L’Agenzia delle Entrate può monitorare le criptovalute?

Luglio 3, 2024

Nel 2024, l’Agenzia delle Entrate può monitorare le criptovalute come Bitcoin, Ethereum e Solana grazie alla trasparenza della blockchain e ai dati forniti dagli exchange centralizzati. Secondo la C.M. n.30/E/2023, i contribuenti devono dichiarare tutti i portafogli digitali nel quadro RW, indipendentemente dalla modalità di conservazione. Gli indirizzi dei wallet possono essere collegati agli utenti attraverso transazioni con exchange, carte di credito o dati raccolti da servizi come MetaMask. La mancata dichiarazione può comportare sanzioni fino al 15% e il raddoppio dei termini di accertamento fiscale. Dichiarare correttamente le criptovalute è essenziale per evitare problemi con il fisco.

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Novità in materia di criptovalute contenute nella Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022)

Dicembre 15, 2022

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una nuova fiscalità per le criptovalute, stabilendo che le plusvalenze superiori a 2.000€ sono soggette a un’imposta sostitutiva del 26%. Viene inoltre chiarito che gli scambi cripto-cripto non sono soggetti a tassazione, mentre la conversione in euro o altre valute fiat è fiscalmente rilevante. Per chi non ha dichiarato le proprie cripto-attività, è prevista una sanatoria: 0,5% annuo per la sola omessa dichiarazione. 4% complessivo (3,5% di imposta + 0,5% di sanzione) per chi ha realizzato plusvalenze. Il monitoraggio fiscale diventa obbligatorio, con il contribuente tenuto a documentare il valore d’acquisto delle criptovalute, altrimenti considerato pari a zero ai fini del calcolo delle imposte.

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