La Circolare n. 30/E del 27 ottobre 2023 ha chiarito il regime fiscale delle cripto-attività in Italia, introducendo un’imposta del 26% su plusvalenze e proventi superiori a 2.000 euro annui. La nuova disciplina, in vigore dal 1° gennaio 2023, distingue le cripto-attività secondo il regolamento MiCA, classificandole tra e-money token, asset-referenced token e utility token. La tassazione riguarda operazioni di cessione, permuta, rimborso e staking, con le plusvalenze dichiarate nel Quadro RT. Se i redditi cripto non superano 2.000 euro, è sufficiente compilare il Quadro RW e pagare l’IVAFE.
SANATORIA CRIPTOVALUTE: L’ISTANZA DI EMERSIONE
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto l’istanza di emersione, permettendo ai contribuenti che non hanno dichiarato le proprie cripto-attività entro il 31/12/2021 di sanare la loro posizione con il Fisco italiano. Chi non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi deve obbligatoriamente utilizzare l’istanza di emersione. Chi invece ha già dichiarato altri redditi può scegliere tra istanza di emersione o ravvedimento operoso. Le sanzioni variano a seconda della presenza di plusvalenze: 0,5% annuo sul valore delle cripto non dichiarate, se non si sono realizzati guadagni. 4% complessivo (3,5% di imposta + 0,5% di sanzione) per chi ha ottenuto plusvalenze. L’Agenzia delle Entrate deve ancora pubblicare il modello ufficiale per l’istanza. Ulteriori dettagli operativi verranno definiti con il provvedimento attuativo.
Novità in materia di criptovalute contenute nella Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022)
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una nuova fiscalità per le criptovalute, stabilendo che le plusvalenze superiori a 2.000€ sono soggette a un’imposta sostitutiva del 26%. Viene inoltre chiarito che gli scambi cripto-cripto non sono soggetti a tassazione, mentre la conversione in euro o altre valute fiat è fiscalmente rilevante. Per chi non ha dichiarato le proprie cripto-attività, è prevista una sanatoria: 0,5% annuo per la sola omessa dichiarazione. 4% complessivo (3,5% di imposta + 0,5% di sanzione) per chi ha realizzato plusvalenze. Il monitoraggio fiscale diventa obbligatorio, con il contribuente tenuto a documentare il valore d’acquisto delle criptovalute, altrimenti considerato pari a zero ai fini del calcolo delle imposte.
Dichiarazione e tasse sulle criptovalute
Dal 1° gennaio 2023, la tassazione delle criptovalute in Italia ha subito importanti cambiamenti con l’approvazione della Legge di Bilancio n. 197/2022.
📌 Obblighi fiscali:
✔ Dichiarazione nel quadro RW → tutte le criptovalute detenute vanno dichiarate, indipendentemente dalla modalità di conservazione (wallet fisico, decentralizzato o exchange estero).
✔ Imposta IVAFE → dal 2023, le cripto detenute all’estero sono soggette a IVAFE.
✔ Plusvalenze tassate al 26% → sopra la soglia di 2.000€ annui (precedentemente 51.645,69€).
📌 Novità principali:
✔ Scambi cripto-cripto → non tassabili se tra asset con stesse caratteristiche e funzioni.
✔ Detenzione e vendita → tassabili solo le conversioni in valuta fiat (es. euro, dollaro).
✔ Sanatoria → possibile regolarizzare posizioni non dichiarate versando 0,5% annuo sulle attività non dichiarate o 4% sulle plusvalenze non segnalate.
⚠ Sanzioni per mancata dichiarazione:
❌ Da 120% a 240% delle imposte non pagate.
❌ Sanzione fissa di 250€ per infedele dichiarazione.
❌ Sanzione dal 3% al 15% del valore delle criptovalute non dichiarate nel quadro RW.