Partita IVA e Trading

Ottobre 30, 2024

Chi svolge trading in modo professionale e continuativo in Italia deve aprire una Partita IVA, scegliendo il codice ATECO corretto e il regime fiscale più adatto. Il regime forfettario offre una gestione semplificata e un’aliquota ridotta del 15% (5% per i primi 5 anni), mentre il regime ordinario prevede la tassazione progressiva IRPEF. Le plusvalenze sono tassate al 26%, mentre le minusvalenze possono essere compensate negli anni successivi. Chi utilizza broker esteri deve dichiarare l’IVAFE (0,2%).

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Regime Dichiarativo o Amministrato?

Maggio 25, 2021

Il Regime Dichiarativo è obbligatorio per chi opera con broker esteri, mentre il Regime Amministrato è applicato di default ai conti in Italia. Nel Regime Amministrato, il broker calcola e trattiene automaticamente le imposte su ogni operazione, senza necessità di dichiarazione. Nel Regime Dichiarativo, invece, il trader deve calcolare e pagare le imposte autonomamente (entro il 30 giugno dell’anno successivo), ma può compensare le minusvalenze tra più conti e applicare strategie fiscali per ottimizzare la tassazione. La scelta tra i due regimi dipende da fattori come il numero di conti posseduti, la gestione delle imposte e le strategie di investimento.

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Tasse e investimenti su conti esteri

Aprile 21, 2021

La fiscalità nel trading è spesso sottovalutata, ma conoscere le regole è essenziale per evitare sanzioni e ottimizzare le imposte. I redditi finanziari si dividono in redditi di capitale (es. dividendi, cedole, ETF) tassati sempre al 26%, e redditi diversi (plusvalenze e minusvalenze) che possono essere compensati entro 4 anni. I titoli di Stato italiani ed esteri in white list godono di un’aliquota ridotta al 12,5%. La scelta tra regime amministrato (imposte trattenute dal broker) e regime dichiarativo (gestione autonoma) influisce sulla possibilità di compensare minusvalenze tra conti diversi.

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Recupero minusvalenze in regime amministrato

Dicembre 17, 2020

Se hai minusvalenze in regime amministrato e desideri compensarle con plusvalenze in regime dichiarativo, puoi recuperarle seguendo due strategie:

1️⃣ Passare al regime dichiarativo (valido dall’anno successivo).
2️⃣ Chiudere il conto in regime amministrato, ottenendo la certificazione delle minusvalenze (zainetto fiscale) per compensarle nella dichiarazione dei redditi entro 4 anni.

💡 Cosa si può compensare?
✔ Minusvalenze da azioni, obbligazioni, derivati, ETF (solo la parte negativa) → con plusvalenze di strumenti finanziari simili.
❌ Non si compensano con dividendi e interessi, che rientrano nei Redditi di Capitale.

📌 Esempio pratico:
Il Sig. Rossi ha una plusvalenza di €6.500 in regime dichiarativo e minusvalenze di €12.000 in regime amministrato. Chiudendo il conto amministrato, la banca certifica le perdite, consentendo la compensazione di €6.500 e il riporto di €5.500 per i successivi 4 anni.

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I vantaggi del regime dichiarativo

Novembre 6, 2020

Il Regime Dichiarativo offre diversi vantaggi per i trader, sia per chi ha un conto all’estero (obbligatorio) sia per chi lo sceglie volontariamente su conti italiani. Tra i benefici principali vi sono:
✔ Fattore tempo: le imposte sulle plusvalenze vengono pagate solo l’anno successivo (entro il 30 giugno), permettendo di reinvestire l’intero profitto lordo.
✔ Risparmio e liquidità: avendo più capitale disponibile, si può aumentare la leva finanziaria e ottimizzare gli investimenti.
✔ Strategie fiscali: il regime dichiarativo permette di compensare plusvalenze e minusvalenze tra più broker, riducendo il carico fiscale.
✔ Scelta di più broker: con il regime dichiarativo si può accedere a piattaforme estere con commissioni più basse e strumenti finanziari più avanzati.

Optare per il regime dichiarativo può essere una strategia intelligente per ottimizzare la tassazione e migliorare la gestione del proprio conto trading.

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