aiuto? Contattaci in chat, per email a info@tassetrading.it!

 

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Tasse e investimenti su conti esteri

Aprile 21, 2021

La tassazione nel trading: un tema sottovalutato

Nel mondo del trading e degli investimenti finanziari, la tassazione è spesso un aspetto che molti trascurano. Tuttavia, ignorare le implicazioni fiscali può portare a conseguenze significative, come sanzioni e multe. Non importa se si utilizza un conto trading estero o un broker online: le tasse devono essere pagate anche in questi casi. È quindi fondamentale per chi investe nei mercati finanziari conoscere le regole fiscali relative agli strumenti su cui si investe.

Per questo, se si fa trading o, in generale, se si investe nei mercati finanziari, è necessario conoscere la tassazione degli strumenti su cui investiamo.

Redditi diversi e redditi da capitale: qual è la differenza?

Il primo concetto da conoscere, per quanto riguarda la tassazione degli strumenti finanziari, è la differenza fra le due tipologie di redditi che i nostri investimenti possono generare, ovvero quella fra redditi diversi e redditi di capitale.

I redditi di capitale vengono definiti certi, sia nell’ammontare, sia nell’esistenza. Esempi di redditi da capitale sono i dividendi e le cedole delle obbligazioni. Un dividendo è certo nell’ammontare e nell’esistenza, poiché noi sappiamo che, se possediamo una determinata azione di una determinata società, riceveremo in una certa data un certo ammontare di dividendo. Questo perché il dividendo è già stato approvato dall’assemblea e la sua esistenza non può essere messa in dubbio.

I redditi diversi invece sono incerti, sia nell’ammontare, sia nell’esistenza. Se noi compriamo un’azione, non sappiamo esattamente a quanto la rivenderemo e nemmeno sappiamo se guadagneremo effettivamente qualcosa da essa. Pertanto, le plusvalenze e le minusvalenze, cioè i profitti o le perdite, dati dalla compravendita di azioni o altri strumenti finanziari nel tempo sono redditi diversi.

tasse e investimenti

Come vengono tassati i redditi?

I redditi di capitale sono tutti tassati al 26%.

Anche i redditi diversi presentano generalmente una tassazione al 26%, ma con alcune eccezioni:

  • Titoli di Stato italiani o di Paesi presenti nella white list
  • Bond degli organismi internazionali

Questi strumenti presentano una tassazione del 12,5%, anziché del 26%.

Nel caso si sia in possesso di fondi o ETF che investano in panieri che contengono al loro interno questi strumenti, ovvero titoli di Stato italiani o di Paesi presenti nella white list oppure bond degli organismi internazionali, pagherete il 12,5% sul capitale investito in essi e sul restante il 26%.

Compensare le minusvalenze

Capire la differenza tra redditi di capitale e redditi diversi è essenziale per poter compensare le minusvalenze. Le minusvalenze, ossia le perdite generate dalla compravendita di strumenti finanziari, possono essere compensate con le plusvalenze entro 4 anni.

Per esempio, se vendi un’azione a 90$ dopo averla comprata a 100$, avrai una minusvalenza di 10$. Queste minusvalenze possono essere compensate entro 4 anni, attraverso plusvalenze successivamente maturate. Se nei successivi 4 anni realizzi una plusvalenza, ad esempio dalla vendita di un’altra azione, potrai usarla per ridurre o annullare le imposte dovute.

Se hai generato 100.000 € di minusvalenze e poi realizzi 100.000 € di plusvalenze, potrai utilizzare le minusvalenze pregresse per risparmiare 26.000 € di tasse. Tuttavia, queste devono provenire da strumenti che generano redditi diversi, poiché non è possibile compensare una minusvalenza con un dividendo o una cedola obbligazionaria.

Attenzione a fondi ed ETF

Contrariamente a ciò che si può pensare, le plusvalenze e le minusvalenze generate dalla compravendita di fondi o ETF sono considerate redditi di capitale. Il motivo non è chiaro, ma lo stato considera i profitti ottenuti dalla vendita di fondi o ETF certi nell’ammontare e nell’esistenza, nonostante essi, in realtà, non lo siano. Ciò significa che le perdite generate dalla compravendita di questi strumenti non potranno essere compensate e i profitti dati dagli stessi non potranno poi essere utilizzati per compensare minusvalenze pregresse.

Regimi fiscali: dichiarativo e amministrato

Quando investiamo o facciamo trading nei mercati finanziari, possiamo scegliere se pagare le tasse in regime dichiarativo o in regime amministrato.

  • Regime dichiarativo: è un regime “fai da te”. All’inizio dell’anno successivo, si deve calcolare autonomamente quante tasse pagare, basandosi sul rendiconto di tutte le operazioni effettuate. Per questo motivo, molti investitori si rivolgono a un commercialista per gestire la dichiarazione fiscale.
  • Regime amministrato: prevede che un intermediario (banca o broker) agisca come sostituto d’imposta, occupandosi di tutti gli adempimenti fiscali per conto del cliente. In questo regime, le imposte vengono trattenute automaticamente e il cliente riceve i profitti già tassati.

Se la stessa persona possiede due conti, uno in regime amministrato e uno in regime dichiarativo, o anche più conti in regime amministrato, non potrà compensare le minusvalenze di un conto con le plusvalenze di un altro.

 

Hai bisogno di aiuto per dichiarare i tuoi redditi esteri?

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Copy trading eToro

Aprile 21, 2021

Cos’è il copy trading?

Il copy trading è una forma innovativa di trading che si collega al concetto di social trading.

Invece di investire direttamente su asset finanziari, il copy trading punta sulle persone: permette di investire copiando le operazioni di altri trader.

Questo sistema consente agli investitori neofiti di seguire e replicare le operazioni di trader più navigati ed esperti condividendo così sia i profitti che le perdite.

Uno dei broker più conosciuti per il copy trading è eToro, che è stato il primo a introdurre questa funzionalità sulla sua piattaforma, attirando così numerosi investitori.

Come funziona il copy trading su eToro?

Il copy trading eToro è una delle funzioni rese disponibili dal broker con sede a Cipro.

Fare copy trading attraverso la piattaforma eToro è molto semplice e intuitivo. Una volta creato l’account infatti, basterà fare un giro sulla piattaforma per individuare i migliori social investors da copiare e poi, una volta individuati, potremo inserirli nel nostro portafoglio. Il copy trading consente quindi di generare un portafoglio basato sulle persone.

Le clausole imposte da eToro per il copy trading sono le seguenti:

  • L’importo minimo richiesto per copiare un trader è di 500$.
  • È possibile copiare fino a un massimo di 100 trader contemporaneamente.
  • L’importo massimo che si può investire in un singolo trader è di 2.000.000$.
  • L’importo minimo per una singola transazione è di 2$. Se l’importo proporzionale nel tuo account è inferiore a questa cifra, la transazione non verrà aperta.
  • È possibile copiare trader anche nel portafoglio virtuale, ma solo i portafogli reali possono essere copiati.

Come iniziare e smettere di copiare su eToro:

La funzione di copy trading di eToro è gratuita. Le commissioni di spread non variano in alcun modo dal trading individuale al copy trading.

Premesso ciò, per iniziare a copiare un trader su eToro è sufficiente cliccare sul pulsante “Copia persone”, sulla barra laterale a sinistra della piattaforma, sotto la sezione “Scopri”.

Dopo aver cliccato, si verrà reindirizzati alla pagina dei traders copiabili in primo piano di eToro. 

eToro offre criteri di ricerca avanzata per scoprire il trader da copiare più adatto alle esigenze dell’investitore.  

Le transazioni del trading copiatore vengono eseguite in tempi molto rapidi dal momento in cui il trader copiato ha eseguito le sue transazioni. 

Se si vuole smettere di copiare un trader invece, sarà sufficiente accedere al proprio portafoglio, cliccare sulle impostazioni sul lato del trader che si vuole smettere di copiare e selezionare l’opzione “Interrompi copia”.

eToro mette anche a disposizione la funzione “Pausa copia” che permettere di interrompere la copia di un trader, senza chiudere tutte le posizioni aperte in quel momento. Per attivare la funzione, è sufficiente cliccare sul pulsante “Pausa copia”, presente nelle impostazioni del proprio portafoglio. 

eToro mette a disposizione strumenti per comunicare tra traders. Se si vuole comunicare con un trader da noi copiato si può commentare o aprire una discussione all’interno del suo profilo.  

Copy trading: profitti e perdite

Quando si copia un trader su eToro, la piattaforma mostra:

  • L’importo investito: cifra che mostra l’importo iniziale investito nella copia inclusi eventuali fondi aggiunti successivamente
  • P/L($): cifra che mostra il profitto e la perdita in dollari che il trader ha realizzato per tutta la durata della copia
  • P/L(%): percentuale, rispetto all’importo investito, di profitto e perdita che il trader ha realizzato per tutta la durata della copia

Inoltre, la piattaforma consente anche di visualizzare un riepilogo dei fondi aggiunti e rimossi di una copia e tutte le transazioni che sono state fatte in una copia. Per visualizzare il primo, bisogna cliccare sul trader copiato nella propria pagina portafoglio e passare il mouse su “Denaro in entrata/uscita”. Per visualizzare il secondo, bisogna ugualmente cliccare sul trader copiato nella propria pagina portafoglio e poi cliccare in basso a destra su “Visualizza”.

Copy trading: valore della copia

Nel proprio portafoglio è possibile visualizzare il valore della copia, ovvero la cifra che mostra l’importo esatto che tornerebbe sul saldo del proprio account se si smettesse di copiare quel determinato trader.

Questa cifra tiene conto dell’importo investito inizialmente, dei fondi aggiunti o rimossi, di profitti perdite e di tutte le commissioni o dividendi che sono stati accreditati o addebitati. 

Il valore della copia viene quindi calcolato con la seguente formula: 

IMPORTO INIZIALE + DENARO IN/OUT + P/L – COMMISSIONI = VALORE

Copy stop loss e Copy dividend

Il Copy stop loss è una funzione automatica di controllo del rischio che consente di impostare uno stop loss in dollari sull’intero rapporto di copia. Se viene raggiunto quindi, un patrimonio di copia pari all’importo selezionato nel Copy stop loss, l’intera copia si chiude automaticamente.

Con il Copy dividend invece, quando il trader che stai copiando preleva dei profitti, l’importo proporzionale di questi verrà restituito al saldo del tuo account. Questo ti consente di godere dei profitti del trader che stai copiando, non solo una volta terminata la relazione di copia, ma anche mentre lo stai copiando. 

Copyportfolios

I copyportfolios sono prodotti premium offerti dalla piattaforma eToro. 

Esistono tre tipi di copyportfolios:

  • Top trader Copyportfolios: comprendono i trader con le performance migliori su eToro, secondo una strategia predefinita
  • Market Copyportfolios: raggruppano, secondo un tema predefinito, una combinazione selezionata di CFD in azioni, materie prime o ETF
  • Partner Copyportfolios: creati dai partner di eToro

I copyportfolios vengono ribilanciati periodicamente. Essi funzionano come se fossero un gruppo di trader che operano contemporaneamente per tuo conto. Poiché quindi vengono aperte a tuo nome diverse posizioni, l’importo minimo per investire è di $5.000.

Essendo diverse posizioni, non è possibile chiudere singole posizioni all’interno dei Copyportfolios, se si vogliono monetizzare i profitti o comunque chiudere posizioni, allora è necessario chiudere l’intero investimento. 

I copyportfolios non presentano commissioni di gestione, ma sono soggetti agli spread di eToro.

 

Hai bisogno di aiuto? Contattaci in chat, per email a info@tassetrading.it oppure visita la pagina dedicata alle Tasse eToro sul nostro sito!

 

 

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eToro Partners

Aprile 21, 2021

Cos’è eToro Partners?

eToro Partners è il programma che paga gli affiliati di eToro per il traffico indirizzato alla piattaforma dalle loro fonti online, come siti web, blog, social network o altro, o dalle loro attività offline.

La partnership con eToro permette di guadagnare una quota dei profitti che i trader indirizzati dagli affiliati portano alla piattaforma.

Il partner di eToro può guadagnare denaro dal suo traffico, attraverso gli strumenti di marketing (marketing tools) disponibili, come link diretti, banner, video o altro.

Come funziona?

Ogni volta che un visitatore clicca su un link partner o su un altro strumento di marketing di un affiliato viene indirizzato al sito di eToro.

Se il visitatore decide poi di registrarsi come utente eToro e finanziare il suo conto trading, allora il programma eToro Partners monitora il traffico che lo ha indirizzato e paga l’affiliato in base al piano di commissioni che ha scelto.

I guadagni generati dal programma eToro Partners sono soggetti a un importo minimo, ovvero $100 per un trasferimento tramite eWallets o $500 per un deposito tramite bonifico bancario. 

I versamenti vengono corrisposti in base al metodo di pagamento preferito dell’affiliato oppure accreditati direttamente sul suo account eToro trading.

etoro partners

Cosa sono i piani di commissioni per gli eToro Partners?

I piani di commissioni per gli eToro Partners sono piani predefiniti basati sui CPA (Cost Per Acquisition).

Un CPA per essere valido deve soddisfare i seguenti requisiti: 

  • l’utente indirizzato deve essere nuovo su eToro. Non può avere quindi un altro account. Gli affiliati a eToro Partners non riceveranno CPA se lo stesso utente apre più account
  • l’utente indirizzato deve effettuare un FTD (First Time Deposit), ovvero un primo deposito con denaro reale
  • l’utente indirizzato deve generare almeno $10 dollari di commissioni su eToro

Quali sono gli strumenti di marketing di eToro Partners?

eToro Partners offre ai suoi affiliati molti strumenti di marketing, tutti disponibili in più lingue. Vediamone alcuni:

  • Banners: I banner di eToro Partners sono realizzati dal team creativo addetto al marketing di eToro. Sono disponibili diverse tipologie di banner in 19 lingue
  • Video: eToro Partners possiede diversi video promozionali da poter utilizzare per gli spazi web degli affiliati
  • Widgets: Miniprogrammi disponibili per i siti web degli affiliati che mostrano dati di mercato in tempo reale
  • E-mails: eToro Partners mette a disposizione l’invio di modelli di e-mail promozionali
  • Landing Pages: Sono delle pagine visualizzate dai visitatori dei siti web quando cliccano determinati link o promozioni. Esse presentano ai visitatori la piattaforma eToro

Per utilizzare questi strumenti, l’affiliato deve seguire determinati passaggi:

  • Accedere al programma eToro Partners, inserendo il proprio nome utente e la password
  • Andare sulla barra del menù a sinistra e cliccare su “Scegli strumenti di marketing
  • Selezionare la lingua e gli strumenti desiderati
  • Copiare il codice HTML per incorporarlo al proprio spazio web

Tutti gli strumenti di marketing possiedono un link identificativo associato direttamente all’account dell’affiliato. Quest’ultimo può controllare la sua attività utilizzando i report di eToro. 

Altro su eToro Partners

eToro Partners mette a disposizione la funzione creatore di link con la quale permette all’affiliato di collegare la sua promozione a qualsiasi pagina di eToro. Questo aggiungerà i parametri di monitoraggio dello stesso a qualsiasi URL di eToro. Questa funzione può rivelarsi utile per promuovere un determinato asset specifico o un determinato Popular Investor (se non hai idea di cosa siano, puoi leggere l’articolo apposito su di loro).

L’affiliato può visualizzare i report completi per monitorare e ottimizzare la sua campagna facendo clic su “Il mio report”. L’affiliato ha anche a disposizione opzioni di monitoraggio avanzate come, ad esempio, il parametro dinamico che consente di operare una distinzione tra le campagne dirette alla stessa pagina di destinazione.

Hai bisogno di aiuto?

Visita la pagina dedicata alle Tasse eToro sul nostro sito!

oppure

 

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Gli strumenti finanziari di eToro

Aprile 21, 2021

Gli strumenti finanziari di eToro

Sono a disposizione dell’investitore differenti assett, come materie prime, criptovalute, indici ed ETF

Alcune posizioni su eToro comprendono l’acquisto e la proprietà degli asset sottostanti come azioni o criptovalute, ma solo come posizioni in long e senza leva. Se invece si vuole fare short selling o utilizzare la leva finanziaria, bisogna operare con i CFD. Quest’ultimi sono contratti derivati complessi che non implicano la proprietà del sottostante (per approfondire l’argomento puoi leggere l’articolo dedicato ai CFD).

Ora vediamo nello specifico gli asset messi a disposizione da eToro.

Azioni

Il mercato azionario è dinamico e presenta molte opzioni per i trader. Le azioni sono generalmente utilizzate per investimenti di medio-lungo periodo. Esse non sono altro che un titolo finanziario rappresentativo di una quota della proprietà di una società. Il mercato delle azioni può venire influenzato da vari fattori macro e microeconomici. Alcune notizie possono influenzare il prezzo di un’azione facendolo diminuire o aumentare come, ad esempio, la pubblicazione degli utili dell’azienda, il lancio dei nuovi prodotti o la variazione dei prezzi delle azioni concorrenti.

eToro consente di comprare la proprietà delle azioni acquistandole in long e senza leva. L’azione verrà così tenuta a tuo nome. Le società che producono utili spesso distribuiscono dividendi ai loro azionisti. Se possiedi le azioni di queste società, allora riceverai anche i dividendi (da dichiarare poi l’anno successivo).

eToro offre anche la possibilità, tramite il trading in CFD, di aprire posizioni in short, di utilizzare la leva finanziaria, e di comprare frazioni di azioni, ovvero investire anche solamente $100 in un’azione che in realtà costa $300.

Criptovalute

Le criptovalute sono degli asset che utilizzano la tecnologia blockchain. La loro popolarità è cresciuta in modo incredibile negli ultimi anni e, per questo, sono diventate un punto di riferimento per molti trader. Il mercato delle criptovalute è molto volatile ed è abbastanza comune osservare fluttuazioni percentuali a doppia cifra anche in una sola giornata. La criptovaluta più famosa e diffusa è sicuramente il Bitcoin. 

eToro consente di acquistare cripto, prendendo la proprietà dell’asset sottostante che viene comprato e tenuto da eToro per tuo conto. Queste transizioni sono in long e senza leva. L’acquisto e la vendita di questi asset sottostanti non sono regolamentati e non è prevista protezione per gli investitori.

Le posizioni in short o con la leva sono invece fatte utilizzando CFD e sono quindi regolamentate.

Materie prime

Sono uno degli asset sicuramente più antico del mondo degli investimenti. Le materie prime hanno una rappresentanza fisica nel mondo reale che sia gas, petrolio, oro o altro. I loro prezzi di mercato pertanto, vengono influenzati anche da eventi del mondo reale. Alcune materie prime, come l’oro, sono considerati beni rifugio che danno stabilità e una buona diversificazione al portafoglio.

Su eToro fare trading sulle materie prime è possibile solo operando in CFD. Pertanto, non viene acquistata realmente l’attività sottostante e si possono aprire posizioni anche in short, con leva e con proprietà frazionale, investendo, ad esempio, $200 in oro, anche se una singola unità costa $1000.

strumenti finanziari di etoro

Valute

Il mercato delle valute è uno dei più grandi al mondo ed è incredibilmente volatile, con variazioni che si verificano anche nell’arco di pochi secondi.

Per questo motivo, chi fa trading in questo mercato ha dichiarato di operare generalmente intraday, ovvero nell’arco della stessa giornata e spesso apre e chiude le posizioni nel giro di qualche minuto. La fluttuazione nel mercato delle valute è misurata in un’unità molto piccole, ovvero in pip.

Questo mercato richiede capitali considerevoli per generare profitti rilevanti. Per questo motivo, nel mercato delle valute sono grandemente offerte delle transizioni con leva a rapporto fisso. Con un rapporto 1:100, ad esempio, per ogni dollaro investito avremo altri $99. La leva però, può rappresentare un forte pericolo nel caso in cui si abbiano delle perdite. I tassi di cambio delle valute possono essere influenzati da vari fattori ed eventi economici. 

Come per le materie prime, su eToro è possibile fare trading nel mercato delle valute solo operando con i CFD.

ETF

Un ETF (Exchange Traded Fund) è un fondo che replica, generalmente passivamente, diversi asset raggruppati insieme, funzionando come un unico asset negoziabile. 

Gli ETF seguono generalmente l’andamento di un indice sottostante e rappresentano un’opzione a basso rischio per gli investitori. 

Gli ETF sono creati da organismi finanziari e sono considerati strumenti di investimento a lungo termine, orientati verso un rischio basso e verso profitti costanti nel tempo. 

Come per le azioni, gli ETF, acquistati in long e senza leva su eToro, sono comprati e tenuti a tuo nome, investendo sull’asset sottostante, mentre se si vuole fare short selling, usare la leva finanziaria o comprare frazioni di ETF, allora si dovrà operare con i CFD.

Se stai adottando la strategia del piano d’accumulo con ETF, ricordati di dichiarare quanto movimentato sul conto Etoro per non aver problemi col fisco in futuro.

Indici

Tutti i più importanti mercati azionari del mondo hanno uno o più indici che riflettono lo stato di quel mercato. Ogni azione ha un effetto diverso sugli indici di mercato e quindi, alcune società possono avere un peso maggiore rispetto alle altre all’interno dei propri indici. 

Su eToro gli indici vengono negoziati interamente come CFD, dal momento che non sono asset finanziari su cui si può investire direttamente.

 

Non hai idea di come dichiarare questi strumenti?

Visita la pagina dedicata alla Dichiarazione eToro!

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