support Nessun commento

Quadro RT

QUADRO RT – Plusvalenze di natura finanziaria

Il Quadro RT costituisce un componente essenziale del Modello Redditi PF, ed è finalizzato a fornire una dichiarazione accurata delle plusvalenze percepite durante l’anno fiscale, derivanti da transazioni finanziarie.

Nel contesto del Modello Redditi PF, il Quadro RT richiede la dichiarazione delle plusvalenze e delle minusvalenze di natura finanziaria risultanti dalla cessione di partecipazioni, sia qualificate che non qualificate, conformemente all’articolo 67, comma 1, lettere da c)-bis a c)-quinquies del TUIR.

Il regime di dichiarazione relativo alle plusvalenze e alle minusvalenze di natura finanziaria è caratterizzato dalla tassazione nel contesto della dichiarazione dei redditi diversi di natura finanziaria. Le attuali disposizioni fiscali per la tassazione delle plusvalenze e minusvalenze finanziarie differenziano il trattamento fiscale per le persone fisiche non impegnate in attività imprenditoriali, in base al fatto che le plusvalenze siano soggette a un’imposta sostitutiva (al 20% o al 26%) o contribuiscano (totalmente o parzialmente) al reddito complessivo.

Chi Deve Compilare il Quadro RT

Il Quadro RT deve essere compilato da persone fisiche per tutte le entrate derivanti da operazioni finanziarie, a condizione che tali entrate siano generate al di fuori delle attività imprenditoriali. Al momento della compilazione del Quadro, è essenziale inserire i dati riepilogativi delle operazioni finanziarie realizzate nell’anno. Pertanto, è importante che il contribuente conservi documentazione adeguata per confermare le informazioni fornite nel Modello Redditi PF.

Chi normalmente presenta il Modello 730 non troverà il Quadro RT incluso in esso. Pertanto, coloro che ricevono queste tipologie di reddito devono compilare il Modello Redditi PF oppure possono optare per l’integrazione successiva del Modello 730 con il Quadro RT del Modello Redditi PF.

Come Compilare il Quadro RT

Il Quadro RT va compilato con informazioni specifiche relative alle plusvalenze o minusvalenze registrate nel corso dell’anno. Questa sezione della dichiarazione dei redditi è suddivisa in diverse parti, ciascuna dedicata a tipi specifici di informazioni da inserire. Ecco una panoramica generale su come completare il Quadro RT:

  • Sezione I: Plusvalenze soggette a un’imposta sostitutiva del 20% – In questa sezione, è necessario dichiarare le plusvalenze e i redditi diversi di natura finanziaria realizzati dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014, soggetti a un’imposta sostitutiva del 20%. Questa categoria comprende la cessione a titolo oneroso di partecipazioni non qualificate, la cessione a titolo oneroso o il rimborso di titoli non partecipativi come obbligazioni e titoli di Stato, contratti derivati in cessione a titolo oneroso e crediti pecuniari non rappresentati da titoli.
  • Sezione II: Questa Sezione deve essere compilata dalle persone fisiche residenti in Italia per dichiarare le plusvalenze e gli altri redditi diversi di
    natura finanziaria indicati nell’art. 67, comma 1, lettere da c-bis) a c-quinquies), del TUIR, realizzate a decorrere dal 1° luglio 2014, per
    le quali è dovuta l’imposta sostitutiva nella misura del 26%. 
  • Sezione III: Plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate.
  • Sezione IV: Plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in imprese o enti residenti localizzati in Stati o territori con un regime fiscale privilegiato, e dalla cessione di quote di partecipazioni in OICR immobiliari di diritto estero non conformi alla direttiva 2011/61/UE, gestite da soggetti non sottoposti a forme di vigilanza.
  • Sezione V: Minusvalenze non compensate nell’anno – In questa sezione, si devono dichiarare le minusvalenze residue che non sono state ancora compensate.
  • Sezione VI: Riepilogo Importi a Credito – Qui vanno inseriti i residui d’imposta sostitutiva risultanti da dichiarazioni precedenti, l’eccedenza compensata e, se del caso, il credito residuo.

 

Come leggere un quadro RT compilato?

La sezione II-A è utilizzata per il calcolo dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e altri redditi diversi derivanti da
partecipazioni non qualificate e dal 1 gennaio 2018 le partecipazioni e da titoli non partecipativi, certificati, valute, metalli preziosi, crediti
pecuniari e altri strumenti finanziari, i cui corrispettivi siano stati percepiti nel corso del presente periodo d’imposta con riferimento a
plusvalenze e altri redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere dal 1° luglio 2014. In particolare:

Plusvalenza finanziaria

Quadro RT – Esempio sezione 2A per redditi diversi

In RT21 è indicato il totale dei corrispettivi derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate, dalla cessione o rimborso di
titoli, valute, metalli preziosi, nonché differenziali positivi e altri proventi.

in RT22 colonna 3 è indicato l’importo complessivo del costo fiscalmente riconosciuto dei titoli, valute, metalli preziosi o rapporti,
o del costo rideterminato.

In RT23, colonna 2, è indicata la differenza tra corrispettivie  costi, se positivo.
Se il risultato è negativo riportare tale importo nella colonna 1.

In RT24, vanno riportato, se utilizzate per compensare le plsuavalenze, le minusvalenze indicate nel rigo RT93 del quadro RT del Modello Redditi precedente.

in RT25, colonna 2, devono essere indicate, se utilizzate, le eccedenze di minusvalenze certificate dagli intermediari in regime dichiarativo

In RT26, è indicato il risultato della differenza tra il positivo del rigo RT23 e le minusvalenze pregresse.

in RT27,  è indicato l’imposta sostitutiva, pari al 26 per cento dell’importo di rigo RT26.

In RT29, è indicato l’imposta sostitutivo dovuta.

Spesso accade che il totale dei corrispettivi e dei costi risulta molto più elevato rispetto al valore del conto. Questo è normale poiché lo stesso capitale può essere stato utilizzato per più operazioni di acquisto/vendita.

 

La sezione II-B  deve essere compilata per dichiarare le plusvalenze e gli altri proventi da cripto-attività, non inferiori complessivamente a 2.000 euro nel
periodo d’imposta, di cui all’art. 67, comma 1, lett. c-sexies), del TUIR, realizzate a decorrere dal 1° gennaio 2023, per le quali è dovuta
l’imposta sostitutiva nella misura del 26 per cento per l’intero ammontare se superiore ai 2000 euro.  Se le minusvalenze sono superiori alle plusvalenze, per un importo superiore a 2.000 euro, l’eccedenza è riportata in deduzione integralmente dall’ammontare delle plusvalenze dei periodi successivi, ma non oltre il quarto, a condizione che sia indicata nella dichiarazione dei redditi
relativa al periodo di imposta nel quale le minusvalenze sono state realizzate. In particolare:

plusvalenza cripto

Quadro RT – Esempio sezione 2B plusvalenze da cripto-attività

Nel rigo RT31, indicare il totale dei corrispettivi percepiti ovvero il valore normale (in caso di permuta) realizzati mediante rimborso o
cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività.

La casella di colonna 1 del rigo RT32 va barrata nel caso in cui il contribuente si sia avvalso dell’opzione per la rideterminazione del valore di
ciascuna cripto-attività posseduta alla data del 1° gennaio 2023 ai sensi dell’art. 1, commi da 133 a 135, della legge n. 197 del 2022.

Nel rigo RT32, colonna 2, indicare l’importo complessivo del costo o del valore di acquisto delle cripto-attività, o del costo
rideterminato.

Nel rigo RT33, colonna 2, indicare la differenza tra  corrispettivi e costi, se positiva. Tale
differenza deve essere non inferiore a 2.000 euro.
Se il risultato è negativo per un importo superiore a 2.000 euro riportare tale importo nella colonna 1

Nel rigo RT34, vanno indicate le minusvalenze degli anni precedenti da portare in compensazione con le plusvalenze indicate nella
presente sezione.

Nel rigo RT36, è indicato il risultato della differenza tra il positivo del rigo RT33 e le minusvalenze pregresse da cripto-attività.

Nel rigo RT37 indicare l’imposta sostitutiva, pari al 26 per cento dell’importo di rigo RT36.

Nel rigo RT39 indicare l’ammontare dell’imposta sostitutiva dovuta.

Perché non compilare da solo il quadro RT?

La compilazione autonoma della dichiarazione dei redditi può risultare complessa e rischiosa, con il potenziale di commettere errori che possono essere costosi. Compilare da soli il quadro RT significa di rischiare di pagare più imposte, oppure di pagarne meno e rischiare quindi sanzioni.

Affidarsi a Professionisti è la chiave per una gestione fiscale accurata ed efficiente.

 

support Nessun commento

Quadro RW

QUADRO RW – Investimenti e attività finanziarie all’estero, monitoraggio

Quando si tratta di dichiarare i redditi in Italia, ci sono diversi quadri e sezioni da compilare per garantire che tutte le tue attività finanziarie siano correttamente dichiarate. Uno di questi quadri importanti è il Quadro RW. In questo articolo, esploreremo cos’è il Quadro RW, come funziona e cosa devi sapere per compilare correttamente questo aspetto della tua dichiarazione dei redditi.

Cos’è il Quadro RW?

Il quadro RW deve essere compilato, ai fini del monitoraggio fiscale, dalle persone fisiche residenti in Italia che detengono investimenti all’estero e attività estere di natura finanziaria a titolo di proprietà o di altro diritto reale indipendentemente dalle modalità della loro acquisizione e, in ogni caso, ai fini dell’Imposta sul valore degli immobili all’estero (IVIE) e dell’Imposta sul valore dei prodotti finanziari dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (IVAFE).

L’obbligo di monitoraggio non sussiste per i depositi e conti correnti bancari costituiti all’estero il cui valore massimo complessivo raggiunto nel corso del periodo d’imposta non sia superiore a 15.000 euro (art. 2 della Legge n. 186 del 2014); resta fermo l’obbligo di compilazione del quadro laddove sia dovuta l’IVAFE.

Chi Deve Compilare il Quadro RW?

Il Quadro RW è destinato a chi è residente in Italia ma possiede beni e attività finanziarie all’estero. Queste attività possono includere:

  1. Conti correnti o depositi all’estero.
  2. Titoli, azioni o investimenti in fondi esteri.
  3. Immobili situati all’estero.

Come leggere un quadro RW compilato?

Quadro RW 2024

Quadro RW – Esempio conto titoli e IVAFE

Imposta cripto

Quadro RW – Esempio conto cripto o wallet e imposta cripto-attività

 

Colonna 1: Inserire il tipo di titolo di possesso relativo all’attività finanziaria estera (ad esempio: proprietà, usufrutto, ecc.).

Colonna 2: deve essere compilata indicando il codice 1 se il contribuente è un soggetto delegato al prelievo o alla movimentazione
del conto corrente oppure il codice 2 se il contribuente risulta il titolare effettivo

Colonna 3: Indicare il codice di individuazione del bene oggetto della dichiarazione, al fine di identificarlo in modo univoco.

Colonna 4: Specificare il codice dello stato estero in cui ha sede il broker o intermediario finanziario coinvolto nell’attività.

Colonna 5: Indicare la quota di possesso relativa all’attività finanziaria estera.

Colonna 6: Selezionare il codice che rappresenta il criterio utilizzato per determinare il valore dell’attività (ad esempio: valore di mercato, valore nominale, ecc.).

Colonna 7: Indicare il valore dell’attività finanziaria all’inizio del periodo d’imposta o al primo giorno di detenzione.

Colonna 8: Indicare il valore dell’attività finanziaria al termine del periodo di imposta o al termine del periodo di detenzione.

Colonna 10: Inserire il numero di giorni di detenzione per i beni per i quali è dovuta l’IVAFE o l’imposta sulle cripto-attività.

Colonna 11: numero di mesi di possesso per i beni per i quali è dovuta l’IVIE; si considerano i mesi in cui il possesso è durato almeno 15 giorni.

Colonna 12: riportare il credito d’imposta pari al valore dell’imposta patrimoniale versata nello Stato in cui è situato l’immobile o
prodotto finanziario nonchè cripto attività. L’importo indicato in questa colonna non può comunque essere superiore all’ammontare
dell’imposta dovuta indicata in colonna 29 o 31 o 33.

Colonna 13: riportare la detrazione di 200 euro rapportata al periodo dell’anno durante il quale l’immobile e relative pertinenze
sono state adibite ad abitazione principale. Se l’unità immobiliare è adibita ad abitazione principale da più soggetti passivi la detrazione
spetta a ciascuno di essi proporzionalmente alla quota per la quale la destinazione medesima si verifica.

Colonna 14: deve essere indicato un codice per indicare la compilazione di uno o più quadri reddituali conseguenti al cespite
indicato oggetto di monitoraggio ovvero se il bene è infruttifero. In particolare, indicare:

1 Compilazione quadro RL;
2 Compilazione quadro RM;
3 Compilazione quadro RT;
4 Compilazione contemporanea di due o tre quadri tra RL, RM e RT;
5 Nel caso in cui i redditi relativi ai prodotti finanziari verranno percepiti in un successivo periodo d’imposta ovvero se i predetti prodotti
finanziari sono infruttiferi. In questo caso è opportuno che gli interessati acquisiscano dagli intermediari esteri documenti o attestazioni
da cui risulti tale circostanza.

Colonna 15: indicare la percentuale di partecipazione nella società o nell’entità giuridica nel caso in cui il contribuente risulti
titolare effettivo.

Colonna 16: barrare nel caso in cui il contribuente adempia ai soli obblighi relativi al monitoraggio fiscale, ma per qualsiasi ragione
non è tenuto alla liquidazione della IVIE ovvero della IVAFE.

Colonna 17: inserire il codice fiscale o il codice identificativo della società o altra entità giuridica nel caso in cui il contribuente
risulti titolare effettivo (in questo caso la colonna 2 va compilata con il codice 2 e la colonna 15 va compilata con la percentuale relativa
alla partecipazione).

Colonna 18 e 19: inserire i codici fiscalidegli altri soggetti che a qualsiasi titolo sono tenuti alla compilazione della presente sezione
nella propria dichiarazione dei redditi. Barrare la colonna 20 nel caso in cui i cointestatari siano più di due.

Colonna 29: riportare l’IVAFE calcolata rapportando il valore indicato in colonna 8 alla quota e al periodo di possesso.

Colonna 30: indicare l’IVAFE dovuta pari alla differenza tra l’imposta calcolata (colonna 29) e il credito d’imposta spettante (colonna 12).

Colonna 31: riportare l’IVIE calcolata rapportando il valore indicato in colonna 8 alla quota e al periodo di possesso.

Colonna 32: indicare l’IVIE dovuta pari alla differenza tra l’imposta calcolata (colonna 31) e il credito d’imposta spettante (colonna
12) e la detrazione (colonna 13).

Colonna 33: riportare l’imposta sulle cripto-attività (codice 21 da inserire in colonna 3) di cui all’art. 1, comma 146 della legge di
bilancio anno 2023, calcolata rapportando il valore indicato in colonna 8 alla quota e al periodo di possesso.

Colonna 34: indicare l’imposta sulle cripto attività dovuta pari alla differenza tra l’imposta calcolata (colonna 33) e il credito d’imposta
spettante (colonna 12);

 

Qui puoi trovare maggiori informazioni da parte dell’Agenzia Entrate (link)

Perché non compilare da solo il quadro RW?

Compilare autonomamente la dichiarazione dei redditi può risultare complesso e rischioso, con la possibilità di commettere errori costosi.

Tuttavia, con l’aiuto di Tasse Trading, puoi avere la certezza che tutte le operazioni, i cambi-valuta, gli interessi, le transazioni societarie, i trasferimenti e le assegnazioni di opzioni saranno elaborati in conformità con la normativa fiscale italiana.

Il nostro strumento è l’unico in Italia a offrire un calcolo preciso delle tasse da dichiarare nel modello redditi, semplificando notevolmente il processo e riducendo i rischi di errore.

Affidarsi a Professionisti è la chiave per una gestione fiscale accurata ed efficiente.

Guido Ciofini Nessun commento

9. Vantaggi Fiscali con Criptovalute nel 2023

9. Come puoi ottenere vantaggi fiscali con le criptovalute

Criptovalute: come si dichiarano e vengono tassate? – Forbes Advisor Italia

La Nuova Normativa in vigore dall’anno fiscale 2023 :

A partire dall’anno fiscale 2023 in poi, il calcolo per l’imposizione fiscale del 26% per le criptovalute, ha subito un’importante novità. Infatti, sparisce la soglia dei 51.645.68€ sulla giacenza di valute estere per lasciar spazio a quella dei 2.000€ sui profitti/perdite su cripto.

Cosa vuol dire?

Tutte le plusvalenze di criptovalute superiori a 2.000€ assumeranno reddito imponibile, mentre tutte plusvalenze inferiori a questa cifra non saranno fiscalmente rilevanti.

E’ bene notare che questa soglia vale anche per le minusvalenze. Se hai ottenuto una minusvalenza superiore a 2.000€ potrai infatti dichiararla e sfruttarla per i 4 anni successivi.

E per i valori inferiori a 2.000€?
No, in questo caso è vero che una plusvalenza inferiore a questa soglia non sarà tassata al 26%, ma è altrettanto vero che anche una minusvalenza inferiore a tale soglia non sarà dichiarabile.

Ecco allora che può essere utile pensare a delle strategie per sfruttare al meglio questa nuova normativa, specialmente se sei un trader che movimenta poco il proprio conto e che non investe cifre elevate per la propria attività di trading.


Vediamo alcune fattispecie:

Per semplificare prendiamo in considerazione un solo  Exchange (Binance, Coinbase, Kraken)

CASO 1:

Valore Posizione Cripto all’acquistoal 05.05.202310.000€
Valore Posizione Criptoal 05.12.202313.000€
Valore P&L Cripto Mark To Marketal 05.12.202313.000-10.000 = +3.000€

Supponiamo che tu abbia posizioni aperte in criptovalute con un P&L Mark-To-Market* di 3000€, in data 05.12.23

(*E’ la plus/minus che otterresti se decidessi di chiudere la posizione il 05.12.23)

Strategia 1: può esser utile tenere la posizione aperta fino a fine anno 2023, per “rimandare” il pagamento dell’imposta al futuro.

Strategia 2: può esser conveniente chiudere la posizione, se hai minusvalenze pregresse di 4 anni fa (2019) che puoi sfruttare prima di perderle del tutto*

(* E’ il caso in cui hai un conto trading / exchange cripto aperto negli anni precedenti per cui vuoi sfruttare le minus e abbassare l’imposizione fiscale)

 

CASO 2: 

Valore Posizione Cripto all’acquistoal 05.05.202313.000€
Valore Posizione Criptoal 05.05.202310.000€
Valore P&L Cripto Mark To Marketal 05.12.202310.000-13.000 = -3.000€

Supponiamo tu abbia posizioni aperte in criptovalute con un P&L mark-to market di -3000€, in data 5-12-23.

Strategia: può esser strategico chiudere le posizioni e dichiarare la minusvalenza di 3.000€ per sfruttarla fino ai prossimi 4 anni fiscali.


CASO 3: 

Valore Posizione Cripto all’acquistoal 05.05.202311.500€
Valore Posizione Criptoal 05.12.202310.000€
Valore P&L Cripto Mark To Marketal 05.12.202310.000 -11.500 = -1.500€

Supponiamo tu abbia posizioni aperte in cripto, il cui P&L Mark-To Market registra minusvalenza di 1500€, in data 5-12-23.

Strategia: è sicuramente conveniente NON chiudere le posizioni, perché altrimenti si avrebbe una minusvalenza di 1500€ (NON dichiarabile, dato che è sotto la soglia dei 2000€) e quindi si perderebbe la possibilità di sfruttarle.

Hai un wallet fisico o un exchange come Binance, Coinbase o Kraken? Con le giuste strategie potresti ottimizzare la tua tassazione!

 

 

Seguici sui nostri social per rimanere sempre aggiornato alle strategie fiscali, alle scadenze e a mondo della fiscalità dei conti trading:

Youtube: iscriviti al nostro canale

Instagram: segui la nostra pagina

Facebook: segui la nostra pagina 

 

*I contenuti della presente pagina non costituiscono consulenza fiscale e i contenuti non possono sostituire la consulenza individuale di esperti per i singoli casi concreti

 

 

 

support Nessun commento

Lista dei Paesi Black List

Devi forse compilare il Modello RW e ti chiedi quali sono i paesi in black list?

Le “black list” dei paesi, spesso chiamate anche “paradisi fiscali“, sono un argomento di crescente preoccupazione nel mondo della finanza internazionale e della politica economica. Questi elenchi identificano paesi o giurisdizioni che vengono considerati problematici in quanto facilitano l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e altre attività finanziarie illecite. Questo articolo esplorerà il concetto di “paesi black list”, le implicazioni che comportano e come i governi e le organizzazioni internazionali cercano di affrontare questa questione.

Organizzazioni internazionali come l’OCSE e i governi compilano tali elenchi.

Ad esempio, molti paesi adottano misure punitive nei confronti delle giurisdizioni incluse nelle black list, come l’applicazione di tasse aggiuntive o restrizioni sulle transazioni finanziarie. Ciò può avere effetti destabilizzanti sull’economia del paese messo sotto accusa e può minacciare la sua stabilità finanziaria.

Paradisi Fiscali e le Loro Caratteristiche

I paradisi fiscali sono nazioni o giurisdizioni che attraggono individui e imprese grazie a un regime fiscale agevolato. Le principali caratteristiche di questi paradisi includono:

  1. Basse Aliquote Fiscali: Questi paesi offrono bassi livelli di tassazione sul reddito personale e aziendale, spesso vicini allo zero.
  2. Manca Scambio di Informazioni Fiscali: La mancanza di trasparenza e cooperazione fiscale internazionale è un altro tratto distintivo. Questi paesi di solito non condividono informazioni finanziarie con altre giurisdizioni, rendendo difficile il monitoraggio delle attività finanziarie.
  3. Segretezza Bancaria: Spesso, i paradisi fiscali offrono segretezza bancaria rigorosa, proteggendo l’anonimato dei titolari di conti e degli investitori.
  4. Facilità nella Creazione di Aziende: Creare e gestire un’azienda in queste giurisdizioni è spesso semplificato e privo di oneri burocratici.

La Black List in Italia

In Italia, la black list è stata utilizzata come strumento per attivare l’inversione dell’onere della prova riguardo all’effettiva residenza fiscale dei cittadini italiani emigrati nei Paesi indicati nella lista. Questa disposizione è contenuta nell’articolo 2, comma 2-bis del Testo Unico. In pratica, i cittadini italiani che dimostrano di risiedere in uno dei Paesi elencati sulla black list devono affrontare una procedura specifica per dimostrare la loro effettiva residenza fiscale in Italia. Questa normativa ha lo scopo di impedire a individui e imprese di sfruttare i benefici fiscali dei paradisi fiscali, se non possono dimostrare di risiedere effettivamente in tali Paesi.

Lista dei Paesi Black List 1

Impatto Fiscale

L’inclusione di un paese in una black list può comportare un aumento delle tasse e delle sanzioni imposte alle transazioni finanziarie con quel paese. Ciò può ridurre l’attrattiva di una giurisdizione per le imprese e gli investitori stranieri, portando a un calo degli investimenti esteri diretti e dell’attività economica.

Reputazione

Essere inseriti in una black list può danneggiare gravemente la reputazione di un paese sul piano internazionale. Questo può influenzare negativamente il turismo, la percezione dell’affidabilità del sistema giuridico e finanziario del paese e la sua capacità di attrarre investimenti e partner commerciali.

Maggiore Sorveglianza

I paesi inclusi in una black list spesso subiscono una maggiore sorveglianza da parte delle organizzazioni internazionali e degli altri paesi. Questo può includere un aumento delle richieste di rendicontazione finanziaria e delle indagini sulle attività finanziarie all’interno del paese.

Riduzione delle Opportunità Commerciali

Le aziende con sede in paesi black list possono trovare difficoltà nell’accedere ai mercati internazionali o nel fare affari con partner commerciali in paesi che applicano sanzioni o restrizioni alle transazioni con giurisdizioni problematiche.

Problemi Economici Interni

L’etichetta di “paradiso fiscale” può anche creare tensioni all’interno del paese, poiché i cittadini possono percepire l’ingresso nella black list come un segno di cattiva gestione economica o di corruzione da parte del governo.

Come Vengono Scelte le Giurisdizioni da Includere nelle Black List?

La scelta delle giurisdizioni da includere in una black list è un processo complicato e spesso oggetto di dibattito. Le organizzazioni internazionali come l’OCSE si basano su criteri specifici per valutare i paesi, tra cui la trasparenza finanziaria, il livello di tassazione e la cooperazione internazionale in materia di informazioni finanziarie.

Tuttavia, vi è spesso una percezione che la selezione sia influenzata da fattori politici ed economici. Alcuni sostengono che i paesi più piccoli e meno influenti possono finire nelle black list più facilmente rispetto a quelli più grandi e potenti. Ciò solleva domande sulla giustizia e l’equità del processo di identificazione delle giurisdizioni problematiche.

Gli Sforzi Internazionali per Combattere le Black List

Le organizzazioni internazionali e i governi stanno lavorando per affrontare il problema delle giurisdizioni problematiche.

L’OCSE ha sviluppato uno standard globale per lo scambio automatico di informazioni finanziarie tra paesi, noto come Common Reporting Standard (CRS). Questo standard mira a migliorare la trasparenza finanziaria e a ridurre l’evasione fiscale internazionale.

 

 

 

Leggi qui l’articolo sui paesi in white list

 

 

 

support Nessun commento

Tassazione conti trading

Dichiarare il Tuo Conto di Trading Estero in Italia: Quali sono le imposte nel trading?

 

La tassazione dei conti di trading è un aspetto fondamentale della gestione finanziaria. Mantenere la conformità fiscale è cruciale per evitare problemi futuri. In questo articolo, ti guideremo dandoti informazioni su quando e come dichiarare correttamente il tuo conto di trading estero in Italia e ti forniremo informazioni essenziali sulle aliquote fiscali applicabili.

Quando dichiarare il tuo conto trading?

 

Sempre se sei residente fiscalmente in Italia e hai un conto trading all’estero.

E’ obbligatorio:

 1. dichiarare i redditi (ovvero le plusvalenze, dividendi, interessi, ecc.)

2. dichiarare il conto inserendolo nel quadro RW ai fini del monitoraggio fiscale

Con un conto di trading estero, è importante sapere che è obbligatorio inviare la dichiarazione dei redditi compilando il quadro RW per  il monitoraggio fiscale e pagare l’imposta IVAFE. Inoltre, se si sono conseguiti anche dei redditi, è necessario compilare anche i quadri RT, RM e/o RL.

 

Come funziona la tassazione dei conti trading?

 

Nel Regime Dichiarativo le imposte si applicano sulle plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze realizzate.

Aliquote principali per la tassazione degli strumenti finanziari:

 

26%Azioni, opzioni, futures, cfd, forex, obbligazioni, ETF armonizzati, dividendi o cedole, nonché valuta estera (oltre i €51.645,69)
12,50%Obbligazioni nazionali o sovranazionali
dal 23% al 43%*ETF non armonizzati, i redditi da staking, mining, altri interessi da cripto, bonus
0,2%Imposta IVAFE sul saldo del conto detenuto all’estero

*scaglioni IRPEF/Tassazione ordinaria:

Gli ETF non armonizzati, i redditi da staking, mining, altri interessi da cripto, bonus, ecc. sono tassati dal 23% al 43%, a seconda dello scaglione di reddito.

  • 23%: fino a €15.000;
  • 25%: da €15.001 a € 28.000;
  • 35%: da 28.001 a €50.000;
  • 43%: oltre €50.000.

 

Scadenze per la dichiarazione del conto Trading

 

⇒ 30 giugno: 1° scadenza pagamento imposte

Le tasse sul conto trading vanno pagate entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento (ad esempio, il 30 giugno 2023 per l’anno fiscale 2022).

⇒ 30 luglio: 2° scadenza pagamento imposte

La seconda scadenza per versare eventuali imposte con un tasso d’interesse dello 0.4%, è il 30 luglio.

⇒ 30 settembre: invio dichiarazione dei redditi (a partire dall’anno fiscale 2023).

Per il Modello Redditi 2024, riferito all’anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate deve essere fatta entro il 30 settembre. Prima del 2023 la scadenza per l’invio della dichiarazione era il 30 novembre.

 

Perché non fare da solo?

Dichiarare autonomamente un conto di trading può essere complesso e comporta il rischio di errori. I report rilasciati dai broker esteri spesso non sono conformi alla normativa italiana e richiedono rielaborazione. Tasse Trading è composta da professionisti esperti nel settore, pronti ad assisterti nella dichiarazione dei tuoi conti di trading in modo accurato e in piena conformità con le leggi italiane.

 

Cosa ti consegna Tasse Trading?

Riceverai un modello di dichiarazione dei redditi precompilato con i quadri RT, RM, RL, RW da copiare nella dichiarazione e un dettagliato report di calcolo.

Affidandoti a noi, avrai la certezza di una gestione precisa e professionale delle tue dichiarazioni fiscali relative al trading. Scegliendo Tasse Trading, hai la sicurezza di una gestione precisa e professionale delle tue dichiarazioni fiscali relative al trading, permettendoti di risparmiare tempo ed evitare potenziali errori, e assicurandoti che il tuo adempimento fiscale sia accurato e in conformità con le leggi vigenti.

Assicurati di rimanere informato e di rispettare le scadenze per mantenere la tua conformità fiscale.

 

 

support Nessun commento

Paesi in White List

L’Importanza dei Paesi in White List:

Viviamo in un mondo sempre più interconnesso, dove i confini nazionali spesso sembrano dissolversi, soprattutto quando si parla di viaggi, commercio e finanza. Tuttavia, dietro questa apparente globalizzazione, esistono meccanismi e regolamentazioni che gli Stati applicano per tutelare i propri interessi e i propri cittadini. Uno strumento di vitale importanza in questo contesto è rappresentato dall’elenco dei “Paesi in White List” o “Lista Bianca”. In questo articolo, esploreremo il significato e l’importanza di questi Paesi in White List e come influenzino le politiche internazionali e le relazioni diplomatiche.

La White List e la Black List: Una Differenza Chiave

I Paesi in White List si differenziano nettamente da quelli inclusi nella Black List per un motivo fondamentale: la loro volontà di promuovere lo scambio di informazioni finanziarie con altri Stati attraverso l’adesione a specifiche convenzioni internazionali. Questo approccio all’apertura e alla trasparenza finanziaria è il cardine che distingue i paesi virtuosi dalla lista nera, spesso considerati reticenti a condividere informazioni finanziarie con altri Stati.

L’elenco dei “Paesi in White List” è un meccanismo ampiamente utilizzato per regolare i flussi di persone, merci e denaro attraverso i confini nazionali.

La White List è un elenco di nazioni o giurisdizioni che vengono riconosciute dagli Stati membri come rispettose di specifici standard e criteri. Questi standard possono variare notevolmente da un paese all’altro, ma solitamente riguardano questioni legate alla stabilità politica ed economica, alla sicurezza, alla trasparenza finanziaria e al rispetto dei diritti umani. Il principale obiettivo di questi elenchi è semplificare i processi di viaggio e commercio tra i paesi, riducendo le restrizioni e semplificando le procedure di ingresso e uscita.

Cooperazione Internazionale e Relazioni Diplomatiche

Essere inclusi in un elenco di Paesi in White List spesso rappresenta un segno di cooperazione internazionale e di buone relazioni diplomatiche tra le nazioni coinvolte. Questi paesi tendono a condividere obiettivi comuni e valori condivisi, il che può portare a una maggiore cooperazione su questioni di politica estera, sicurezza e diritti umani.

Gli elenchi dei Paesi in White List variano da un paese all’altro e nel tempo. Tuttavia, alcune organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), mantengono elenchi di paesi che rispettano standard specifici in termini di trasparenza finanziaria e cooperazione internazionale. Questi elenchi spesso influenzano le politiche di molti paesi membri.

Alcuni esempi di Paesi in White List noti includono la Svizzera, il Lussemburgo, Singapore e la Nuova Zelanda. Questi paesi sono spesso considerati luoghi ideali per gli affari e i viaggi, grazie alla loro stabilità politica ed economica, alla trasparenza finanziaria e alla bassa criminalità.

In conclusione, i Paesi in White List svolgono un ruolo fondamentale nelle relazioni internazionali e nell’economia globale. Sebbene questi elenchi offrano numerosi vantaggi in termini di facilitazione dei viaggi e agevolazioni commerciali, è essenziale riconoscere che sorgono anche critiche e sfide legate alla loro applicazione. L’equilibrio tra agevolare la cooperazione internazionale e proteggere gli interessi nazionali rappresenta una questione chiave nelle politiche internazionali.

La White List in Italia: Quali Sono i Paesi White List per l’Italia?

L’Italia, come molti altri paesi, mantiene un elenco dei paesi che garantiscono un adeguato scambio di informazioni finanziarie ai fini fiscali. Questo elenco è contenuto nel Decreto del Ministro delle Finanze del 4 settembre 1996. La legislazione prevede sanzioni significative per i paesi che, nella pratica, non rispettano gli accordi di scambio di dati. Questi paesi rischiano di essere rimossi dall’elenco. L’aggiornamento degli stati inclusi nella lista avviene con cadenza annuale, e ciò comporta l’ingresso di nuovi paesi che stipulano accordi con l’Italia, così come l’uscita di paesi che non rispettano gli obblighi.

Cosa Significa Essere in Questa Lista?

Sotto il profilo fiscale, l’Amministrazione finanziaria italiana ha individuato una serie di giurisdizioni che garantiscono uno standard adeguato nello scambio di informazioni finanziarie ai fini fiscali con l’Italia. Questa lista comprende oltre 120 paesi che si sono impegnati a garantire standard informativi che promuovono la compliance internazionale e la trasparenza finanziaria.

 

 

 

support Nessun commento

Codice Paese Estero

Quandro RW e RM: codice paese estero

Quando hai un conto trading in un altro paese, è obbligatorio dichiararlo nella tua dichiarazione dei redditi. Devi anche indicare la sede legale di questo conto. In questo modo, il fisco italiano sa esattamente dove hai i tuoi risparmi all’estero.

Le sezioni specifiche in cui devi inserire le informazioni sul paese estero sono il quadro RM e il quadro RW nel Modello Redditi Persone Fisiche.

Nel quadro RW, devi fornire dettagli sul paese in cui hai investito i tuoi soldi, mentre nel quadro RM devi dichiarare i redditi che provengono da fonti estere, come interessi, cedole, dividendi e fondi negoziati in borsa.

Per semplificare ulteriormente il processo, il fisco italiano ha assegnato un codice numerico specifico a ciascun paese estero, che devi inserire nei quadri corrispondenti. Ad esempio, se hai un conto negli Stati Uniti, devi utilizzare il codice 069 nel quadro RW. Se invece ricevi dividendi da azioni inglesi, usa il codice 031 nel quadro RM.

Il quadro RW è importante perché fornisce una panoramica dettagliata dei tuoi investimenti all’estero. Se hai investimenti o attività all’estero da dichiarare, è una buona idea ottenere assistenza da esperti fiscali o enti competenti come Tasse Trading per assicurarti di compilare la dichiarazione dei redditi in modo accurato.

Il quadro RM rappresenta i Redditi di Capitale.  La sezione V del quadro RM è dedicata alla dichiarazione dei redditi provenienti da fonti estere, come dividendi e interessi. È fondamentale compilare questa sezione correttamente per essere trasparenti con il fisco e rispettare le leggi italiane in materia fiscale.

In che modo compilare il codice nazione del mio quadro RW?

  1. Broker con Sede Legale Conosciuta: Se il tuo broker fornisce chiaramente la sede legale del conto e la inserisce negli estratti conto o documenti correlati, assicurati di rilevare questa informazione e utilizzarla per identificare il paese. È una fonte affidabile e può essere inserita direttamente nel quadro RW.
  2. Verifica sui Siti Ufficiali: Nel caso in cui il broker non fornisca esplicitamente la sede legale, puoi effettuare una verifica sui siti ufficiali o documenti pubblici del broker. Solitamente, i broker regolamentati e legali forniscono informazioni sulla loro sede legale sui loro siti web o documenti di divulgazione.

Quando si tratta di criptovalute, la situazione può essere leggermente diversa. Il paese da indicare dipenderà da dove effettivamente conservi le tue criptovalute. Ecco alcune linee guida per dichiarare le criptovalute:

  1. Criptovalute detenute su un Exchange o Wallet in un Paese Specifico: Se le tue criptovalute sono detenute su un exchange o un wallet situato in un paese specifico, dovresti indicare il paese in cui è situato l’exchange o il wallet. Ad esempio, se hai un wallet con sede negli Stati Uniti, dovresti utilizzare il codice nazione corrispondente (come il codice 069 per gli Stati Uniti) nel quadro RW.
  2. Criptovalute detenute in Wallet Autonomi: Se le tue criptovalute sono conservate in un wallet digitale indipendente, potrebbe non essere necessario inserire alcun codice nazione specifico nel quadro RW. In tal caso non si inserisce nulla.

Riportiamo alcuni codici più utilizzati dai broker esteri:

 

ELENCO DEI PAESI E DEI TERRITORI ESTERI
Paese Codice
ABU DHABI 238
AFGHANISTAN 002
AJMAN 239
ALBANIA 087
ALDERNEY C.I. 794
ALGERIA 003
AMERICAN SAMOA ISOLE 148
ANDORRA 004
ANGOLA 133
ANGUILLA 209
ANTIGUA E BARBUDA 197
ANTILLE OLANDESI 251
ARABIA SAUDITA 005
ARGENTINA 006
ARMENIA 266
ARUBA 212
ASCENSION 227
AUSTRALIA 007
AUSTRIA 008
AZERBAIGIAN 268
AZZORRE ISOLE 234
BAHAMAS 160
BAHRAIN 169
BANGLADESH 130
BARBADOS 118
BARBUDA 795
BELGIO 009
BELIZE 198
BENIN 158
BERMUDA 207
BHUTAN 097
BIELORUSSIA 264
BOLIVIA 010
BOSNIA-ERZEGOVINA 274
BOTSWANA 098
BOUVET ISLAND 280
BRASILE 011
BRUNEI DARUSSALAM 125
BULGARIA 012
BURKINA FASO 142
BURUNDI 025
CAMBOGIA 135
CAMERUN 119
CAMPIONE D’ITALIA 139
CANADA 013
CANARIE ISOLE 100
CAPO VERDE 188
CAROLINE ISOLE 256
CAYMAN (ISOLE) 211
CECA (REPUBBLICA) 275
CENTROAFRICANA (REPUBBLICA) 143
CEUTA 246
CHAFARINAS 230
CHAGOS ISOLE 255
CHRISTMAS ISLAND 282
CIAD 144
CILE 015
CINA 016
CIPRO 101
CISGIORDANIA/STRISCIA DI GAZA 279
CLIPPERTON 223
COCOS (KEELING) ISLAND 281
COLOMBIA 017
COMORE 176
CONGO 145
CONGO (REP. DEMOCRATICA DEL) 018
COOK ISOLE 237
COREA (REPUBBLICA DI) 084
COREA (REP. POPOLARE DEMOCRATICA) 074
COSTA D’AVORIO 146
COSTA RICA 019
CROAZIA 261
CUBA 020
DANIMARCA 021
DOMINICA 192
DOMINICANA (REPUBBLICA) 063
DUBAI 240
EAST TIMOR 287
ECUADOR 024
EGITTO 023
EL SALVADOR 064
EMIRATI ARABI UNITI 796
ERITREA 277
ESTONIA 257
ETIOPIA 026
FAEROER (ISOLE) 204
FALKLAND (ISOLE) 190
FIJI 161
FILIPPINE 027
FINLANDIA 028
FRANCIA 029
FUIJAYRAH 241
GABON 157
GAMBIA 164
GEORGIA 267
GERMANIA 094
GHANA 112
GIAMAICA 082
GIAPPONE 088
GIBILTERRA 102
GIBUTI 113
GIORDANIA 122
GOUGH 228
GRECIA 032
GRENADA 156
GROENLANDIA 200
GUADALUPA 214
GUAM ISOLA DI 154
GUATEMALA 033
GUAYANA FRANCESE 123
GUERNSEY C.I. 201
GUINEA 137
GUINEA BISSAU 185
GUINEA EQUATORIALE 167
GUYANA 159
HAITI 034
HEARD AND MCDONALD ISLAND 284
HERM C.I. 797
HONDURAS 035
HONG KONG 103
INDIA 114
INDONESIA 129
IRAN 039
IRAQ 038
IRLANDA 040
ISLANDA 041
ISOLE AMERICANE DEL PACIFICO 252
ISOLE SALOMONE 191
ISRAELE 182
JERSEY C.I. 202
KAZAKISTAN 269
KENYA 116
KIRGHIZISTAN 270
KIRIBATI 194
KUWAIT 126
LAOS (REP. DEMOCRATICA POPOLARE) 136
LESOTHO 089
LETTONIA 258
LIBANO 095
LIBERIA 044
LIBIA 045
LIECHTENSTEIN 090
LITUANIA 259
LUSSEMBURGO 092
MACAO 059
MACEDONIA 278
MADAGASCAR 104
MADEIRA 235
MALAWI 056
MALAYSIA 106
MALDIVE 127
MALI 149
MALTA 105
MAN ISOLA 203
MARIANNE SETTENTRIONALI (ISOLE) 219
MAROCCO 107
MARSHALL (ISOLE) 217
MARTINICA 213
MAURITANIA 141
MAURITIUS 128
MAYOTTE 226
MELILLA 231
MESSICO 046
MICRONESIA (STATI FEDERATI DI) 215
MIDWAY ISOLE 177
MOLDOVIA 265
MONGOLIA 110
MONTSERRAT 208
MOZAMBICO 134
MYANMAR 083
NAMIBIA 206
NAURU 109
NEPAL 115
NICARAGUA 047
NIGER 150
NIGERIA 117
NIUE 205
NORFOLK ISLAND 285
NORVEGIA 048
NUOVA CALEDONIA 253
NUOVA ZELANDA 049
OMAN 163
PAESI BASSI 050
PAESI NON CLASSIFICATI 799
PAKISTAN 036
PALAU 216
PANAMA 051
PANAMA – ZONA DEL CANALE 250
PAPUA NUOVA GUINEA 186
PARAGUAY 052
PENON DE ALHUCEMAS 232
PENON DE VELEZ DE LA GOMERA 233
PERU’ 053
PITCAIRN 175
POLINESIA FRANCESE 225
POLONIA 054
PORTOGALLO 055
PORTORICO 220
PRINCIPATO DI MONACO 091
QATAR 168
RAS EL KAIMAH 242
REGNO UNITO 031
REPUBBLICA SUDAFRICANA 078
REUNION 247
ROMANIA 061
RUANDA 151
RUSSIA (FEDERAZIONE DI) 262
SAHARA OCCIDENTALE 166
SAINT KITTS E NEVIS 195
SAINT MARTIN SETTENTRIONALE 222
SAINTE LUCIA 199
SAINT-PIERRE E MIQUELON 248
SAMOA OCCIDENTALI 131
SAN MARINO 037
SANTA SEDE (CITTA’ DEL VATICANO) 093
SAO TOME E PRINCIPE 187
SARK C.I. 798
SENEGAL 152
SEYCHELLES 189
SERBIA E MONTENEGRO 288
SHARJAH 243
SIERRA LEONE 153
SINGAPORE 147
SIRIA 065
SLOVACCHIA 276
SLOVENIA 260
SOMALIA 066
SOUTH GEORGIA AND SOUTH SANDWICH. 283
SPAGNA 067
SRI LANKA 085
ST. HELENA 254
ST. VINCENTE E LE GRENADINE 196
STATI UNITI 069
SUDAN 070
SURINAM 124
SVALBARD AND JAN MAYEN ISLANDS 286
SVEZIA 068
SVIZZERA 071
SWAZILAND 138
TAGIKISTAN 272
TAIWAN 022
TANZANIA 057
TERRITORIO ANTARTICO BRITANNICO 180
TERRITORIO ANTARTICO FRANCESE 183
TERRITORIO BRIT. OCEANO INDIANO 245
THAILANDIA 072
TOGO 155
TOKELAU 236
TONGA 162
TRINIDAD E TOBAGO 120
TRISTAN DA CUNHA 229
TUNISIA 075
TURCHIA 076
TURKMENISTAN 273
TURKS E CAICOS (ISOLE) 210
TUVALU 193
UCRAINA 263
UGANDA 132
UMM AL QAIWAIN 244
UNGHERIA 077
URUGUAY 080
UZBEKISTAN 271
VANUATU 121
VENEZUELA 081
VERGINI AMERICANE (ISOLE) 221
VERGINI BRITANNICHE (ISOLE) 249
VIETNAM 062
WAKE ISOLE 178
WALLIS E FUTUNA 218
YEMEN 042
ZAMBIA 058
ZIMBABWE 073

Questi codice andranno indicati nel quadro RM, sezione V – RM12 sezione 2 e nel quadro RW alla voce 4.

Per i conti criptovalute senza una sede fisica legale alla voce RW4 non si dovrà inserire alcun numero.

Vuoi scoprire i codici paesi ufficiali richiesti dall’Agenzia delle Entrate? Visita questa pagina: ELENCO DEI PAESI E TERRITORI ESTERI (link)

 

 

 

 

support Nessun commento

Investire nei metalli industriali

I metalli industriali, noti anche come metalli di base, includono rame, alluminio, zinco e nichel. Sono ampiamente utilizzati in applicazioni commerciali e industriali come la costruzione e l’estrazione mineraria. Anche se alcuni metalli preziosi hanno anch’essi usi industriali, in questo capitolo l’attenzione sarà rivolta ai metalli industriali. È importante sottolineare che il metallo più consumato è di gran lunga il minerale di ferro. Tuttavia, generalmente non è considerato parte del gruppo industriale negli scambi.

Il rame è spesso definito il metallo con un dottorato in economia o “Dr. Rame” a causa della sua capacità di prevedere i punti di svolta nel ciclo economico. Questo è dovuto al suo ampio utilizzo in quasi tutti i settori dell’economia, come l’edilizia, la trasmissione di energia elettrica, l’industria elettronica e molti altri. Il rame è fondamentale nella transizione energetica globale, essendo il terzo miglior conduttore di elettricità dopo oro e argento, ma con costi molto inferiori.

L’alluminio, sebbene non abbia la stessa conducibilità del rame, è leggero, flessibile e resistente alla corrosione. È adatto per la realizzazione di leghe con altri metalli come rame, zinco, magnesio e litio.

Lo zinco è un metallo duro e fragile con un punto di fusione relativamente basso. La sua proprietà anticorrosiva ne fa un componente fondamentale nel processo di galvanizzazione, dove viene aggiunto ad altri metalli come ferro o acciaio per prevenirne la ruggine.

Il piombo, un tempo utilizzato in tubi e vernici, è ora impiegato principalmente nelle batterie al piombo-acido, nei proiettili, nelle fusioni di metalli per pesi, negli ossidi per vetri e ceramiche e nelle lastre di piombo.

Il nichel, quando legato ad altri metalli, offre resistenza alla corrosione e la capacità di sopportare temperature estreme. Viene utilizzato in ambienti difficili come impianti chimici, motori a reazione e raffinerie di petrolio, e recentemente nelle batterie ricaricabili per utensili elettrici, computer portatili e veicoli elettrici.

Il London Metal Exchange (LME) è il principale centro mondiale per il trading dei derivati sui metalli industriali. Offre contratti futures e opzioni sui metalli discussi in questo capitolo, oltre a stagno e leghe di alluminio.

Per comprendere meglio il legame tra i metalli industriali e il ciclo economico, è possibile utilizzare indicatori come l’ISM Purchasing Managers Index (PMI), che può essere un utile indicatore di previsione del ciclo economico e del PIL. Altri indicatori utili per monitorare la domanda di metalli industriali includono l’NAHB Housing Market Index per il mercato immobiliare residenziale e il Dodge Momentum Index per la spesa nelle costruzioni non residenziali.

In conclusione, l’analisi del mercato dei metalli industriali richiede un approccio olistico che tenga conto di diversi fattori economici e settoriali. Utilizzando indicatori come l’ISM PMI, l’NAHB Housing Market Index e il Dodge Momentum Index, gli investitori possono monitorare le tendenze del mercato e prendere decisioni informate riguardo agli investimenti nei metalli industriali.

È importante considerare l’impatto della transizione energetica globale sulla domanda di metalli come il rame, l’alluminio e il nichel. L’elettrificazione e lo sviluppo di infrastrutture più sostenibili richiederanno un crescente consumo di questi metalli, il che potrebbe influenzare positivamente il loro prezzo nel lungo termine.

Infine, tenere d’occhio gli sviluppi politici ed economici globali può essere utile per prevedere eventuali cambiamenti nel mercato dei metalli industriali. Ad esempio, la crescita economica in Cina, il maggiore consumatore di materie prime al mondo, potrebbe influenzare la domanda di metalli industriali e le dinamiche del mercato.

In sintesi, investire nei metalli industriali richiede una solida comprensione dei vari fattori che influenzano la domanda e l’offerta di questi materiali. Gli investitori devono monitorare attentamente gli indicatori economici, le tendenze settoriali e i cambiamenti politici per prendere decisioni informate e cogliere le opportunità di investimento nel mercato dei metalli industriali.

 

 

 

support Nessun commento

Investimenti Value o Growth?

 

Non esiste una strategia che sia più probabile di farvi guadagnare più di un’altra. Tuttavia, ci sono alcune condizioni e contesti in cui alcune strategie hanno maggiori probabilità di prosperare. In questo capitolo, verranno esaminate le condizioni e le strategie di entrambi gli approcci di investimento, il value investing e il growth investing.

Per comprendere il value investing, è impossibile non fare riferimento a due figure chiave: Warren Buffett e Benjamin Graham. Buffett, uno dei più grandi investitori della storia, attribuisce gran parte del suo successo alla lettura di un solo libro all’età di 20 anni, “L’investitore intelligente” di Benjamin Graham, spesso chiamato il padre del value investing. Graham pubblicò il suo libro nel 1949, incentrato su un tema principale: la ricerca di azioni sottovalutate ma in grado di generare guadagni a lungo termine.

Per capire cosa si intende per “sottovalutate”, bisogna fare un confronto con le azioni di crescita (growth stocks). Con entrambi gli approcci, si fanno delle ipotesi sul futuro, ma per quanto riguarda la valutazione, nel value investing si valuta il presente, mentre nel growth investing si sconta il futuro.

La tecnica di valutazione più comune nel value investing è una derivazione del rapporto prezzo-valore contabile (price-to-book value). Il prezzo è semplicemente il prezzo attuale dell’azione. Il valore contabile, invece, deriva da un calcolo matematico che corrisponde approssimativamente agli attivi totali meno le passività totali, ovvero la quota di capitale degli azionisti, nota anche come valore netto di realizzo (net asset value o NAV).

Quindi, se il prezzo è ben al di sopra del valore contabile per azione, il mercato sta dicendo che l’azienda sta generando buoni profitti e gli investitori sono fiduciosi che continuerà a farlo. Ma qual è il giusto rapporto prezzo-valore contabile per un’azione? Per un value investor, questa è la domanda fondamentale. In sintesi, il value investing consiste nell’acquistare azioni di aziende economiche, redditizie e con buone prospettive a lungo termine, e mantenerle nel proprio portafoglio.

Tuttavia, nella realtà, al di fuori delle grandi crisi, raramente il mercato trascura un’azienda con fondamentali apparentemente solidi. Spesso, un’azione è economica per un motivo, e il value investing richiede un certo grado di spirito controcorrente per sostenere un’idea che va contro il consenso generale. È fondamentale capire perché un’azienda è caduta in disgrazia, che può essere dovuto a fondamentali micro o macro, e individuare un catalizzatore sottovalutato per un cambiamento.

Un altro concetto fondamentale nel value investing è il cosiddetto “margine di sicurezza”. Acquistando un’azione a una valutazione molto bassa, idealmente al di sotto del valore contabile, lo sconto offre una sorta di cuscino mentre si attende il miglioramento dei fondamentali. In termini molto semplici, Benjamin Graham paragonava questo concetto all’acquisto di 1 dollaro per 50 centesimi. Anche Buffett ha spesso citato questo principio come la pietra angolare del suo investimento.

Un altro elemento importante nel value investing sono i “moat”, ovvero vantaggi durevoli che rendono un’azienda meno vulnerabile alle minacce della concorrenza. Essi contribuiscono ad aumentare il margine di sicurezza nel possedere un’azione, come ad esempio i brevetti o il riconoscimento del marchio, come nel caso di Coca-Cola o Disney. Questo concetto si avvicina allo stile di investimento “quality”, che verrà discusso in seguito.

Per quanto riguarda il growth investing, come suggerisce il nome, si tratta di investire in aziende in rapida crescita. A differenza del value investing, nel growth investing si guardano agli utili di anni futuri. In sostanza, non importa quanto valga un’azienda sulla base del valore contabile o degli utili attuali, ciò che conta è quanto l’azienda varrà tra cinque o dieci anni, scontando poi tale valore al presente.

È importante notare che le azioni di crescita sono considerate “attività di lunga durata” e sono molto sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, proprio come un’obbligazione a lunga scadenza il cui valore è principalmente derivato dal futuro lontano. Questo perché gli investitori valutano queste aziende in base alle previsioni di crescita molto distanti nel tempo, e anche una modesta variazione di queste variabili può avere un impatto significativo sul calcolo del valore attuale quando composto per molti anni.

Durante periodi di tassi di interesse in calo, come nel decennio successivo alla grande crisi finanziaria, le azioni di crescita hanno avuto un’impennata e hanno ampiamente superato quelle di valore. Tuttavia, bisogna tenere a mente che durante periodi di inflazione e tassi di interesse crescenti, le azioni di crescita possono apparire più costose.

Nel valutare le azioni di crescita, la storia dell’azienda diventa una parte fondamentale della valutazione tanto quanto qualsiasi altro elemento. Ci sono casi in cui il valore viene ignorato perché la prospettiva di crescita è così positiva. Ad esempio, durante la pandemia del 2020, Zoom Video Communications ha raggiunto brevemente un picco di 474 volte gli utili futuri, con il prezzo delle azioni già aumentato del 200% dall’inizio dell’anno fino a quel punto in giugno.

In conclusione, entrambe le tecniche di investimento funzionano e si consiglia di dedicare del tempo all’osservazione dell’andamento delle azioni di entrambi i gruppi. Scegliere un’azione di crescita e una di valore, decidere l’ambiente in cui ci si trova e vedere quale delle due si comporta meglio. Quindi, verificare se la scelta è stata corretta.

 

 

 

support Nessun commento

Peer-to-peer lending: Caratteristiche e diversificazione del portafoglio

Introduzione

Il peer-to-peer lending (P2P lending) è una forma di investimento alternativo che ha guadagnato popolarità negli ultimi anni grazie alla sua facilità d’uso, alle potenziali opportunità di rendimento e alla diversificazione del portafoglio che offre. In questo articolo, esploreremo in profondità il concetto di peer-to-peer lending, le sue caratteristiche principali, come può essere utile per diversificare il portafoglio e i tipi di redditi che può generare.

  1. Cos’è il peer-to-peer lending?

Il peer-to-peer lending è un sistema di finanziamento che mette in contatto diretto investitori e richiedenti di prestiti, senza l’intermediazione delle banche o di altre istituzioni finanziarie. Si tratta di una forma di investimento alternativo che si basa su piattaforme online, dove gli investitori possono prestare denaro a privati o imprese in cambio di interessi. Questo modello consente di bypassare le banche tradizionali, riducendo i costi e le commissioni e offrendo rendimenti potenzialmente più elevati agli investitori.

  1. Caratteristiche del peer-to-peer lending

Le principali caratteristiche del peer-to-peer lending sono:

  • Accessibilità: Le piattaforme di P2P lending sono accessibili a investitori di tutti i livelli, con investimenti minimi che possono partire da poche decine di euro.
  • Rendimenti potenzialmente elevati: Grazie alla riduzione dei costi di intermediazione, il peer-to-peer lending può offrire rendimenti interessanti, spesso superiori a quelli offerti dai prodotti finanziari tradizionali.
  • Diversificazione del portafoglio: Investendo in prestiti peer-to-peer, gli investitori possono diversificare il loro portafoglio, riducendo il rischio complessivo e aumentando le potenziali opportunità di rendimento.
  • Liquidità variabile: A seconda della piattaforma e del tipo di prestito, la liquidità degli investimenti in P2P lending può variare. Mentre alcuni prestiti offrono la possibilità di rivenderli sul mercato secondario, altri possono richiedere un impegno per tutta la durata del prestito.
  1. Diversificazione del portafoglio attraverso il peer-to-peer lending

Investire in prestiti peer-to-peer può essere un’ottima strategia per diversificare il portafoglio di un investitore. La diversificazione è fondamentale per ridurre il rischio e aumentare le opportunità di rendimento, e il peer-to-peer lending offre diversi vantaggi in questo senso:

  • Esposizione a diversi settori e aree geografiche: Investendo in prestiti peer-to-peer, è possibile ottenere esposizione a diversi settori e aree geografiche, riducendo la dipendenza da un singolo mercato o settore.
  • Correlazione ridotta con altri asset: Gli investimenti in P2P lending tendono ad avere una correlazione ridotta con altri asset finanziari, come azioni e obbligazioni, il che può contribuire a ridurre la volatilità del portafoglio complessivo e a migliorare i rendimenti nel lungo termine.
  • Diversificazione del rischio di credito: Investendo in una varietà di prestiti con diversi profili di rischio e durate, gli investitori possono ridurre il rischio di credito associato ai singoli prestiti. Molti investitori scelgono di investire piccole somme in numerosi prestiti, distribuendo così il rischio su un ampio spettro di prestiti.
  1. Tipi di redditi generati dal peer-to-peer lending

Il peer-to-peer lending può generare diversi tipi di redditi per gli investitori, tra cui:

  • Interessi: La maggior parte dei redditi generati dal P2P lending proviene dagli interessi pagati dai richiedenti di prestiti. Gli investitori ricevono pagamenti periodici di interessi durante la durata del prestito, il che può fornire un flusso di reddito costante.
  • Capital gain: In alcuni casi, gli investitori possono realizzare un guadagno in capitale vendendo i loro investimenti in prestiti peer-to-peer sul mercato secondario a un prezzo superiore a quello pagato inizialmente. Tuttavia, questo tipo di reddito è meno comune e dipende dalle condizioni del mercato secondario e dalla domanda di prestiti specifici.
  • Recupero crediti: Se un prestito diventa inadempiente, la piattaforma di P2P lending potrebbe intraprendere azioni di recupero crediti per recuperare il denaro prestato. Se il recupero ha successo, gli investitori possono ricevere una parte del denaro recuperato, anche se questo tipo di reddito è generalmente incerto e non garantito.

Conclusione

Il peer-to-peer lending è una forma di investimento alternativo che offre diverse opportunità di rendimento e una diversificazione del portafoglio. Grazie alle sue caratteristiche uniche, il P2P lending può essere un’aggiunta interessante al portafoglio di un investitore, consentendo l’accesso a diversi settori, aree geografiche e profili di rischio.

Tuttavia, è importante ricordare che il peer-to-peer lending comporta anche dei rischi, come il rischio di credito e la liquidità variabile, ed è quindi fondamentale fare una ricerca approfondita e comprendere le dinamiche di questo tipo di investimento prima di procedere. Inoltre, gli investitori dovrebbero valutare attentamente il loro profilo di rischio e gli obiettivi di investimento per determinare se il P2P lending è una buona opzione per il loro portafoglio.