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Common Reporting Standard (CRS): scambio di informazioni tra brokers esteri e autorità fiscali

Dal 2016 è stato introdotto dall’autorità fiscale il Common Reporting Standard (CRS), strumento capace di incrementare la trasparenza fiscale e per impedire l’occultamento di attività e redditi in conti esteri trading.

Le istituzioni finanziarie sono obbligate a raccogliere e segnalare informazioni sui conti detenuti da non residenti alle autorità fiscali locali, le quali a loro volta scambiano automaticamente queste informazioni con le autorità fiscali nei paesi di residenza dei titolari dei conti.

Cos’è il Common Reporting Standard?

E’ uno standard globale per tutte le giurisdizioni partecipanti allo scambio di informazioni migliorando la disponibilità, la qualità e l’accuratezza delle informazioni al fine di lottare efficacemente contro la frode e l’evasione fiscale.

Come funziona il CRS?

Le banche (Fineco, Revolut …), i broker (come Interactive Brokers, Plus500, AvaOptions …), e gli exchange (Binance, Kraken, Coinbase …) sono obbligati a identificare i conti detenuti da persone e entità fiscali straniere e a riferire determinate informazioni su quei conti alle autorità fiscali locali. Queste informazioni includono:

  • Identità del titolare del conto
  • Saldo del conto alla fine dell’anno
  • Tipi di redditi, come interessi, dividendi e altri pagamenti generati dal conto

Limitazioni del CRS

Il CRS è un ottimo strumento per arrivare alla trasparenza fiscale ma presenta alcune limitazioni riguardanti il calcolo delle plusvalenze che possiamo riassumere in 3 punti importanti:

  1. Il CRS raccoglie e trasmette dati piuttosto generici riguardanti i saldi e i flussi dei conti, non dettagli specifici sulle singole transazioni che possono determinare plusvalenze o minusvalenze. Questo significa che i dati forniti non includono informazioni su quando esattamente un’attività è stata acquistata o venduta, o a quale prezzo specifico.
  2. I dati CRS non forniscono il contesto delle transazioni, come il motivo di un particolare movimento di denaro o la strategia di trading dietro una vendita o un acquisto. Questo è essenziale per calcolare correttamente le plusvalenze, che dipendono dalla differenza tra il costo di acquisto e il prezzo di vendita di un’attività.
  3. Il CRS non fornisce informazioni sui costi di acquisto delle attività finanziarie, un dato cruciale per il calcolo delle plusvalenze. Senza questi dati, non è possibile determinare il guadagno o la perdita effettiva realizzata.

In conclusione..

E’ importante comprendere che il CRS fornisce alle autorità fiscali una visione generale dei loro conti finanziari all’estero ma non offre tutti i dettagli necessari per una dichiarazione fiscale accurata. Consigliamo di mantenere registrazioni dettagliate delle loro transazioni di investimento, inclusi i costi di acquisto e i dettagli delle vendite, per calcolare accuratamente le plusvalenze e assolvere correttamente i propri obblighi fiscali.

Inoltre è possibile che l’autorità fiscale quando viene a conoscenza del possesso del conto faccia dei controlli incrociati per verificare la dichiarazione effettiva del conto trading estero e se non trova riscontro invierà una lettera di compliace