Il Regime Dichiarativo è obbligatorio per chi opera con broker esteri, mentre il Regime Amministrato è applicato di default ai conti in Italia. Nel Regime Amministrato, il broker calcola e trattiene automaticamente le imposte su ogni operazione, senza necessità di dichiarazione. Nel Regime Dichiarativo, invece, il trader deve calcolare e pagare le imposte autonomamente (entro il 30 giugno dell’anno successivo), ma può compensare le minusvalenze tra più conti e applicare strategie fiscali per ottimizzare la tassazione. La scelta tra i due regimi dipende da fattori come il numero di conti posseduti, la gestione delle imposte e le strategie di investimento.
3. Non perdere minusvalenze
Questa terza lezione di strategia fiscale nel trading spiega come sfruttare le minusvalenze per ottimizzare la tassazione. Le minusvalenze possono essere compensate con le plusvalenze future entro quattro anni, purché siano inserite nella dichiarazione dei redditi. Se non dichiarate, andranno perse. Per evitare la scadenza delle minusvalenze, è consigliabile chiudere posizioni in plusvalenza latente, così da compensare i guadagni e ridurre le imposte. Chi ha conti in regime amministrato può trasformarli in regime dichiarativo o chiuderli, ottenendo una certificazione fiscale per recuperare le perdite. Una gestione attenta delle minusvalenze consente ai trader di ridurre il carico fiscale e ottimizzare la redditività del proprio portafoglio.
2. Bilanciare le minusvalenze
Le minusvalenze da trading possono essere compensate con le plusvalenze realizzate per ridurre o azzerare l’imposta da pagare. Se a fine anno si possiedono minusvalenze realizzate e plusvalenze latenti, potrebbe essere vantaggioso chiudere le posizioni in profitto per compensare le perdite e posticipare la scadenza delle minusvalenze. Infatti, le minusvalenze non utilizzate scadono dopo 4 anni. Questa strategia è particolarmente utile in regime dichiarativo per chi opera su eToro, Binance e altri broker, permettendo di ottimizzare la tassazione e gestire al meglio le proprie perdite nel tempo.
Differenza tra speculazione e investimento
La differenza tra speculazione e investimento è ben definita da Benjamin Graham, che distingue l’investitore dallo speculatore in base a sicurezza del capitale e rendimento adeguato.
📌 Principali differenze:
✔ Orizzonte temporale: l’investitore opera sul lungo periodo, mentre lo speculatore cerca guadagni nel breve termine.
✔ Rischio: l’investitore mitiga il rischio attraverso diversificazione, mentre lo speculatore punta su market timing e leva finanziaria, assumendo rischi più elevati.
✔ Obiettivo: l’investimento punta al valore intrinseco di un’azienda, mentre la speculazione mira a trarre profitto dalle fluttuazioni di mercato.
📌 La speculazione è sempre negativa?
No. La speculazione aiuta a mantenere liquidità nei mercati e può essere usata in percentuali limitate anche da chi investe.
📌 Propensione al rischio:
✔ Capacità di rischio: quanto si può perdere senza compromettere il proprio patrimonio.
✔ Tolleranza al rischio: quanto si è psicologicamente in grado di gestire le perdite.
✔ Conoscerle è fondamentale per costruire una strategia di investimento o speculazione adatta al proprio profilo.
Cosa sono i CFD?
I CFD (Contracts For Difference) sono strumenti finanziari derivati che permettono di speculare sulle variazioni di prezzo di un’attività sottostante, come azioni, forex, indici, materie prime e altro, senza possedere realmente l’asset.
📌 Caratteristiche principali dei CFD:
✔ Strumenti derivati: il loro valore dipende dall’andamento del sottostante.
✔ Trading con margine: è sufficiente versare una percentuale del valore totale dell’operazione.
✔ Posizioni long e short: si può guadagnare sia dai rialzi che dai ribassi del mercato.
✔ Utilizzo della leva finanziaria: amplifica guadagni e perdite.
✔ Scambio OTC: non sono negoziati su mercati regolamentati, ma offerti da broker specializzati.
📌 Aspetti fiscali:
✔ I profitti derivanti dai CFD rientrano nei Redditi Diversi e sono soggetti a tassazione del 26%.
✔ Il quadro RW deve essere compilato per monitoraggio fiscale e imposta IVAFE (0,2%).
📌 Costi e rischi:
✔ Spread: differenza tra prezzo di acquisto e vendita.
✔ Commissioni overnight: costi per mantenere la posizione aperta oltre la giornata di trading.
✔ Margin call: rischio di perdita superiore al capitale investito.
📌 Conclusione:
I CFD sono strumenti altamente speculativi, più adatti a trader esperti piuttosto che ai principianti. Se usati senza un’adeguata strategia di gestione del rischio, possono portare a perdite significative.
Cos’è lo stop loss?
Lo stop loss è una strategia di gestione del rischio che consente ai trader di chiudere una posizione automaticamente se il mercato va in direzione opposta alle aspettative, limitando così le perdite. Può essere eseguito manualmente (monitorando il mercato) o automaticamente (impostando un prezzo predefinito per la chiusura).
📌 Tipologie di stop loss:
✔ Stop loss tradizionale: chiusura automatica a un prezzo prestabilito.
✔ Trailing stop loss: si aggiorna dinamicamente seguendo il prezzo, mantenendo una distanza percentuale fissa dal massimo (o minimo) raggiunto.
📌 Esempio di trailing stop loss:
✔ Acquisto a €100, trailing stop loss 5% → il titolo scende sotto €95, la posizione si chiude.
✔ Se il prezzo sale a €120, il nuovo stop loss diventa €114, proteggendo i guadagni.
📌 Vantaggi e svantaggi:
✔ Vantaggi: limita il rischio, evita perdite irreparabili, aiuta a gestire l’emotività nel trading.
✔ Svantaggi: rischio di chiudere la posizione prematuramente prima di una ripresa del mercato.
📌 Aspetto fiscale:
✔ Le perdite generate dallo stop loss possono essere usate per compensare future plusvalenze, riducendo l’impatto fiscale.
I vantaggi del regime dichiarativo
Il Regime Dichiarativo offre diversi vantaggi per i trader, sia per chi ha un conto all’estero (obbligatorio) sia per chi lo sceglie volontariamente su conti italiani. Tra i benefici principali vi sono:
✔ Fattore tempo: le imposte sulle plusvalenze vengono pagate solo l’anno successivo (entro il 30 giugno), permettendo di reinvestire l’intero profitto lordo.
✔ Risparmio e liquidità: avendo più capitale disponibile, si può aumentare la leva finanziaria e ottimizzare gli investimenti.
✔ Strategie fiscali: il regime dichiarativo permette di compensare plusvalenze e minusvalenze tra più broker, riducendo il carico fiscale.
✔ Scelta di più broker: con il regime dichiarativo si può accedere a piattaforme estere con commissioni più basse e strumenti finanziari più avanzati.
Optare per il regime dichiarativo può essere una strategia intelligente per ottimizzare la tassazione e migliorare la gestione del proprio conto trading.