Dichiarare il conto trading nel 2025 è essenziale per evitare sanzioni fiscali. Se il conto è presso un broker estero, va segnalato nel quadro RW per il monitoraggio fiscale e l’IVAFE (0,2%). I redditi da trading, come plusvalenze e dividendi, devono essere dichiarati nei quadri RT, RM o RL a seconda della tipologia. La tassazione è generalmente del 26%, con eccezioni per i titoli di Stato (12,5%). Chi non dichiara rischia sanzioni fino al 30% dell’importo non dichiarato. Per una gestione semplificata, è possibile affidarsi a servizi specializzati come Tasse Trading.
[ARCHIVIO] Istanza Rimborso Cripto 12,5%: Modello Gratuito e Come Presentare l’Istanza
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto novità sulla tassazione delle criptovalute, ma una possibile ambiguità normativa potrebbe consentire ai contribuenti di richiedere un rimborso dell’aliquota versata in eccesso. Sebbene l’Agenzia delle Entrate abbia chiarito che l’aliquota applicabile è del 26%, alcuni esperti ritengono che potrebbe essere del 12,5%, come previsto dall’Art. 67 del TUIR. Chi ha già pagato il 26% può presentare un’istanza di rimborso entro 4 anni, allegando la documentazione richiesta. Tuttavia, in caso di mancata risposta, potrebbe essere necessario un contenzioso legale per ottenere il rimborso
Attenzione alle Truffe nel Trading
Nel trading online, le truffe sono sempre più diffuse. Recentemente, falsi operatori si sono spacciati per rappresentanti di società finanziarie, contattando investitori e chiedendo pagamenti per presunte tasse arretrate. Attenzione! Nessuna azienda privata può riscuotere imposte per conto dello Stato.
📌 Tipologie di truffe più comuni:
1️⃣ Falsi incaricati del Fisco:
Fingono di riscuotere tasse su conti trading.
Minacciano sanzioni per chi non paga subito.
Usano email, chiamate o messaggi non ufficiali.
2️⃣ Broker fraudolenti che bloccano i prelievi:
Rifiutano il ritiro dei fondi investiti.
Chiedono depositi aggiuntivi per “sbloccare” il denaro.
Promettono rendimenti garantiti (irrealistici).
3️⃣ Truffe su criptovalute e CFD:
Exchange non regolamentati che spariscono dopo i depositi.
Schemi Ponzi su ICO inesistenti.
Spread nascosti e condizioni opache nei CFD.
📌 Come proteggersi?
✔ Non effettuare pagamenti richiesti da terzi per tasse o prelievi.
✔ Verificare che il broker sia regolamentato da enti come Consob.
✔ Controllare condizioni di prelievo e spread prima di investire.
✔ Segnalare truffe sospette alle autorità competenti.
🚨 Attenzione! Circolano truffatori come Alexander Vali Lohmus, che offre falsi servizi di recupero perdite da trading. Diffida da chi promette di recuperare il tuo denaro facilmente.
Per una gestione fiscale sicura e legale, affidati a professionisti certificati.
Sbagliare codice paese nel quadro RW della dichiarazione dei redditi è un problema?
Le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate spesso riguardano la sede legale del broker con cui si opera nel trading. Detenere un conto di trading estero, inclusi titoli e criptovalute, comporta l’obbligo di dichiarazione fiscale. Il Common Reporting Standard (CRS) facilita lo scambio internazionale di informazioni, rendendo più difficile evadere le imposte. Le autorità ricevono dati chiave come istituto finanziario, sede legale, numero e saldo del conto. Errori nella dichiarazione del “codice paese” possono generare contestazioni. La sede del broker può essere reperita nell’estratto conto, nell’area riservata della piattaforma o nel contratto di apertura del conto.
Tassazione dei “proventi lordi” su conti trading esteri
Il Fisco italiano sta intensificando i controlli sui conti trading esteri, concentrandosi su chi non ha dichiarato correttamente i propri redditi. L’Agenzia delle Entrate, attraverso lo scambio di informazioni CRS, riceve dati generici dai broker esteri e, in alcuni casi, tassa l’ammontare complessivo dei pagamenti lordi, senza considerare i costi di acquisto degli strumenti finanziari.
📌 Principali criticità:
⚠ Tassazione del 26% sui proventi lordi, senza deduzione dei costi d’acquisto.
⚠ Rischio di tassazione eccessiva per i trader con molte transazioni.
⚠ Possibili lettere di compliance o inviti a comparire dall’Agenzia delle Entrate.
📌 Come evitare problemi fiscali?
✅ Dichiarare correttamente il conto trading nel Modello Redditi.
✅ Rielaborare il conto secondo la normativa italiana, distinguendo correttamente plusvalenze e minusvalenze.
✅ Affidarsi a esperti fiscali, che possano fornire un report dettagliato a supporto della dichiarazione.
💡 Tasse Trading Srl offre un servizio specializzato per aiutarti a dichiarare correttamente il tuo conto trading estero, evitando errori e sanzioni. Contattaci per ricevere assistenza! 🚀
Common Reporting Standard (CRS): scambio automatico di informazioni tra brokers esteri e Agenzia Entrate
Il Common Reporting Standard (CRS) è un sistema introdotto nel 2016 per migliorare la trasparenza fiscale internazionale. Impone a banche, broker ed exchange di segnalare alle autorità fiscali locali i conti detenuti da persone fisiche o entità straniere. Questi dati vengono poi scambiati automaticamente con le autorità fiscali dei paesi di residenza dei titolari dei conti.
📌 Cosa viene segnalato?
✔ Identità del titolare del conto.
✔ Saldo del conto alla fine dell’anno.
✔ Tipologie di redditi generati (interessi, dividendi, altri pagamenti).
📌 Limitazioni del CRS:
❌ Mancanza di dettagli sulle transazioni, quindi impossibilità di determinare con precisione plusvalenze o minusvalenze.
❌ Nessuna informazione sui costi di acquisto delle attività finanziarie, necessari per il calcolo delle imposte.
❌ Dati generici, che possono portare a controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate.
📌 Conseguenze per gli investitori:
⚠ Se il Fisco individua discrepanze tra i dati CRS e la dichiarazione dei redditi, può inviare una lettera di compliance chiedendo chiarimenti.
⚠ È essenziale mantenere registrazioni dettagliate delle transazioni per calcolare accuratamente plusvalenze e imposte dovute.
💡 Tasse Trading Srl offre supporto per la dichiarazione fiscale dei conti trading esteri, aiutando a prevenire errori e sanzioni. Contattaci per ricevere assistenza personalizzata! 🚀
Quadro RW
Il Quadro RW del Modello Redditi PF è obbligatorio per i residenti italiani che detengono investimenti e attività finanziarie all’estero, incluse cripto-attività, conti correnti, titoli e immobili. Serve per il monitoraggio fiscale e il calcolo delle imposte IVAFE (su attività finanziarie) e IVIE (su immobili esteri). Se il valore massimo dei conti all’estero è inferiore a 15.000 euro, non sussiste obbligo di monitoraggio. Dal 2023, anche le cripto-attività devono essere dichiarate, con imposta del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro. Data la complessità della normativa, affidarsi a consulenti fiscali esperti aiuta a evitare errori e sanzioni.
IVAFE
L’IVAFE è un’imposta indiretta introdotta nel 2012 per contrastare l’evasione fiscale e aumentare la trasparenza finanziaria. Si applica ai conti correnti, titoli, azioni e fondi detenuti all’estero dai contribuenti italiani, con un’aliquota dello 0,2% e un’imposta minima di 34,20 euro. Il monitoraggio fiscale è affidato all’Agenzia delle Entrate, che verifica la corretta dichiarazione dell’imposta attraverso accordi internazionali. La mancata dichiarazione può comportare sanzioni e controlli approfonditi. L’IVAFE rappresenta uno strumento chiave per la trasparenza finanziaria, obbligando i contribuenti a dichiarare gli attivi esteri.
Scadenza invio dichiarazione trading 28 febbraio
Il 28 febbraio è l’ultima data utile per inviare la dichiarazione dei redditi tardiva all’Agenzia delle Entrate, relativa all’anno fiscale precedente. Se non si è presentata la dichiarazione entro il 30 novembre, è possibile inviarla con una maggiorazione a partire da 25€ entro 90 giorni. Dopo il 28 febbraio, chi ha già presentato un Modello 730 senza redditi da trading può inviare una dichiarazione integrativa con sanzioni ridotte tramite ravvedimento operoso. Chi non ha presentato alcuna dichiarazione rischia sanzioni per omessa dichiarazione. Per regolarizzare la propria posizione, è possibile affidarsi a Tasse Trading per l’elaborazione fiscale e il facsimile del Modello Redditi.
SANATORIA CRIPTOVALUTE: L’ISTANZA DI EMERSIONE
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto l’istanza di emersione, permettendo ai contribuenti che non hanno dichiarato le proprie cripto-attività entro il 31/12/2021 di sanare la loro posizione con il Fisco italiano. Chi non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi deve obbligatoriamente utilizzare l’istanza di emersione. Chi invece ha già dichiarato altri redditi può scegliere tra istanza di emersione o ravvedimento operoso. Le sanzioni variano a seconda della presenza di plusvalenze: 0,5% annuo sul valore delle cripto non dichiarate, se non si sono realizzati guadagni. 4% complessivo (3,5% di imposta + 0,5% di sanzione) per chi ha ottenuto plusvalenze. L’Agenzia delle Entrate deve ancora pubblicare il modello ufficiale per l’istanza. Ulteriori dettagli operativi verranno definiti con il provvedimento attuativo.