Fino al 2022, le criptovalute erano equiparate alla valuta estera dalla Agenzia delle Entrate, e andavano dichiarate nel quadro RW per il monitoraggio fiscale, ma senza obbligo di IVAFE. Le plusvalenze erano imponibili al 26%, solo se la giacenza totale di criptovalute e valute estere superava i €51.645,69 per almeno 7 giorni consecutivi. In caso di superamento, le minusvalenze potevano essere compensate con altri strumenti finanziari. I redditi da staking erano soggetti a dichiarazione nel quadro RL. Dal 2023, la normativa è cambiata (vedi nuove regole).
Indice: strategie fiscali conti trading
Ridurre la tassazione del trading è possibile attraverso 8 strategie fiscali. Tra le principali tecniche troviamo il bilanciamento di plusvalenze e minusvalenze, per abbassare o azzerare le imposte dovute. È fondamentale dichiarare le minusvalenze per mantenerle compensabili nei 4 anni successivi. Le detrazioni fiscali (spese mediche, assicurative, ristrutturazioni) possono essere usate per ridurre l’imposizione sui redditi da trading. Per le criptovalute, non si pagano imposte sotto i €2.000 di giacenza e le minusvalenze possono essere compensate con altri strumenti finanziari. Infine, per i redditi di capitale e i dividendi esteri, esistono opzioni per ridurre l’aliquota o evitare la doppia imposizione.
6. Sfruttare minusvalenze da criptovalute
Fino al 2022, la tassazione delle criptovalute era legata alla soglia di €51.645,69 di giacenza per 7 giorni consecutivi. Se superata, le plusvalenze erano tassate e le minusvalenze potevano essere compensate con altri strumenti finanziari (azioni, opzioni, futures, CFD, forex). Se la soglia non veniva superata, non si pagavano imposte, ma non era possibile compensare le minusvalenze. La normativa è cambiata dal 2023, quindi queste regole valgono solo per i redditi 2021 e precedenti. Per i redditi 2024, consultare le nuove disposizioni fiscali.
5. Non pagare imposte sulle criptovalute
Fino al 2022, le criptovalute erano equiparate a valute tradizionali ai fini fiscali, con tassazione sulle plusvalenze solo se la giacenza complessiva superava €51.645,69 per 7 giorni consecutivi. Sotto questa soglia, non si pagavano imposte e le minusvalenze non potevano essere compensate. Il calcolo della giacenza avveniva in base al cambio del 1° gennaio. Questa strategia consentiva di evitare legalmente la tassazione monitorando il valore delle proprie criptovalute. La normativa è cambiata dal 2023, quindi queste regole valgono solo per i redditi 2021 e precedenti. Per i redditi 2023 e successivi, consultare le nuove disposizioni fiscali.