Il Quadro RT del Modello Redditi PF è dedicato alla dichiarazione delle plusvalenze e minusvalenze di natura finanziaria, derivanti dalla vendita di partecipazioni, titoli, valute, metalli preziosi e cripto-attività. La tassazione varia dal 20% al 26%, a seconda del periodo di realizzo. Dal 2023, i redditi da cripto-attività superiori a 2.000 euro devono essere dichiarati nella sezione II-B, con imposta fissa del 26%. Le minusvalenze possono essere compensate con future plusvalenze entro quattro anni. La corretta compilazione del Quadro RT è essenziale per evitare errori e sanzioni fiscali.
5. Non pagare imposte sulle criptovalute
Fino al 2022, le criptovalute erano equiparate a valute tradizionali ai fini fiscali, con tassazione sulle plusvalenze solo se la giacenza complessiva superava €51.645,69 per 7 giorni consecutivi. Sotto questa soglia, non si pagavano imposte e le minusvalenze non potevano essere compensate. Il calcolo della giacenza avveniva in base al cambio del 1° gennaio. Questa strategia consentiva di evitare legalmente la tassazione monitorando il valore delle proprie criptovalute. La normativa è cambiata dal 2023, quindi queste regole valgono solo per i redditi 2021 e precedenti. Per i redditi 2023 e successivi, consultare le nuove disposizioni fiscali.
1. Bilanciare le plusvalenze
Il Regime Dichiarativo offre ai trader la possibilità di ottimizzare la tassazione, poiché permette di ricevere profitti lordi e versare le imposte solo l’anno successivo. Una strategia efficace è bilanciare le plusvalenze: se a fine anno si hanno plusvalenze realizzate e minusvalenze latenti, chiudere queste ultime permette di compensare i guadagni e azzerare la tassazione. Questo metodo evita di pagare il 26% di imposta, aumentando la liquidità e migliorando la performance del portafoglio. Dopo la chiusura, è possibile riaprire le posizioni con un nuovo prezzo di carico.
Tasse e investimenti su conti esteri
La fiscalità nel trading è spesso sottovalutata, ma conoscere le regole è essenziale per evitare sanzioni e ottimizzare le imposte. I redditi finanziari si dividono in redditi di capitale (es. dividendi, cedole, ETF) tassati sempre al 26%, e redditi diversi (plusvalenze e minusvalenze) che possono essere compensati entro 4 anni. I titoli di Stato italiani ed esteri in white list godono di un’aliquota ridotta al 12,5%. La scelta tra regime amministrato (imposte trattenute dal broker) e regime dichiarativo (gestione autonoma) influisce sulla possibilità di compensare minusvalenze tra conti diversi.
Cos’è lo stop loss?
Lo stop loss è una strategia di gestione del rischio che consente ai trader di chiudere una posizione automaticamente se il mercato va in direzione opposta alle aspettative, limitando così le perdite. Può essere eseguito manualmente (monitorando il mercato) o automaticamente (impostando un prezzo predefinito per la chiusura).
📌 Tipologie di stop loss:
✔ Stop loss tradizionale: chiusura automatica a un prezzo prestabilito.
✔ Trailing stop loss: si aggiorna dinamicamente seguendo il prezzo, mantenendo una distanza percentuale fissa dal massimo (o minimo) raggiunto.
📌 Esempio di trailing stop loss:
✔ Acquisto a €100, trailing stop loss 5% → il titolo scende sotto €95, la posizione si chiude.
✔ Se il prezzo sale a €120, il nuovo stop loss diventa €114, proteggendo i guadagni.
📌 Vantaggi e svantaggi:
✔ Vantaggi: limita il rischio, evita perdite irreparabili, aiuta a gestire l’emotività nel trading.
✔ Svantaggi: rischio di chiudere la posizione prematuramente prima di una ripresa del mercato.
📌 Aspetto fiscale:
✔ Le perdite generate dallo stop loss possono essere usate per compensare future plusvalenze, riducendo l’impatto fiscale.