Common Reporting Standard (CRS): scambio automatico di informazioni tra brokers esteri e autorità fiscali
Dal 2016 è stato introdotto dall’autorità fiscale il Common Reporting Standard (CRS), strumento capace di incrementare la trasparenza fiscale e per impedire l’occultamento di attività e redditi in conti esteri trading.
Le istituzioni finanziarie sono obbligate a raccogliere e segnalare informazioni sui conti detenuti da non residenti alle autorità fiscali locali, le quali a loro volta scambiano automaticamente queste informazioni con le autorità fiscali nei paesi di residenza dei titolari dei conti.
Cos’è il Common Reporting Standard?
E’ uno standard globale per tutte le giurisdizioni partecipanti allo scambio di informazioni migliorando la disponibilità, la qualità e l’accuratezza delle informazioni al fine di lottare efficacemente contro la frode e l’evasione fiscale.
Come funziona il CRS?
Le banche (Fineco, Revolut …), i broker (come Interactive Brokers, Plus500, AvaOptions …), e gli exchange (Binance, Kraken, Coinbase …) sono obbligati a identificare i conti detenuti da persone e entità fiscali straniere e a riferire determinate informazioni su quei conti alle autorità fiscali locali. Queste informazioni includono:
Identità del titolare del conto
Saldo del conto alla fine dell’anno
Tipi di redditi, come interessi, dividendi e altri pagamenti generati dal conto
Limitazioni del CRS
Il CRS è un ottimo strumento per arrivare alla trasparenza fiscale ma presenta alcune limitazioni riguardanti il calcolo delle plusvalenze che possiamo riassumere in 3 punti importanti:
Il CRS raccoglie e trasmette dati piuttosto generici riguardanti i saldi e i flussi dei conti, non dettagli specifici sulle singole transazioni che possono determinare plusvalenze o minusvalenze. Questo significa che i dati forniti non includono informazioni su quando esattamente un’attività è stata acquistata o venduta, o a quale prezzo specifico.
I dati CRS non forniscono il contesto delle transazioni, come il motivo di un particolare movimento di denaro o la strategia di trading dietro una vendita o un acquisto. Questo è essenziale per calcolare correttamente le plusvalenze, che dipendono dalla differenza tra il costo di acquisto e il prezzo di vendita di un’attività.
Il CRS non fornisce informazioni sui costi di acquisto delle attività finanziarie, un dato cruciale per il calcolo delle plusvalenze. Senza questi dati, non è possibile determinare il guadagno o la perdita effettiva realizzata.
In conclusione..
E’ importante comprendere che il CRS fornisce alle autorità fiscali una visione generale dei loro conti finanziari all’estero ma non offre tutti i dettagli necessari per una dichiarazione fiscale accurata. Consigliamo di mantenere registrazioni dettagliate delle loro transazioni di investimento, inclusi i costi di acquisto e i dettagli delle vendite, per calcolare accuratamente le plusvalenze e assolvere correttamente i propri obblighi fiscali.
Inoltre è possibile che l’autorità fiscale quando viene a conoscenza del possesso del conto faccia dei controlli incrociati per verificare la dichiarazione effettiva del conto trading estero e se non trova riscontro invierà una lettera di compliace
Hai recentemente ricevuto una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate riguardante irregolarità nella dichiarazione dei redditi del 2019?
In queste ultime settimane, l’Agenzia delle Entrate ha avviato una campagna di notifiche ai residenti fiscali italiani per segnalare eventuali discrepanze riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi relative all’anno fiscale 2019.
Grazie al meccanismo di scambio automatico di informazioni, le autorità fiscali italiane hanno ora piena visibilità sui patrimoni detenuti all’estero dai contribuenti, intensificando di conseguenza i controlli sulla correttezza delle dichiarazioni.
Di cosa tratta esattamente la comunicazione di Compliance?
“Gentile Contribuente, desideriamo informarLa che abbiamo rilevato una possibile anomalia nella Sua dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2020. In particolare, in base ai dati in nostro possesso, ricevuti dalle Amministrazioni fiscali estere, risulta che: – i conti e le attività finanziarie da Lei detenuti all’estero non sono stati correttamente indicati nel quadro RW, ai fini del monitoraggio fiscale e/o dell’eventuale determinazione dell’IVAFE (Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero). – i redditi da Lei percepiti a titolo di interessi, dividendi e altri proventi in relazione alle attività detenute all’estero non sono stati inseriti nei corrispondenti quadri dichiarativi. Potrà verificare i dati in nostro possesso relativamente alle attività finanziarie e/o ai redditi esteri percepiti nel 2020, posti a base della presente comunicazione, consultando i prospetti informativi disponibili nell’area riservata del sito internet www.agenziaentrate.nov.it, nella sezione «L’Agenzia scrive» del suo Cassetto fiscale.
Come fornire chiarimenti e chiedere informazioni se hai ricevuto una notifica di anomalie per la dichiarazione dei redditi 2020 Se ritiene che la nostra segnalazione non sia corretta, ma dovuta a inesattezze nelle informazioni pervenute dalle Amministrazioni fiscali estere oppure se ha già assolto gli obblighi dichiarativi (ad esempio per il tramite di una banca o di altro operatore finanziario italiano), La invitiamo a fornire chiarimenti e idonea documentazione, utilizzando il canale di assistenza CIVIS nella Sua Area riservata sul sito de11’Agenzia delle entrate, che consente di trasmettere i documenti in formato elettronico, con attestazione di ricevuta.
Come regolarizzare dopo una lettera di Compliance per il proprio conto trading estero Se ritiene, invece, che le nostre informazioni siano corrette, può regolarizzare la Sua posizione mediante il ravvedimento operoso, beneficiando così della riduzione delle sanzioni. La regolarizzazione spontanea della Sua posizione Le eviterà i relativi controlli da parte de11’Amininistrazione finanziaria. In tale sede, in caso di attività estere non indicate nel quadro RW e detenute in Stati o territori a fiscalità privilegiata, Lei avrà l’onere di dimostrare che le stesse non si sono costituite mediante redditi sottratti a tassazione.”
Per questo scopo, sono fornite istruzioni dettagliate su come effettuare il ravvedimento operoso, oltre a consigli su come compilare correttamente la dichiarazione integrativa per correggere le discrepanze.
In assenza di una regolarizzazione della situazione o, in alternativa, della presentazione di spiegazioni che possano giustificare le irregolarità, l’Agenzia delle Entrate potrebbe avviare verifiche approfondite.
Il nostro team di Tasse Trading è pronto a assisterti nel processo di regolarizzazione o per fornire le necessarie delucidazioni all’Agenzia delle Entrate in merito alle anomalie nella dichiarazione dei redditi del 2020. Ti invitiamo a contattarci quanto prima!
L’Agenzia delle Entrate ottiene dagli intermediari finanziari esteri determinate informazioni, ma non procede con un’analisi fiscale dettagliata. Per esempio, nella voce relativa ai proventi lordi viene riportato un importo che non corrisponde alla plusvalenza realizzata, bensì alla somma totale dei pagamenti ricevuti per tutte le transazioni eseguite (indicate nelle voci RT21 e RT22 del modello di dichiarazione).
È comune osservare che la somma dei pagamenti e dei costi associati superi notevolmente il valore effettivo del conto. Ciò è dovuto al fatto che lo stesso capitale può essere impiegato ripetutamente in diverse operazioni di acquisto e vendita.
RT21: Totale dei corrispettivi→ la somma dei ricavi generati da tutte le transazioni.
RT22: Totale dei costi → la somma dei costi sostenuti per tutte le transazioni.
RT23: Plusvalenza o minusvalenza reale
Si aggiunge che, spesso, si presume che il conto sia denominato interamente in GBP, a causa della precedente sede di Interactive Brokers (IB) nel Regno Unito, portando così a significative differenze nei tassi di cambio.
Per procedere con il ravvedimento operoso a seguito della ricezione della comunicazione di compliance per il conto trading estero, è necessario presentare una dichiarazione integrativa utilizzando esclusivamente il Modello Redditi Persone Fisiche 2020:
Presentazione della dichiarazione integrativa + pagamento delle maggiori imposte (con sanzioni ridotte).
In questa dichiarazione, oltre ai redditi, oneri e crediti già dichiarati originariamente (che non necessitano di modifiche), bisogna includere gli investimenti e le attività finanziarie possedute all’estero e/o i redditi di fonte estera evidenziati nella comunicazione ricevuta. In particolare, gli investimenti e le attività finanziarie estere dovranno essere riportati nel quadro RW del modello dichiarativo, mentre i redditi di fonte estera (interessi, dividendi e altri proventi legati a tali attività estere) per l’anno fiscale 2020 dovranno essere indicati nei quadri corrispondenti (RL, RM, e RT).
Al momento della presentazione della dichiarazione integrativa, sarà necessario versare le eventuali maggiori imposte dovute, insieme agli interessi e alle sanzioni ridotte, a seconda della prontezza nella regolarizzazione, come stabilito dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, relativo al ravvedimento operoso.
Elenco dei Paesi White List per Investimenti Esterni: Garanzia di Trasparenza e Scambio di Informazioni
L’elenco dei paesi inclusi nella cosiddetta “white list”, ovvero la lista bianca, rappresenta quelle giurisdizioni riconosciute per il loro elevato standard di trasparenza e cooperazione nello scambio di informazioni finanziarie con l’Italia. Tale lista è definita dal Decreto Ministeriale del 4 settembre 1996, con successive modifiche, e include oltre 120 paesi che soddisfano i criteri richiesti per garantire un’adeguata condivisione di dati finanziari a scopi fiscali.
Quali Paesi Sono Inclusi nella White List Italiana?
Questi paesi, definiti da un decreto del Ministero delle Finanze italiano, si impegnano a garantire uno scambio di informazioni finanziarie che rispetta alti standard internazionali di compliance. L’appartenenza a questa lista si traduce in benefici diretti per gli investitori, in termini di minori obblighi di monitoraggio fiscale sugli investimenti detenuti in tali giurisdizioni. Questo elenco viene aggiornato annualmente per riflettere le nuove adesioni o eventuali esclusioni basate sulla reale collaborazione nello scambio di dati.
Vantaggi Fiscali e Semplificazioni Legate alla White List
Essere parte della white list significa che una giurisdizione offre garanzie sufficienti riguardo allo standard di scambio di informazioni finanziarie con l’Italia, facilitando una maggiore compliance internazionale. Questo status contrasta direttamente con le cosiddette “black list”, elenchi di paesi considerati non collaborativi sotto il profilo dello scambio di informazioni e della trasparenza fiscale, che comportano maggiori oneri e controlli per gli investitori.
Differenze Tra Paesi White List e Black List
La distinzione tra paesi della white list e quelli della black list risiede principalmente nella loro capacità di garantire trasparenza e cooperazione nello scambio di informazioni finanziarie. Mentre i paesi della white list soddisfano gli standard richiesti, quelli della black list vengono identificati come non collaborativi, influenzando così la gestione degli investimenti esteri e le decisioni relative alla residenza fiscale.
Trasparenza Internazionale e Scambio di Informazioni: Un Obiettivo Globale
La trasparenza e lo scambio di informazioni hanno acquisito importanza cruciale nell’ambito fiscale internazionale, con iniziative come la FATCA negli Stati Uniti e lo standard CRS dell’OCSE che mirano a migliorare la cooperazione globale. L’Unione Europea ha seguito questa tendenza, adottando normative che ampliano la cooperazione amministrativa e lo scambio di dati, segnando un passo importante verso una maggiore trasparenza fiscale a livello mondiale.
Grazie all’inclusione in questa lista, per gli investitori si aprono semplificazioni specifiche nella compilazione del quadro RW, parte della dichiarazione dei redditi italiana, relativo al monitoraggio delle attività finanziarie detenute all’estero. La partecipazione in società estere residenti in paesi della white list richiede la sola indicazione del valore e della percentuale di partecipazione, a differenza di quanto necessario per i paesi non inclusi, dove si richiede un dettaglio maggiore.
In conclusione, l’appartenenza alla white list di un paese offre vantaggi significativi sotto il profilo della trasparenza fiscale e della semplificazione degli adempimenti per gli investitori, rafforzando il contesto internazionale di cooperazione e scambio di informazioni.
Il Tuo Conto eToro e l’Imposta sulle Cripto Attività
A seguito della nostra recente comunicazione riguardante l’imposta cripto, abbiamo ricevuto numerose domande da parte dei clienti con conto eToro, in particolare:
Come posso regolarizzare le criptovalute detenute nel mio conto eToro?
Queste sono questioni rilevanti e, per questo motivo, desideriamo offrire alcuni chiarimenti essenziali su tre concetti finanziari: l’Imposta di Bollo, l’IVAFE e l’Imposta Cripto.
Imposta di Bollo: Questa imposta è a carico dell’intermediario italiano per i rapporti finanziari detenuti in Italia.
L’IVAFE Imposta di Bollo: Questa imposta è a carico dell’intermediario italiano per i rapporti finanziari detenuti in Italia.
L’imposta cripto: Funziona in modo simile all’IVAFE ma è applicata alle criptovalute per le quali non è stata versata l’imposta di bollo in Italia.
Imposta di bollo, IVAFE e Imposta Cripto Sono le tre imposte equivalenti?
Sì, benché la metodologia di calcolo differisca, tutte e tre le imposte mirano allo stesso scopo e prevedono un’aliquota dello 0,2% sul valore delle attività, calcolato in base al periodo di possesso.
Se possiedo un conto eToro, devo pagare sia l’IVAFE che l’Imposta Cripto?
– La risposta è sì se detieni sia criptovalute che azioni o contanti. Tuttavia, l’importo totale da pagare non sarà la somma delle due imposte: il nostro software specifico calcolerà l’imposta cripto dovuta sulle tue cripto-attività e l’IVAFE sul valore residuo delle altre attività finanziarie.Per ulteriori informazioni, ti invitiamo a visitare il nostro sito web o a contattarci tramite chat dal lunedì al venerdì, dalle 09:00 alle 18:00, per assistenza sul servizio e sulla fiscalità relativa al tuo conto eToro.
Che cos’è il modulo R-185 di Interactive Brokers? Ha una utilità per le tasse in Italia?
Una volta l’anno, i titolari di un conto Interactive Brokers Irlanda ricevono una email con questo testo. E’ utile il modulo R-185?
Gentile cliente di IBKR,
Il modulo R-185 relativo all’anno fiscale 2023 e associato al conto U****** è ora disponibile. Potrai consultarlo accedendo al tuo conto e selzionando le seguenti voci Performance & Report > Fiscalità. In alternativa, ti sarà possibile accedere tramite il seguente link:
Visita la pagina Informazioni e adempimenti fiscali del nostro sito web oppure contatta il nostro Servizio Clienti per saperne di più.
Cordiali saluti
Interactive Brokers
Il modulo R-185 è relativo alla ritenuta alla fonte sugli interessi per il conto con sede in Irlanda: “Certificate of Income Tax Deducted”.
Riportiamo il certificato ricevuto da Interactive Brokers:
Questo documento certifica l’avvenuto pagamento della ritenuta di imposta sugli interessi in Irlanda, nell’esempio riportato sopra possiamo constatare che la ritenuta è stata del 20%.
I clienti che risiedono in paesi del SEE (Spazio Economico Europeo) e i clienti in paesi che hanno un DTA (convenzione sulla doppia imposizione fiscale) con l’Irlanda, potranno evitare alcune ritenute fiscali, riducendo la ritenuta dal 20% al 10%.
Per usufruire dell’aliquota di ritenuta più bassa del 10% basterà completare il Modulo 8-3-6 e farlo firmare dalle autorità fiscali del proprio paese. Il modulo infine andrà inviato a IBKR. Per saperne di più in merito al modulo 836 e alla sua compilazione, ti invitiamo a cliccare qui per una spiegazione completa.
E il modulo R185 Certificate of Income Tax Deducted che cosa ne facciamo?
Se il certificato R-185 riporta una ritenuta del 10%, è il minimo che avremmo potuto pagare per cui possiamo tranquillamente mettere il nostro certificato in un cassetto. In teoria, se il certificato presenta una ritenuta applicata al 20% potremmo richiedere il rimborso per la differenza tra l’importo versato e l’importo che sarebbe stato dovuto al 10%: ma considerando i costi di gestire tale pratica questa operazione avrà senso soltanto se stiamo parlando di un rimborso di varie centinaia, o migliaia di euro.
Tasse Trading è specializzato nell’elaborazione fiscale dei conti Interactive Brokers, per il fisco Italiano:
Negli ultimi decenni, il fenomeno del trasferimento all’estero è diventato sempre più comune tra gli italiani. Lavoro, studio, o semplicemente la ricerca di nuove opportunità, sono solo alcune delle ragioni per cui le persone decidono di lasciare il proprio paese d’origine. In questo contesto, l’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) svolge un ruolo fondamentale. In questo articolo, esploreremo cosa significa trasferirsi all’estero per gli italiani, quali sono le implicazioni dell’AIRE, e come navigare attraverso questo processo.
Trasferimento all’Estero: Motivazioni e Sfide
Le motivazioni che spingono gli italiani a trasferirsi all’estero possono variare ampiamente. Alcuni lo fanno per perseguire nuove opportunità di lavoro o di studio, mentre altri cercano una migliore qualità della vita. Le sfide che accompagnano il trasferimento all’estero, tuttavia, non vanno sottovalutate. Il distacco dalla famiglia e dagli amici, la necessità di adattarsi a una nuova cultura e lingua, e l’instabilità che può derivare da un cambiamento così significativo, sono solo alcune delle sfide che gli espatriati italiani possono incontrare.
L’AIRE, o Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, è un registro istituito dal governo italiano che tiene traccia degli italiani residenti all’estero. Questo registro è stato creato per garantire una connessione continua tra gli italiani che si trasferiscono all’estero e il loro paese d’origine. Essere registrati presso l’AIRE è importante per vari motivi:
Conservare la cittadinanza italiana: Essere registrati presso l’AIRE non influisce sulla cittadinanza italiana. Molti paesi richiedono che gli espatriati siano registrati come residenti all’estero per evitare la doppia imposizione fiscale.
Accesso ai servizi consolari: Essere registrati presso l’AIRE è un prerequisito per accedere ai servizi consolari forniti dalle ambasciate e dai consolati italiani all’estero. Questi servizi possono essere fondamentali in situazioni di emergenza o per l’ottenimento di documenti ufficiali.
Diritto di voto: Essere registrati presso l’AIRE consente agli italiani all’estero di partecipare alle elezioni italiane. Questo diritto è importante per mantenere un legame attivo con la politica e la vita pubblica in Italia.
Facilità nell’ottenere documenti italiani: La registrazione presso l’AIRE semplifica il processo di ottenere documenti italiani come il passaporto o la carta d’identità.
Come Registrarsi presso l’AIRE?
La registrazione presso l’AIRE è un processo relativamente semplice, ma è importante farlo correttamente.
Ecco i passi da seguire:
Contatta il tuo consolato locale: La registrazione presso l’AIRE avviene presso il consolato italiano nella tua giurisdizione. Contatta il consolato per ottenere informazioni specifiche sul processo e i documenti necessari.
Compila il modulo di iscrizione: Dovrai compilare un modulo di iscrizione, che richiede informazioni personali come nome, data di nascita, e indirizzo all’estero. Assicurati di avere tutti i documenti richiesti, come il certificato di residenza.
Verifica della documentazione: Una volta compilato il modulo, il consolato verificherà la tua documentazione. È importante presentare tutti i documenti richiesti in modo accurato.
Firma e consegna: Dopo aver completato il processo di registrazione, dovrai firmare il modulo di iscrizione e consegnarlo al consolato.
Aggiornamenti periodici: Assicurati di mantenere il tuo status presso l’AIRE aggiornato, specialmente se cambi indirizzo o situazione lavorativa.
Considerazioni Fiscali e L’AIRE
Uno degli aspetti importanti da tenere in considerazione quando si è registrati presso l’AIRE è la situazione fiscale.
Quando si parla di considerazioni fiscali e AIRE, ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione.
Residenza fiscale: Essere iscritti all’AIRE non significa automaticamente che un cittadino italiano sia esentasse in Italia. La residenza fiscale è determinata da vari fattori, tra cui il luogo in cui si risiede effettivamente, la durata della permanenza all’estero e i legami familiari e finanziari in Italia. La residenza fiscale influenzerà come una persona è tassata.
Tassazione all’estero: Molti paesi applicano le proprie leggi fiscali ai residenti, e ciò può comportare il pagamento di imposte in quel paese. Dovresti essere consapevole delle leggi fiscali del paese in cui risiedi e assicurarti di rispettarle.
Convenzioni contro la doppia imposizione: L’Italia ha firmato accordi con molti paesi per evitare la doppia imposizione sul reddito. Questi accordi stabiliscono come il reddito dovrebbe essere tassato in caso di residenza fiscale in un paese diverso da quello di origine.
Dichiarazione dei redditi: Anche se sei iscritto all’AIRE, potresti dover presentare una dichiarazione dei redditi in Italia, in particolare se hai entrate da fonti italiane.
Assistenza fiscale: È consigliabile cercare assistenza fiscale da un professionista esperto quando si tratta di considerazioni fiscali e AIRE, poiché la legislazione fiscale può essere complessa e soggetta a modifiche.
In generale, le considerazioni fiscali e AIRE richiedono una valutazione accurata della tua situazione personale e della legislazione fiscale nei paesi coinvolti. Consultare un consulente fiscale può aiutarti a gestire al meglio la tua situazione fiscale quando si vive all’estero come cittadino italiano iscritto all’AIRE.
Quando si detiene un conto trading estero è sempre obbligatorio inserirlo nella dichiarazione dei redditi. I quadri interessati ai redditi derivanti dal trading online, criptovalute sono i seguenti:
Il Quadro RL del Modello Redditi Persone Fisiche rappresenta un aspetto cruciale nella compilazione della dichiarazione dei redditi, offrendo un dettaglio prezioso sulle detrazioni fiscali che i contribuenti possono richiedere. Questo quadro, che si colloca all’interno della complessa architettura della dichiarazione dei redditi, è fondamentale per chi desidera ottimizzare la propria situazione fiscale, garantendo al contempo la conformità alle normative vigenti.
Contestualizzazione del Quadro RL
Il Quadro RL è concepito per raccogliere informazioni riguardanti i redditi da lavoro dipendente e assimilati, pensioni, redditi diversi e detrazioni fiscali. Attraverso una serie di sezioni ben definite, il contribuente è tenuto a fornire dettagli precisi riguardo a ogni fonte di reddito e ad attestare gli oneri deducibili a suo favore.
La sezione relativa ai redditi da lavoro dipendente è di particolare rilevanza. Qui, il contribuente è chiamato a indicare il proprio datore di lavoro, la tipologia di lavoro svolto e il totale dei compensi percepiti nel corso dell’anno fiscale. Inoltre, vengono riportate eventuali somme erogate a titolo di contributi previdenziali e assistenziali.
Il Quadro RL include anche una sezione dedicata alle pensioni e ad altre entrate assimilabili. I pensionati devono dichiarare i redditi derivanti dalla pensione, specificando l’istituto previdenziale erogante e l’importo totale percepito. Allo stesso modo, vengono inclusi eventuali redditi diversi, come quelli derivanti da locazioni, proventi da capitale e altro.
Il Quadro RL nei conti Trading
Il quadro RL deve essere compilato in presenza di bonus e/o plusvalenze da ETF non armonizzati. In questo caso, questi redditi subiranno un’imposta in base allo scaglione di reddito di appartenenza. Inoltre per i redditi derivanti dalle criptovalute, quali redditi da staking, mining, altri interessi fino al 2022 rientravano nel Quadro RL che si è adattato per includere anche queste nuove forme di investimento.
A partire dal 2023 invece i redditi da staking andranno nel quadro RT e concorreranno alla franchigia di €2.000.
Aliquote del quadro RL
A partire dal 2022, le aliquote sono le seguenti:
Prima Fascia di Reddito (fino a 15.000 euro): Aliquota del 23%.
Seconda Fascia di Reddito (da 15.001 euro a 28.000 euro): Aliquota del 25%.
Terza Fascia di Reddito (da 28.001 euro a 55.000 euro): Aliquota del 35%.
Quarta Fascia di Reddito (oltre 55.000 euro): Aliquota del 43%.
Detrazioni Fiscali
Una parte cruciale del Quadro RL è rappresentata dalle detrazioni fiscali. Qui, il contribuente ha l’opportunità di ridurre il proprio carico fiscale attraverso la dichiarazione di spese detraibili, come ad esempio quelle mediche, universitarie o relative a lavori di ristrutturazione edilizia. La compilazione accurata di questa sezione richiede la conoscenza approfondita delle normative vigenti e delle condizioni necessarie per beneficiare delle detrazioni.
Gli Exchange Traded Fund (ETF) richiedono una valutazione individuale al momento della chiusura di ogni trade. È importante considerare le dinamiche specifiche di tassazione per le minusvalenze e plusvalenze generate da tali strumenti finanziari.
Le minusvalenze derivanti dagli ETF devono essere dichiarate come redditi diversi, e hanno la possibilità di compensare altri redditi diversi, come ad esempio quelli provenienti da azioni, opzioni e futures.
Le plusvalenze da ETF, a seconda della loro natura, vanno dichiarate in modo differenziato. Nel caso degli ETF armonizzati, le plusvalenze sono considerate redditi di capitale, mentre per gli ETF non armonizzati, queste possono essere dichiarate come redditi ordinari.
Per gli ETF non armonizzati, la tassazione segue le regole della tassazione ordinaria e varia in base allo scaglione di reddito di appartenenza del contribuente, con aliquote comprese tra il 23% e il 43%.
I proventi derivanti da ETF non armonizzati vengono sommati agli altri redditi (lavoro autonomo, dipendente, affitti…). Si possono utilizzare per detrarre le varie spese (esempio spese mediche, assicurative, per ristrutturazione, ecc.), se i redditi a tassazione ordinaria non compensano interamente le detrazioni. Chiudendo plusvalenze da ETF non armonizzati si recuperano le detrazioni.
Ecco un esempio degli ETF non armonizzati nel quadro RL.
QUADRO RM – Redditi soggetti a tassazione separata e ad imposta sostitutiva e proventi di fonte estera, rivalutazione del valore dei terreni
Un altro quadro della dichiarazione dei redditi che può essere compilato se si detiene il conto all’estero è il quadro RM.
La norma precisa che: “in questo quadro devono essere indicati i redditi soggetti a tassazione separata indicati nell’art. 7, comma 3, art. 15, comma 1, lett. f), e art. 17 del TUIR, nonché alcuni redditi di capitale percepiti all’estero, ai quali si applica la disposizione dell’art. 18 del TUIR, i redditi di capitale di cui all’art. 4 del D.Lgs. 1° aprile 1996, n. 239, sui quali non è stata applicata l’imposta sostitutiva, i valori dei terreni di cui all’art. 67, comma 1 lett. a) e b) del TUIR rideterminati ai sensi dell’art. 2 del decreto-legge 24 dicembre 2002,n. 282, e successive modificazioni, i valori dei beni sequestrati da parte del curatore giudiziario, i compensi da lezioni private e ripetizioni sui quali è applicata l’imposta sostitutiva e i redditi per i quali è possibile esercitare l’opzione prevista dall’art. 24-ter del TUIR.”
Ma cosa vuol dire? Sostanzialmente nel quadro RM vi rientrano 4 tipologie di redditi:
La compilazione del Quadro RM è obbligatoria per tutti i contribuenti italiani che hanno percepito redditi da fonti all’estero durante l’anno fiscale. Questo include sia i cittadini italiani residenti all’estero che i cittadini stranieri residenti in Italia. Le persone fisiche, le società, e le associazioni non commerciali che soddisfano questa condizione devono compilare il Quadro RM.
Qual è l’aliquota marginale del Quadro RM?
Nel quadro RM, i redditi sono soggetti a una tassazione fissa al 26%. Questo regime differisce da quello del quadro RT, in quanto nel quadro RM non è possibile compensare eventuali perdite con i profitti. In altre parole, nel quadro RT, i redditi possono essere combinati con plusvalenze o minusvalenze, e solo sulla parte in cui si verifica un profitto si applica il tasso fisso del 26%. Nel quadro RM, invece, i redditi sono tassati direttamente senza la possibilità di dedurre eventuali perdite.
Quadro RM esempio pratico:
Come vediamo nell’esempio si compila la sezione V. Nella Sezione V del quadro RM vanno indicati i redditi di capitale di fonte estera, percepiti direttamente dal contribuente senza l’intervento di intermediari residenti. Tali redditi sono soggetti ad imposizione sostitutiva nella stessa misura della ritenuta alla fonte a titolo di imposta applicata in Italia sui redditi della stessa natura (art. 18 del TUIR).
Nella colonna 1, la lettera corrispondente al tipo di reddito secondo l’elencazione riportata in APPENDICE alla voce “Redditi di capitale di fonte estera soggetti ad imposta sostitutiva”. Esempio: la lettera G corrisponde agli interessi positivi percepiti.
nella colonna 2, il codice dello Stato estero in cui il reddito è stato prodotto. Per maggiori informazioni sui codici clicca qui.
nella colonna 3, l’ammontare del reddito, al lordo di eventuali ritenute subìte nello Stato estero in cui il reddito è stato prodotto.
nella colonna 4, l’aliquota applicabile;
nella colonna 6, l’imposta dovuta.
Ad esempio nel Quadro RM riportato vediamo interessi positivi derivanti da un conto inglese (codice estero 031) per un importo di 64€. Questi vengono tassati al 26%. L’imposta da pagare ammonta a €17.
Fare da soli è rischioso e si rischia di commettere errori. Affidati a Tasse Trading, Professionisti del settore per evitare di pagare maggiori imposte o dover pagare sanzioni per importi riportati non corretti.
Tassazione cripto-attività: Circolare n.30/E del 27 ottobre 2023
ll 27 ottobre 2023 è stata emessa la Circolare n. 30/E con l’obiettivo di chiarire il trattamento fiscale delle cripto-attività in Italia. Con la Legge di bilancio 2023, infatti, ha disciplinato il regime di tassazione delle “cripto-attività” introducendo una nuova categoria di redditi diversi soggetti a tassazione con aliquota del 26%.
Nuova introduzione della lettera c-sexies al comma 1 dell’articolo 67:
Introduce una nuova categoria di cripto-attività definita come «una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga».
Questa categoria copre tutte le attività che generano reddito attraverso la detenzione, il rimborso e i trasferimenti di valori e diritti. Inoltre le plusvalenze realizzate e gli altri proventi percepiti per effetto di operazioni aventi ad oggetto dette cripto-attività, comunque denominate, sono imponibili, in capo alle persone fisiche.
Le plusvalenze e altri guadagni derivanti da operazioni con cripto-attività, indipendentemente dalla loro denominazione, sono soggetti a un’imposta del 26% per le persone fisiche.
1.1 Inquadramento delle cripto-attività in ambito europeo
A livello europeo, le cripto-attività non rientrano nelle normative MiFID. Il regolamento Markets in Crypto Assets (MiCA) definisce tre categorie di cripto-attività:
(i) gli “e-money token”, un tipo di cripto-attività che mira a mantenere un valore stabile facendo riferimento al valore di una valuta ufficiale;
(ii) gli “asset-referenced token”, un tipo di cripto-attività che non è un token di moneta elettronica e che mira a mantenere un valore stabile facendo riferimento a un altro valore o diritto o a una combinazione dei due, comprese una o più valute ufficiali;
(iii) e le cripto-attività diverse dagli “e-money token” e dagli “asset-referenced token”, categoria residuale che comprende un’ampia gamma di cripto-attività (quali, ad esempio, gli utility token), diverse dagli strumenti finanziari o da altri prodotti già disciplinati da altri atti dell’Unione europea
La loro qualificazione, stante la natura ibrida dell’attività, non può che avvenire in concreto e caso per caso, tenuto conto delle caratteristiche funzionali e del concreto utilizzo.
Il legislatore decide di tassare tuttele tipologie reddituali e le inserisce nell’art. 67 del tuir
Regime fiscale ante legge di bilancio 2023
La Risoluzione 72/E del 2016 equiparava le criptovalute alle valute estere, questa equiparazione è stata in vigore fino al 31 dicembre 2022.
Punti chiave:
Le operazioni di acquisto e vendita “a pronti” di criptovalute non sono soggette a rilevanza fiscale se la giacenza rimane al di sotto di 51.645,69€.
Le operazioni “a termine” di criptovalute, invece, sono sempre soggette a tassazione.
Il valore in euro della giacenza media in cripto-valuta va calcolato secondo il cambio di riferimento all’inizio del periodo di imposta, e cioè al 1° gennaio dell’anno in cui si verifica il presupposto di tassazione.
Resta inteso che, qualora non risulti integrata la condizione precedentemente individuata, non si rendono deducibili neppure le minusvalenze eventualmente realizzate.
I redditi derivanti dallo staking delle criptovalute rientrano nella categoria dei “Redditi di capitale” e devono essere dichiarati nel Quadro RL del Modello Redditi.
Il documento affronta anche il trattamento fiscale dei redditi derivanti dallo staking e fornisce dettagli sulle operazioni fiscalmente rilevanti in seguito all’entrata in vigore della legge di bilancio 2023. Viene introdotta una nuova franchigia di 2000 euro per i redditi derivanti da cripto-attività con la stessa funzionalità economica. L’articolo distingue tra “e-money token” e “asset-referenced token,” specificando che il primo è rilevante fiscalmente, mentre il secondo non lo è. Viene spiegato come distinguere tra di loro.
La nuova norma, in vigore dal 1° gennaio 2023, contiene una definizione fiscale di cripto-attività, analoga a quella contenuta nel regolamento MiCA
Cinque operazioni cripto-attività fiscalmente rilevanti:
La cessione a pronti, il rimborso o la permuta di cripto-attività con diverse caratteristiche e funzioni (la cessione di cripto-attività con la stessa funzione non è rilevante dal punto di vista fiscale, ad esempio BTC-ETH)
La cessione a titolo oneroso di utility token, ovvero dei rapporti da cui deriva il diritto di acquistare a termine il prodotto o il servizio. Questo è rilevante dal punto di vista fiscale.
L’attività di staking.
La cessione a “termine” di cripto-valute.
La cessione di NFT già “emessi”.
I redditi sono considerati diversi in base alla lettera c-sexies) sono redditi diversi se percepiti dalle persone fisiche «le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominate, non inferiori complessivamente a 2.000 euro nel periodo d’imposta. (…) Non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante la permuta tra cripto-attività aventi eguali caratteristiche e funzioni».
STESSA FUNZIONALITA’ ECONOMICA
In sostanza, lo scambio tra cripto-attività con la stessa funzionalità economica non è rilevante dal punto di vista fiscale, in quanto sono considerate “aventi eguali caratteristiche e funzioni”.
Per quanto riguarda la permuta tra cripto-valute e stablecoin, è necessario fare una distinzione seguendo l’approccio definito dal regolamento MiCA:
“e-money token” (con garanzia sottostante): è un tipo di cripto-attività che mira a mantenere un valore stabile facendo riferimento al valore di una valuta ufficiale. Questo è rilevante fiscalmente.
“asset-referenced token“: è un tipo di cripto-attività che non è un token di moneta elettronica e mira mantenere un valore stabile facendo riferimento a un altro valore o diritto o a una combinazione dei due, comprese una o più valute ufficiali. Questo non è rilevante fiscalmente.
Hai superato la soglia di €2.000 di redditi da criptovalute?
La soglia di €2.000 è cumulativa per TUTTI i redditi percepiti di TUTTI i conti criptovalute.
Come si calcola la soglia?
Sommare plusvalenze/minusvalenze da criptovalute per l’interno anno 2023 per tutti i conti criptovalute
Sommare i redditi da staking, mining e altri interessi
👉 Se il risultato è inferiore a €2.000 dovrai dichiarare le criptovalute solo nel quadro RW e pagare l’IVAFE. Ritorna sul nostro preventivo e spunta la casella “non hai superato €2.000 di redditi…”.
👉 Se il risultato è superiore a €2.000 dovrai dichiarare anche i redditi da criptovalute e versare il 26% sul totale della plusvalenza, oltreché compilare il quadro RW e pagare IVAFE. Ritorna sul nostro preventivo e non spuntare la casella.
Esempio:
Conto Binance: P&L ➡️ +1000
Conto Binance: Staking ➡️ +1500
Conto Coinbase: P&L ➡️ -1000
Conto Coinbase: Staking: ➡️ +600
TOTALE REDDITI: 2100 (quindi ho superato la soglia)