8. Meno imposte sui dividendi esteri

Maggio 12, 2021

I dividendi esteri sono soggetti a una doppia tassazione: nel paese d’origine (minimo 15% secondo i trattati) e in Italia (26%). Per ottimizzare la tassazione, si può investire in CFD invece che nel titolo sottostante, poiché di solito i broker applicano solo il 15% sulle cedole dei CFD. Questa strategia è particolarmente vantaggiosa per paesi con alte aliquote sui dividendi come Svizzera (35%) e Francia (30%). In alternativa, è possibile richiedere il rimborso della tassazione eccedente, ma è spesso antieconomico. I redditi da CFD rientrano nei Redditi Diversi e si dichiarano nel quadro RT del Modello Redditi.

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5. Non pagare imposte sulle criptovalute

Maggio 5, 2021

Fino al 2022, le criptovalute erano equiparate a valute tradizionali ai fini fiscali, con tassazione sulle plusvalenze solo se la giacenza complessiva superava €51.645,69 per 7 giorni consecutivi. Sotto questa soglia, non si pagavano imposte e le minusvalenze non potevano essere compensate. Il calcolo della giacenza avveniva in base al cambio del 1° gennaio. Questa strategia consentiva di evitare legalmente la tassazione monitorando il valore delle proprie criptovalute. La normativa è cambiata dal 2023, quindi queste regole valgono solo per i redditi 2021 e precedenti. Per i redditi 2023 e successivi, consultare le nuove disposizioni fiscali.

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4. Recupero detrazioni fiscali

Aprile 30, 2021

I profitti da ETF non armonizzati rientrano nei Redditi Ordinari, soggetti a tassazione progressiva (23%-43%), e possono essere compensati con detrazioni fiscali (spese mediche, assicurative, ristrutturazioni, ecc.). Questo li distingue dai Redditi di Capitale (ETF armonizzati, dividendi, cedole), tassati separatamente al 26%, e dai Redditi Diversi (azioni, futures, CFD). Investire in ETF non armonizzati può essere conveniente per chi ha redditi sotto i 15.000€ (aliquota 23%) o molte spese detraibili, riducendo o annullando l’imposta da pagare. Questa strategia è applicabile solo con ETF reali e non con CFD su ETF.

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3. Non perdere minusvalenze

Aprile 27, 2021

Questa terza lezione di strategia fiscale nel trading spiega come sfruttare le minusvalenze per ottimizzare la tassazione. Le minusvalenze possono essere compensate con le plusvalenze future entro quattro anni, purché siano inserite nella dichiarazione dei redditi. Se non dichiarate, andranno perse. Per evitare la scadenza delle minusvalenze, è consigliabile chiudere posizioni in plusvalenza latente, così da compensare i guadagni e ridurre le imposte. Chi ha conti in regime amministrato può trasformarli in regime dichiarativo o chiuderli, ottenendo una certificazione fiscale per recuperare le perdite. Una gestione attenta delle minusvalenze consente ai trader di ridurre il carico fiscale e ottimizzare la redditività del proprio portafoglio.

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1. Bilanciare le plusvalenze

Aprile 26, 2021

Il Regime Dichiarativo offre ai trader la possibilità di ottimizzare la tassazione, poiché permette di ricevere profitti lordi e versare le imposte solo l’anno successivo. Una strategia efficace è bilanciare le plusvalenze: se a fine anno si hanno plusvalenze realizzate e minusvalenze latenti, chiudere queste ultime permette di compensare i guadagni e azzerare la tassazione. Questo metodo evita di pagare il 26% di imposta, aumentando la liquidità e migliorando la performance del portafoglio. Dopo la chiusura, è possibile riaprire le posizioni con un nuovo prezzo di carico.

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